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Era passata una settimana dalla discussione nella stanza delle necessità. Tranne per qualche occhiata al cavallo dei pantaloni e al lato B ai ragazzi di Hogwarts, Harry era sempre il vecchio Harry. Stessa cicatrice, stessi capelli che non volevano star giù, stessi occhiali...

Un'altra cosa che era cambiata, era che Harry durante la colazione, il pranzo e la cena cercava con lo sguardo Malfoy al tavolo dei Serpeverde. Quella situazione continuò finché, con stupore di tutti, Pansy Parkinson raggiunse Harry al tavolo Grifondoro e gli disse che quella sera alcuni dei ragazzi dell'ultimo e del settimo anno di ogni casata, si sarebbero visti alle 20:30 nella stanza delle necessità per parlare e fare altro. La Parkinson aveva aggiunto anche che poteva invitare chi voleva dei Grifondoro, la cosa importante era che avessero diciassette anni. Harry accettò e la Parkinson raggiunse il suo tavolo.

A causa della guerra, avevano tutti dovuto ripetere l'anno in cui Piton era stato preside. Quindi i ragazzi del settimo anno avevano diciotto anni, quelli del penultimo diciassette e così via, tranne che tra i ragazzini del primo hanno c'erano anche undicenni.
Era tutto tornato alla normalità.

Essendo sabato, Harry quel giorno non aveva lezione. Decise di andare a cercare Ron, Hermione, Neville, Seamus, Dean e Ginny per chiedergli se volevano andare con lui quella sera.
Appena li trovò, non fu sorpreso di sapere che avevano accettato tutti. Tutti tranne Neville, che quella sera aveva un impegno con Luna.

Era solo in quel momento. Ron ed Hermione erano fidanzati e non gli andava di stare con loro perché avrebbe fatto il terzo in comodo; Ginny ormai stava con Cho Chang.
Decise di fare una passeggiata lungo il Lago Nero. Mentre passeggiava notò Malfoy, sotto l'albero dove di solito sedeva lui per rilassarsi; così senza farsi vedere, fece il giro largo ed andò a sedersi dall'altra parte del tronco.
Harry era un ragazzo intelligente, ma alcune volte non era molto furbo. Dopo qualche secondo, la voce di Malfoy lo richiamò:

-Potter?-

-Sì? Chi sei?- disse Harry, anche se sapeva perfettamente a chi appartenesse quella voce.

-Non fare il finto tonto, sai perfettamente chi sono. Mi hai visto quando stavi passeggiando in riva al lago, anche se quando ti sei girato dalla mia parte, hai fatto finta di niente... O forse la fama ti ha dato ancora un po' più alla testa e ti ha fatto rincitrullire?- disse Malfoy.

-Ehm... ecco... Io...- balbettò Harry. Gli mancavano le parole e non sapeva perché.

-Comunque. So che è inusuale per qualcuno che ha una stirpe purosangue come la mia, ringraziare gente come te, ma... Grazie per quel giorno, quando mi hai salvato dalle fiamme nella stanza delle necessità e tutte quelle cose là. Avresti dovuto lasciarmi morire lì, un codardo come me non se lo merita.-

-Ehm... prego.- disse incerto Harry. Malfoy non si era mai rivolto così con lui. Forse una sola volta l'aveva fatto, a undici anni.

-A proposito della stanza delle necessità. Ci sarai stasera? Scommetto che hai chiesto a Lenticchia, alla Mezzosangue, a Lenticchia femmina ed agli altri tuoi pseudo-amici FinnQualcosa e Dino? Boh hai capito-

-Sì, esattamente- rispose Harry finalmente tornato in sé.

-Da quanto ho capito Pansy ha trovato un gioco babbano, che essendo tale già disapprovo, dove si fanno obblighi e domande. Speriamo non faccia schifo come quelli che ci giocano. Va bene Potty, visto che non sei in vena di parlare con un ex-Mangiamorte perché sei troppo orgoglioso. Ciao.- disse Malfoy, alzandosi e camminando a passo spedito.

Harry non aveva avuto modo di parlare. Malfoy non gli aveva concesso la parola.
Sì senti un po' in colpa, gli parve di averlo turbato... Ma perché gli interessava?
Non doveva interessargli. Anche se si era scoperto, in aula, che Lucius Malfoy aveva costretto suo figlio a diventare un Mangiamorte, Malfoy l'aveva preso in giro ogni giorno.
Quindi perché sentirsi in colpa? Harry si sentiva strano.

Quando Malfoy parlava sentiva un po' troppo caldo per essere in inverno.

Strano, ma vero DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora