Io e Harry siamo sull'aereo; sono passati pochi giorni dall'incontro con la Regina. Siamo diretti in Italia dove ad attenderci ci saranno Tommaso e Domenico. Ci porteranno in questura dove sporgerò finalmente denuncia. Sarà inoltre lì che incontrerò i miei avvocati, coloro che mi aiuteranno a vincere la causa contro quel mostro.
Durante tutto il viaggio, Harry mi stringe la mano e la bacia. Lo amo da impazzire. Mi rendo conto solo adesso che non gli ho mai detto esplicitamente queste parole, tanto meno lui. Anche se è a conoscenza di quello che provo sento il bisogno di farlo. Sto per aprire bocca quando il segretario si avvicina per dirci che stiamo per atterrare.
Così riesco solo a ringraziarlo per il suo sostegno. Lui mi risponde lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra. Eh già, lo amo proprio.Tutto va come previsto; all'aeroporto troviamo Tommaso e Domenico. Appena li vedo mi viene spontaneo abbracciarli forte. Loro ricambiano con la stessa intensità. Successivamente Harry stringe ad entrambi la mano. Mi sembra per un attimo di sentire un grazie da parte di Harry nei loro confronti.
Ad attenderci in questura ci sono Laura e Martina. Mi gettano le braccia al collo. Rimaniamo in questa posizione per qualche minuto. Gli devo molto, a tutti quanti devo molto.
Presento loro Harry e scorgo Martina che mi strizza l'occhio come segno d'apprezzamento facendomi sorridere.
Successivamente incontro i miei avvocati.
Ci accompagnano in una stanza dai toni scuri. Al centro c'è un tavolo con, tutte intorno, delle sedie girevoli. Insisto perché Harry rimanga e così è. Per tutto il tragitto, dall'aeroporto a qui e anche dopo, Harry non mi lascia mai la mano. E lo apprezzo molto, più di ogni altra cosa.Nella stanza siamo in tanti. Oltre a me ed Harry e agli immancabili Jonathan e Alan, ci sono i miei avvocati, il pubblico ministero che avanzerà la richiesta al Giudice per le indagini preliminari. Dopodiché, se il processo continuerà, potrà portare alla sua condanna.
"La pena per coloro i quali si siano resi colpevoli del reato di violenze verso familiari o conviventi è quella della reclusione da due a sei anni. - Inizia il mio avvocato; - qualora dalla violenza derivi una lesione personale gravissima, come nel suo caso la perdita dell’uso di un organo, la pena è quella della reclusione da sette a quindici anni."
Le lacrime minacciano di uscire ma la mano di Harry che stringe la mia, mi aiuta. Avrei voluto non dover mai arrivare a questo, ma non ce la faccio.
"Lei vuole chiedere il divorzio, è corretto?"
Mi volto in direzione di Harry; lui mi sorride così annuisco.
Poco dopo chiedo di restare sola con i miei avvocati. Si alzano tutti, compreso Harry; io, però, gli stringo la mano attirando la sua attenzione per fargli capire che lui deve restare con me, così riprende posto al mio fianco.
"Ci dica." I miei avvocati hanno un'espressione perplessa ma tra poco sarà tutto più chiaro.
"Io ho delle prove della violenza. Prove fisiche e ho bisogno che voi mi diciate se vale la pena presentarle a chi di dovere, oppure no."
"Di che prove parla?"
"Parlo di video che hanno ripreso abusi di 5 anni e mezzo, foto giornaliere degli ematomi e una copia delle cartelle ospedaliere dei miei due ricoveri."
Loro si guardano... non so neanche come.
"Come fa ad avere tutto questo?"
"Quando ho capito che sarebbe andata avanti per molto, ho preso precauzioni. Allora, ci possono servire o no?" Gli chiedo.
"Assolutamente si, li ha qui con lei?"
"Certo."
Loro annuiscono sorridendo. Credo siano consapevoli che con queste prove abbiamo la condanna in tasca.
Subito dopo escono per chiamare il PM e rientrano con quest'ultima.
La mettono al corrente delle novità e lei manifesta il suo bisogno di visionare il materiale.
Decido però di non assistere. A guardare i video saranno solo i miei avvocati e il PM. Nessun'altro.Quando usciamo dalla stanza, ci sono molte persone intorno. Il mio sguardo passa su ognuno dei loro volti fino a quando non vedo il suo. Quello di mia nonna. È solo allora che lascio la mano di Harry, che per tutto questo tempo ho tenuto stretta alla mia, per correre nella sua direzione. E le lacrime che ho tentato di reprimere in tutto questo tempo, sgorgano senza freni. Nella sala si odono solo ed esclusivamente i nostri singhiozzi. Le sussurro all'orecchio le mie scuse senza sosta. E lei mi abbraccia forte accarezzandomi i capelli. Dopo una manciata di minuti, ci ricomponiamo.
Mi giro a cercare lo sguardo di Harry e lo trovo: è poco distante da noi così gli faccio cenno si avvicinarsi e, una volta raggiunteci, lo presento a mia nonna. Lei sorride prima a lui e poi a me.
Sento che le cose sono diverse dall'ultima volta. Non sono certa che le piaccia ma sono speranzosa. Harry è molto diverso da Luca. Il fatto che io lo amo di certo non comporta che tutti facciano lo stesso ma, qualcosa mi dice che lo faranno presto.Trascorro tutta la giornata insieme ad Harry e mia nonna confinati in albergo. C'è da dire però che non sentiamo questa costrizione. Noto con piacere che Harry e mia nonna discutono amabilmente, ridono, scherzano. Fortunatamente mia nonna conosce l'inglese, altrimenti...
Verso sera Harry ci lascia per tornare in camera. Ho così modo di parlare con lei."Ti chiedo scusa. Avrei dovuto ascoltarti. Ci avevi visto lungo su Luca e io non ti ho dato retta. Mi porto dietro questo rimpianto da allora. E ti chiedo scusa per averti allontanato da me. Non volevo credere che avessi ragione."
"Non devi chiedermi scusa, tesoro. - Dice prendendomi le mani - probabilmente neanche io mi sarei fidata del mio giudizio. Tu lo amavi e l'amore, per quanto bello sia, può farti vedere le cose in una prospettiva che non è sempre del tutto positiva. Non hai colpe. Io, d'altro canto, ne ho. Non ti ho cercato. Mi sono convinta che avessi torto e ti ho lasciato libera. Hai smesso di cercarmi e così ho fatto anch'io. Non sei l'unica ad avere dei rimpianti. L'unica cosa da fare è perdonarci a vicenda. Potrai mai farlo?"
Mi domanda; al che io mi getto tra le sue braccia. I suoi abbracci, insieme a quelli di Harry, hanno sempre saputo di casa.
Ho degli amici che sarebbero pronti a qualsiasi cosa per aiutarmi, un fidanzato amorevole e una nonna in grado di farmi da madre, padre, zia... qualsiasi cosa.
Quando ci lasciamo e torno in camera, Harry è ancora sveglio ad aspettarmi. È coricato sul letto con le braccia dietro il capo. Appena mi vede mi fa segno di avvicinarmi e così faccio. Appoggio la testa nell'incavo del suo collo e lui mi circonda la schiena con le braccia."Non te l'ho mai detto veramente, non ho mai pronunciato queste parole. Allora te le ho lasciate soltanto intendere ma non credo sia abbastanza perché meriti di sentirtele dire perciò..." Alzo la testa e torno a guardarlo. Faccio un respiro profondo e riprendo.
"Ti amo. Come non ho mai amato nessuno. Tra le tue braccia mi sento a casa ed è lì che voglio stare per il resto dei miei giorni. Sei la famiglia che non ho mai avuto e ti amo più di quanto sia possibile all'uomo."
Lui inizialmente non risponde, mi guarda e basta. Non mi aspettavo di sentire una risposta analoga, desideravo soltanto che lo sapesse. Faccio per appoggiare la testa sul suo petto quando lo sento pronunciare le fatidiche parole.
"Anche io ti amo. Non immagini quanto." Afferma prendendomi il viso tra le mani e baciandomi. Un bacio diverso da quelli recenti, non semplice, non casto; tutto l'opposto a dire il vero. Un bacio che anticipa quello che seguirà. Qualcosa che mi è mancato in questi mesi in cui siamo stati lontani.Durante la notte, ci ripetiamo a vicenda quelle due parole ininterrottamente, come se necessitassimo di risentirle. Forse è così, anzi, sicuramente è così. Sono le parole che voglio sentire per il resto dei miei giorni se pronunciate da lui.
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Non puoi scappare per sempre
RomanceGreta Ferrari è un importante neurochirurgo. Si è trasferita da poco a Londra dall'Italia; sta scappando da qualcosa, o meglio, da qualcuno. Qui incontrerà, in circostanze non proprio felici, il Principe Henry del Galles, un uomo all'apparenza piut...