Giochi

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Dopo avermi guardato un ultima volta chiuse la porta, e se ne andò.
Poi ovviamente riniziò il caos, tra le mille domande e i pensieri negativi di April.
"Io lo dico per te Crys, quel ragazzo non mi piace"
All'ennessima alzata di occhi, guardai la mia amica, non avevamo ancora parlato di quello che era successo la sera prima.
Mentre lei continuava a vomitare un'altra serie di insulti e domande, sul cosa fosse realmente successo, la fermai, appogiandoli una mano sul braccio.
"April, come stai?" le chiesi.
"Ovviamente, da persona matura, capì al volo la mia domanda, ma sganciando uno dei suoi sorrisi più falsi; rispose semplicemente:
"Bene, perchè, è uno come tanti"
Rimasi quasi spiazzata dal fatto che in quella frase non trasparive nessuna emozione, nemmeno un briciolo di senso di tristezza.
"Davvero se ne vuoi parlare sono qui, e poi ieri non mi sembrava non t'interessasse.." concludo, non voglio farla arrabbiare ma penso sia la cosa migliore.
"Crys non c'è nessun problema, poi ora come ora non ne voglio parlare, perchè di senso non ne trovo, è solo tempo buttato." mi risponde.
"Wow, beh dai meno male, ora possiamo passare questa domenica a mangiare schifezze e guardare Netflix?"concludo con un sorriso, e foga, sono ancora stanza e mezza rotta da ieri, la mia voglia di fare qualcosa è proprio sotto i miei piedi.
"Oh si, hai capito tutto" mi dice April, poi sghignazza e continua "vicini vicini come te e Nathan".
"Si vicini vicini" replico facendogli una smorfia e scoppiando a ridere.

Così passammo il resto della domenica sul divano a guardare Netflix mangiando ogni tipo di cibo spazzatura presente nella mia dispensa.
Cademmo poi in un sonno profondo.

...

E' la sedicesima sveglia che sento squillare.
Non voglio aprire gli occhi, non ho la minima voglia di andare a scuola.
"Apriilll" inizio ad urlare "spegni quel dannato telefono o è la volta buona che te lo butto!"
"Buongiornoo" la sento urlare e ridere dalla cucina.
"Direi che è ora che ti svegli e vai a farti una doccia!" continua.
"E io direi che oggi non vado a scuola e sto a casa a dormire" finisco e mi metto sopra la testa un cuscino, sperando di non sentire una sua replica.
Ma poi la sento arrivare a passo deciso verso di me, si ferma e mi toglie il cuscino, ed inizia a picchiettare il piede contro il pavimento.

La odio non ho altro da aggiungere, mi rigiro nel divano.
"Crys, non farmelo dire un' altra volta è!" mi dice.
Mi viene da ridere, sembra mia mamma.
"Va bene mamma, vado a preparami" dico alzandomi e dirigendomi in doccia.

Vado in bagno, apro l'acqua e inizio a farla riscaldare, intento prendo i vestiti.
Poi mi butto dentro quel bel cunicolo di vapore, e rimango li per i venti minuti seguenti.
Quando l'acqua tocca i tagli provocati dai vetri, non faccio altro che sussultare per il dolore insieme al gran nervoso che ormai si è depositato insieme a loro.

Esco e mi preparo, mi vesto, lavo i denti, asciugo i capelli e mi metto un filo di trucco e via.
Passo in camera e prendo lo zaino e mi infilo un paio di scarpe a caso.

Scendo le scale, di corsa, prendo un tost e mi siedo, ma ovviamente April comincia:
"Siamo già in ritardo, non sederti."
CHE ESASPERAZIONE.
"Non ho ancora bevuto il caffè!"
"Lo prendiamo al bar, della scuola" mi risponde.
"Possiamo passare in caffetteriaa?" chiedo.
"Nah, non mi va oggi"
"Ok"

Così mi alzai, chiusi casa e ci dirigemmo verso la scuola, nonostante il tragitto non fosse molto, il rischio di addormentarsi con il traffico e la guida di April era molto alto.

...

Dopo il caffè ci dirigemmo ognuna nelle proprie aule, io dovevo seguire il corso di diritto e April quello di chimica o forse era fisica non mi ricordo ero già persa nei miei pensieri.

...

Al termine di tutte le lezioni, April mi mandava aggiornamenti sul suo dafarsi e io purtroppo le rispondevo a monossilabi, poichè la stanchezza si faceva ancora sentire.
Conclusa la sesta ora, andai verso il mio armadietto, avevo una gran voglia di chiuderlo e finire così la mia giornata scolastica.
Iniziai a percorrere il corridoio per arrivare a quello stramaledetto deposito dei miei libri, quando mi ritrovai Thomas, proprio li, affianco al mio.

Per quale cavolo di motivo se ne stava lì.

Lo passai, facendo quasi fina di niente ma prima che inserì la combinazione iniziò a parlare, maledizione, non ho la minima voglia di starlo a sentire, così mi blocco e lo ascolto.
"Non puoi evitarmi e comportarti da merda per sempre" inizia.
"Tu dici? Beh io non ci scommeterei."
"Ah, io ci scommetto invece, prima o poi la finirai, e capiri"
"Scommettiamo, perchè non credo proprio" continuo, sorridendogli.

Continuo ad inserire la combinazione, ed appena apro l'armadietto cade un foglietto.
Mi abbasso e lo prendo, poi inizio a leggerlo.
E' di Nathan, lo apro e continuo a leggere:
Ti aspetto alla mensa per pranzo, devo darti ciò che non ho avuto il coraggio di darti ieri.

Rimango un po' confusa dal messaggio.
Quando rialzo la testa mi accorgo che Thomas, se ne era già andato, beh meglio così, non avevo più voglia di starlo a sentire lui e i suoi giochetti stupidi.
Così mi dirigo alla mensa, e dico pure ad April di venire.
Arrivo e cerco Nathan, poi lo vedo in uno dei tavoli infondo insieme ai suoi amici, dove riconosco solo il ragazzo dai capelli rossi; poi nel tavolo di fianco scorgo la fantastica Amelia, Thomas e Jackson.

Oh perfetto, mi dirigo verso Nathan, e quando mi vede pure lui mi viene incontro.
"Ehi cia" queste erano le parole che stavano uscendo dalla mia bocca, quando quel ragazzo dai capelli mori davanti a tutti, poggiò una mano sul mio collo, mi tirò a sè ed inizio a baciarmi con quelle labbra morbide e calde.

Abbastanza scioccata dalla cosa mi tirai indietro, la mia espressione facciale poteva benissimo essere comparata ad un punto di domanda.

"Ecco, questo era quello che volevo darti ieri" concluse sorridendomi.

Allibita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 25, 2018 ⏰

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