Chapter eighteen

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Dovrei essere nervosa, perché stiamo organizzando un'occupazione totalmente illegale che potrebbe farci finire in guai seri, ma quando hai accanto una persona come Medea, puoi stare tranquilla finché ha la situazione sotto controllo oppure provare timore sin dall'inizio.

Io mi sento tranquilla e sorrido nel vedere dare ordini a destra e sinistra con un megafono in mano, che non so da dove sia uscito. Ha fatto sapere, con la gentilezza che la contraddistingue, notare il sarcasmo, che tutto questo fa parte della mia campagna per diventare rappresentante e che quindi non c'entra niente con le altre due candidate, nonostante stiano protestando entrambe.

Evelyn mi ha detto che Jane vuole togliersi da questa storia, ma che lei le ha chiesto di rimanere solo per non destare sospetti e per fare qualcosa per la scuola. Infatti, vedo la mia nemica guardare tutti schifata con la sua solita amabile espressione. Medea le ha addirittura urlato col megafono quando ha cominciato a lamentarsi.

Tutti si stanno dando da fare, mentre io ho appena finito di parlare con la preside, che mi ha praticamente detto di chiudere tutta questa cosa, ma ormai non si possono fermare gli studenti motivati da Medea, quindi le ho risposto che sarà meglio prendere sul serio questa protesta e di non metterci i bastoni tra le ruote, perché troveremmo il modo di cavarcela.

Il laboratorio di arte si sta occupando degli striscioni con gli slogan, capitanati da Colin, mentre un gruppo di ragazzi si é diretto in mensa per preparare da mangiare e non so come faranno a cucinare per tutti gli studenti. Medea ha già chiamato alcune sue conoscenze, chiedendoci di aiutarci e promettendo di ricambiare il favore. Ha anche chiamato sua madre mentre eravamo in bagno, in modo da avere un posto in cui non ci fosse confusione, che le ha praticamente detto di non mettersi nei guai e di smetterla di combinarli. Ovviamente Medea non ha ascoltato nemmeno una parola di ciò che le ha raccomandato la madre, perché le ha chiuso il telefono giustificandosi con un 'non prende il telefono, ciao'.

I miei genitori, essendo alternativi e persone pacifiche che hanno partecipato alle occupazioni solo per un bene superiore e comune, si sono mostrati in accordo con quest'idea, dicendo che abbiamo buone probabilità di cambiare le cose e che é solo la voce del popolo che può farlo. Quindi nessun problema.

"Attenzione! Cosa diavolo stai facendo con quel tavolo?" domanda con il suo megafono Medea, guardando male un ragazzo.

"Lo sto portando di là come hai detto tu" risponde quasi spaventato, indicando dove prima ha detto la mia amica. In effetti, ha detto di portare alcuni banchi contro le porte, ma ormai queste sono state bloccate abbastanza e lei ha cambiato direttive.

"No no no. Quando parlo, tu mi devi ascoltare, d'accordo?" il ragazzo annuisce, continuando a mantenere il suo sguardo spaventato. "Prima ho detto che c'erano abbastanza banchi, quindi adesso questo lo riporti in classe insieme ai tuoi amici e li mettete contro il muro. Abbiamo bisogno di spazio per dormire nei sacchi a pelo. Muoversi"

Tutto é organizzato, per adesso. Ci sono anche alcuni del laboratorio di informatica che cercano di rendere il Wi-Fi della scuola libero in modo che tutti lo possano usare.

"Vedo che se la cava bene" una voce mi fa sobbalzare e mi volto, vedendo Lindsay e Lauren che guardano tutto il trambusto attorno a noi. Non vedo quest'ultima da più di due settimane, dato che ha sempre cercato di evitarmi e la capisco, mentre Lindsay l'ho vista di meno in questo periodo. Da un momento all'altro si é volatilizzata, facendosi vedere solo a lezione. Non le ho chiesto niente perché lei é un tipo che ha bisogno dei suoi spazi e non ho voluto disturbarla.

"Ha praticamente dato ordini a più di metà istituto" sorrido, puntando poi il mio sguardo su Lauren. Lei fa la stessa cosa e, guardando i suoi occhi, mi sento fortemente in colpa a ripensare alla nostra discussione.

"Come va?" le chiedo e lei alza le spalle.

"Bene" annuisco alla sua risposta, mentre Lindsay ci osserva attente.

"Andiamo a dare una mano a Colin?" domanda la mia migliore amica a Lauren, che risponde affermativamente. Non le ho mai viste andare così d'accordo e vederle in armonia come adesso e sono piacevolmente stupita.

Quando riporto il mio sguardo sugli altri, vedo Medea parlare con un ragazzo riccio, tenendo in mano il suo amato megafono. Il ragazzo la guarda quasi incantato ma allo stesso tempo imbarazzato, mentre lei sorride. I miei occhi si spostano su una chioma bionda fin troppo conosciuta per me che passa in quel momento nel corridoio. Seguo la sua figura e forse sente il mio sguardo su di lei, perché si gira e mi guarda, rivolgendomi un piccolo sorriso.

La mia mente ritorna a quando siamo state insieme in bagno, i suoi baci sul mio collo che hanno continuato ad alimentare il fuoco dentro di me. Le sue labbra erano rosse per i morsi e i baci, i suoi capelli scompigliati e non l'ho mai trovata più bella. Gli occhi azzurri quasi lucidi e le pupille più dilatate del solito, mi ricordo di quella curiosità su Instagram in cui si dice che, quando guardi una persona che ti piace, le pupille diventano più grandi.

Il mio cellulare vibra, segnalandomi l'arrivo di un messaggio, che apro subito. Il numero é sempre quello, mai cambiato negli anni e pensavo che non avesse più il mio.

Questa sera passiamo del tempo insieme lontano da tutti?

E mai una proposta del genere mi é sembrata più bella.

HOLAAA

Ma quanto regna Medea con il suo megafono? Io la adoro tanto.

Bene, domani ricomincio la scuola e cercherò di mantenere i giorni di aggiornamento, ma sicuramente li salterò andando sempre più avanti. Io comunque ci provo.

Questa storia avrà massimo 30 capitoli e devo fare una scaletta per regolarmi.

Buon ritorno a scuola, anche a chi ha già cominciato.

Alla prossima,
Kisses

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