Imprevisti

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25 dicembre 2014

Era il giorno di Natale, eppure quel bar era aperto.
Il barman aveva un aspetto infelice. Continuava a borbottare parole poco gentili sul proprietario del bar.
Aveva accettato quel lavoro extra per potersi permettere la collana che la sua fidanzata voleva tanto.
Tutti sarebbero stati nelle case a festeggiare. Tutti tranne lui e quello strano tipo seduto ad un tavolo in fondo al locale.
Continuava a fissare il suo caffè ormai freddo, gettando occhiate alla porta.

"Chi sta aspettando?" chiese il Barman curioso.
Non aveva niente di meglio da fare che conversare.
"Sta zitto, Babbano. " rispose in tono brusco "Ho cose importanti a cui pensare."

Dopo alcuni secondi di silenzio, in cui il barman cercò di capire come replicare, si sentí la porta del bar aprirsi.

Un uomo sulla quarantina con il viso arrossato per il freddo raggiunse il tipo strano.

"Non lo leggerà." disse sedendosi di fronte all'altro uomo.

"Che vuol dire non lo leggerà?"
chiese l'altro.

Cercava palesemente di sembrare calmo, ma il suo tono aveva una punta di nervosismo.

"Semplicemente, non le piace il libro. Quindi non vuole leggerlo."

Rispose l'uomo togliendosi il cappello e la sciarpa.
"Devi convincerla a leggere quel libro, John."

"Anche se riuscissi a convincerla, quel libro non le piacerebbe. Non è mai stata appassionata dalla lettura. Preferisce altre cose."

L'altro rise.
"Come le principesse? Preferisce giocare con le bambole invece che leggere?"

"Preferisce giocare con le bambole invece che leggere libri pieni di morti!"
Sbottò John indignato.

"Beh, nessun lettore vuole leggere delle morti dei propri personaggi preferiti..."

"Sai a cosa mi riferisco! Mia figlia non lo leggerà, è inutile insistere!"

L'uomo si fece improvvisamente serio:
"Sai cosa accadrà se tua figlia non leggerà quel libro? Tu... "

"... potresti finire in prigione, perdere il lavoro e la casa, avere un debito di 10.000.000 di dollari che non ho. Lo so. Lo so."

"Sai già le conseguenze. Allora perché opporre resistenza?"

"So di alcune prove nelle quali mia figlia può rischiare la vita!"

Il barman, che stava origliando la conversazione, era terrorizzato.
Quei due potevano benissimo fare parte di un'organizzazione illegale.
Prese in considerazione l'idea di andare sul retro a riordinare i vari tipi di tè in ordine alfabetico, ma la curiosità lo trattenne lì.

"Nessuno morirà, prenderemo tutte le precauzioni necessarie."

John sembrava sull'orlo delle lacrime.
L'altro si ricordò di quella che le altre persone chiamavano empatia.

"È la tua unica figlia e non vuoi che la portiamo via. Giusto?"

L'altro sussultò, ma non disse niente.

"Un secondo... è la tua unica figlia?"

John rimase zitto.

"John, hai un altro figlio?"

Lui non rispose. Fissò il caffè, desiderando di annegarci dentro.

"JOHN!"

"SÌ! Ho una figlia che ha un anno in meno dell'altra."

"Perfetto. Fai leggere il libro a lei."

"Ma se..."

"Niente ma. Adesso vai."
Lo congedò con un gesto della mano.

John uscì, non prima di aver gettato un'occhiata al barman.

Anche l'uomo seduto lo fissò a lungo.
Il povero ragazzo non riuscí a sopportarlo. Scappò sul retro a riordinare le bustine di tè.

L'uomo mise i piedi sul tavolo, tenendosi in equilibrio sulle gambe posteriori della sedia. Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni e compose un numero.

"La Giocatrice di JD è cambiata."

Seguirono delle proteste dall'altro lato del telefono.

"No, non ci saranno altri imprevisti. "

Invece ci sarebbero stati altri imprevisti, imprevisti che non si sarebbero risolti tanto facilmente.

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