Rivelazioni inaspettate

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«Se è così che la pensi, non credo ci sia altro da dire. Quando ti sarai calmato e avrai visto le cose nella giusta prospettiva, chiamami. Fino ad allora, ci prendiamo una pausa.»

Esco dalla casa di Dawson e inizio a camminare senza una meta.
La litigata è stata abbastanza pesante, considerati i motivi per i quali è scaturita. Il mio ragazzo non ha apprezzato il mio schierarmi con Didi, dando una seconda possibilità a Grace.

Ma lui è così, inflessibile e cocciuto. Non esiste il grigio per lui, tutto è bianco o nero; non ci sono vie di mezzo.

Ho provato a spiegare il mio punto di vista e il perché della mia scelta: non perché sono sempre concorde con Didi, ma perché nella vita, alle volte, si deve essere elastici e concedere seconde chance. Ma lui ha replicato che siamo tutte e due delle sciocche credulone, che si sono fatte abbindolare da qualche lacrima e due moine.

Non crede nella rinnovata redenzione di Grace; non si fida e non concepisce il nostro esserci convinte che non stia mentendo.

Ma io, dal canto mio, mi fido dell'istinto di Aphrodite, dato che la conosco da anni, e so quanto sia scaltra sotto certi aspetti, nonostante il suo cuore buono e generoso.

E così, siamo arrivati a dirci quelle parole, a mettere uno stop momentaneo alla nostra relazione, anche se è iniziata da poco.

Sono triste e abbattuta, vorrei chiamare la mia migliore amica per confidarmi e avere un suo parere, ma non voglio gravare sulla sua serenità ritrovata. Le cose, adesso, le girano per il verso giusto: ha fatto pace con Peter e sta scoprendo Bastian.

Risucchiarla nei miei problemi sarebbe una cattiveria che non merita. Soprattutto perché so quanto a cuore prenderebbe la cosa, soffrendo con me. Ma come le dissi tempo addietro, un bel frullato calorico risolverà parte delle mie paturnie.

Mi dirigo con decisione alla gelateria, sentendo scivolare a poco a poco la tristezza. Sono strana, è vero, ma pensare di gustare qualcosa di dolce mi rimette sempre di buonumore.

Anche stasera la zona è piena di persone: coppiette che si scambiano effusioni, famiglie con i propri figli e gruppetti di ragazzi che fanno un gran chiasso.

Entro e ordino il mio frappè preferito, scegliendo di gustarlo all'aperto, in mezzo alla gente, che di sicuro mi distrarrà dai cupi pensieri. C'è una panchina libera, poco distante, proprio di fronte all'oceano. Non credo ci possa essere un posto migliore per radunare i pensieri.

Mi affretto in quella direzione, ma di punto in bianco qualcosa mi viene addosso. Il mio frappè si spalma su una camicia bianca immacolata. Ottimo, di male in peggio quest'oggi.

«Scusami, non ti ho vista», mi dice una voce profonda.
Alzo lo sguardo e lo vedo: il fratello di Bastian. Il mio umore peggiora subito, ricordando la scena a cui abbiamo assistito.

«Come dubitarne! Se avessi avuto i pugni alzati mi avresti vista di sicuro, eh, picchiatore?» lo aggredisco.

«Uh-uh, quanta aggressività! Sei l'amica della nuova fiamma di mio fratello, vero?» ecco una tipica risposta da chi si crede chissà chi.

«Chi sono io non ti deve interessare. Gira al largo, o alla prossima ci resterai per un po' in gattabuia.»
Soddisfatta della mia replica mi allontano; ma ho fatto i conti senza l'oste, perché mi sta camminando dietro.

«Si può sapere che vuoi?» mi rivolto di nuovo.

«Cosa voglio? Niente, sto solo camminando.
È un'area pubblica, non devo chiederti il permesso.»

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