Ti prego

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Ci incamminiamo in silenzio, senza neppure guardarci. Siamo sconvolti, o almeno io lo sono.

La scena che ho visto prima di scappare mi si è come plasmata nella testa; non mi lascia scampo, riapparendo ancora, ancora e ancora. Usciamo dal vialetto, per andare verso il parcheggio, quando da dietro l'angolo il resto del gruppo fa capolino.

Ayden e Joko sorreggono Bastian, che a quanto sembra ha smaltito un po' la sbronza. Peter si arresta immediatamente facendomi scudo col suo corpo, come a volermi riparare.

«Didi» dice lui, con una voce stanca e sguardo perso.

Mi ha vista, ma non posso permettergli di avvicinarmi. Faccio alcuni passi indietro, alzo le mani e corro.

«Fermati, aspetta!» la sua voce mi insegue come un'eco.

Aumento ancora di più l'andatura, ben sapendo che mi raggiungerà con più facilità del previsto.

«Ti prego» implora, io mi fermo.

Non mi volto ma gli parlo: «No. Non chiedermi di fare niente. Mi hai spezzato il cuore andando con quella... ragazza. Non ti posso perdonare, mai.»
Fa solo un passo, sento le suole delle scarpe che scricchiolano sul vialetto.

«Non è come sembra, ascoltami, ti scongiuro!», ruoto su me stessa ed esplodo: «Non è come sembra? Eri nudo nel letto con un'altra donna, dopo aver professato il tuo amore e la tua fedeltà per mesi. Ti odio, come mai prima d'ora. Non ti perdonerò mai, è finita, lasciami stare!» non ho più neppure una parvenza di controllo. Devo andare via, di corsa. Non attendo oltre, mi rimetto in marcia e fuggo verso casa, verso il mio porto sicuro.
Anche se, durante il tragitto, riesco a capire che nessun porto sarà mai sicuro, che nessun altro potrà mai rimettere insieme i pezzi del mio cuore.

***

Le notti insonni sembrano non volersi esaurire; temo che sia anche per il dover mascherare quello che è successo ai miei genitori. Conosco bene mio padre, non la prenderebbe a cuor leggero e farebbe di Bastian carne da macello. Ma più che altro, non ho voglia di ripercorrere quei ricordi; di stare a spiegare il come, il perché, il quando. Voglio solo dimenticare e andare avanti.

Il resto del gruppo mi ha dimostrato una forte solidarietà; ma che è stata inutile, dato che Bastian esce ancora con noi. Ci prova in ogni modo a raggiungermi, a parlarmi, ma io mi allontano ed evito ogni interazione. Non riesco, fa troppo male.

È come se mi avessero preso il cuore e si divertissero a stringerlo spasmodicamente in una mano. La sofferenza è divenuta anche fisica. Ho sempre mal di testa e forti crampi allo stomaco. Ma in tutto questo, come se non bastasse, devo anche fare i conti con Peter e quello che è accaduto tra noi.
Non è insistente, questo devo ammetterlo, ma le prova di tutte per convincermi a stare con lui.

Un lieve bussare mi fa scattare; mi asciugo le lacrime e stampo un finto sorriso smagliante.

«Entra, mamma», so che è lei, fa così ogni giorno. Mi sta il più vicino possibile; deve aver intuito qualcosa, anche se non ne parla e, soprattutto, non ha spifferato nulla a mio padre.

«Sono io, va bene lo stesso?» la testa mora di Sharon fa capolino oltre il battente.

«Va più che bene», scoppio in singhiozzi, lei salta sul letto e mi stringe.

«Tesoro, mi dispiace tanto. Che cosa posso fare? So che i soliti rimedi questa volta non bastano.» Tiro su col naso e le rispondo: «Niente, mi basta la tua presenza. Mi sento così male, come se mi fossi infranta ed i pezzi di me fossero sparpagliati un po' dappertutto.»

«Santo cielo, lo capisco. Amavi davvero quello stronzo e lui ti ha ripagata così. Ma devi andare avanti! So che potrà sembrare semplicistico, da parte mia, ma non lo è. Sei una delle ragazze più forti che conosca, niente ti può abbattere, anche se ne porterai le ferite per un lungo periodo.»

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