Quando apro gli occhi non riconosco il luogo in cui mi trovo. Quasi subito però, mi tornano alla mente il litigio della sera precedente con Harry e la mia conseguente decisione di dormire in un'altra stanza. Sento un peso non indifferente nel petto. Forse sono stata un po' troppo... semplicemente troppo. Avrei dovuto voler chiarire e non andare a dormire ancora in collera e in stanze diverse. Credo ancora nelle mie ragioni ma forse, avrei potuto reagire in modo più pacato nei suoi confronti.
Sento il bisogno di chiarire. Vado così nella nostra camera. Busso ma non sento risposta, così entro. Il letto è rifatto, sembra intatto per quanto è perfetto.
Controllo anche in bagno ma niente. Scendo allora le scale per andare a cercarlo al piano inferiore e quasi mi scontro con una donna delle pulizie.Una donna fine, aggraziata. Capelli biondo cenere raccolti in un perfetto chignon e occhi chiari. Indossa una divisa bianca senza fronzoli.
"Buongiorno signorina." Mi dice facendo un breve inchino.
"Buongiorno." Rispondo. Lei sta per oltrepassarmi quando la fermo.
"Mi scusi, sa dov'è Harry? In camera sua non c'è..."
Lei assume improvvisamente un'aria dispiaciuta.
"Signorina non lo sa?!"
"Sapere cosa?" Il peso sul petto si fa sentire sempre di più.
"Il Principe è partito per un viaggio ufficiale stamani. Tornerà tra qualche giorno." La ringrazio, lei annuisce e se ne va. Resto a guardarla mentre sale le scale: ha un passo felpato al punto che se non la stessi guardando, non saprei nemmeno fosse qui.
Mi sembra impossibile che Harry sia partito senza dirmelo.
Vado alla ricerca di magari un biglietto che Harry può aver lasciato in un posto abbastanza visibile da essere trovato; cerco sul frigorifero in cucina, nell'ingresso, ma niente. Senza alcun risultato e con un'aria triste e sconfitta, torno in camera e comincio a prepararmi per il lavoro.Verso le 9, tra una visita di routine e un'altra, mi rendo conto di avere ancora il cellulare spento dalla sera prima. Non appena lo accendo inizia a suonare ininterrottamente per la valanga di messaggi arrivati tutti in una volta.
Tra i tanti noto un messaggio di Harry nel quale mi avverte della partenza. Ad attirare la mia attenzione è una frase in particolare:Al mio ritorno dobbiamo parlare.
So benissimo che è quello che dobbiamo fare e farò di tutto perché ciò avvenga senza che io scappi. Perché è quello che faccio, fuggo dalle situazioni. Harry aveva ragione. È giusto che chiariamo le cose e lo faremo. Non appena tornerà.
Poco più tardi in ascensore incontro Marcus. Colgo la palla al balzo e lo coinvolgo in una conversazione circa il nostro progetto. Non avendo nessuno dei due, né interventi né visite, ci chiudiamo in sala riunioni a discuterne.
"A me farebbe piacere." Dice mentre chiudo la porta alle nostre spalle.
"Basta che prometti di non scappare questa volta." Termina ridendo. Abbozzo un sorriso in risposta. Ai suoi occhi, quello che ha detto è una semplice battuta perché non sa la realtà dei fatti. Ho infatti pregato Martha di non dire niente a nessuno e così ha fatto.Ho proposto a Marcus di indire un'altra conferenza stampa nella speranza che termini diversamente rispetto alla precedente.
A breve ci sarà il processo e dovrò tornare in Italia, perciò farò in modo che la data non venga fissata in quei giorni.
Per la prima volta dopo anni non vedo l'ora di rivedere Luca perché so che mi vedrà da dietro le sbarre mentre testimonierò contro di lui."Nel periodo in cui sei andata in America, mi sono accorto che tutti i documenti necessari li avevi tu. Dimmi che li hai ancora..." chiede quasi in tono di supplica.
Io annuisco ridendo.
"Anzi, se non hai altri impegni possiamo andare domattina a prenderli appena smontiamo dal lavoro. A meno che tu non preferisca riposare, in tal caso lo capirei." Gli rispondo. Lui mi rassicura così ci mettiamo d'accordo per le 8 del giorno dopo."Allora come sta andando il primo giorno?" Mi chiede Martha quando la incontro appena fuori dalla sala operatoria.
"Bene. Non immaginavo mi mancasse così tanto." Affermo.
"Da quanto tempo non operavi?"
Faccio un calcolo breve a mente.
"Qualche settimana. Ho lavorato in questi mesi, non sono stata con le mani in mano. Sai che non ci riesco." Lei è stupita. In effetti non le avevo detto niente.
"Davvero? Hai lavorato? Ora che ci penso, dove sei stata durante quel periodo?"
"Sono andata in America, Chicago per l'esattezza."
"Bella Chicago." Afferma con un'aria sognante. Io annuisco sorridendo. Ho una leggera nostalgia di quei posti. Più che altro per il freddo. Non sono mai stata una che ama l'estate; anzi, al contrario: amo il freddo. La stufa, la cioccolata calda, maglioni, coperte...
Del resto è più facile aggiungere strati piuttosto che toglierli.
"Ho degli aggiornamenti. Ho parlato con Marcus e abbiamo deciso di indire un'altra conferenza stampa per il nostro progetto. Solo non a breve. Vedi, sono stata convocata in tribunale. Tra una settimana comincia il processo a carico di Luca per associazione a delinquere finalizzata all'estorsione. So che ho appena ripreso a lavorare, ma ho bisogno di alcuni giorni di permesso."
Lei mi poggia le mani sulle spalle tranquillizzandomi. Mi dice che posso prendermi tutti i giorni di cui necessito se servono a liberarmi di lui una volta per tutte.
Sono grata a chiunque sia stato, per aver fatto in modo che il mio cammino incrociasse quello della meravigliosa donna che ho di fronte adesso. E non lo sto dicendo solo in questo caso, ma per tutto. Se non fosse stato anche per lei, non so dove sarei. Mi ha preso sotto la sua ala proteggendomi e io non smetterò mai di ringraziarla.Alle nove di sera sono nella stanza del medico di guardia; mi ci sono rifugiata nel tentativo di prendere sonno e riposarmi ma, inevitabilmente, l'immagine di Harry mi riempie la mente. Decido di
chiamarlo.
"Greta"mi risponde freddamente dopo qualche squillo.
"Ciao."
Inspira. "Ciao" dice, a voce più bassa.
"Dove sei?"
"In Canada. Una visita ufficiale."
"Quando torni a casa?"
"Nel fine settimana."
"Bene. Ti lascio ai tuoi impegni allora."
Rimaniamo tutti e due in linea, il silenzio tra noi si fa pesante.
"Buonanotte, Greta" dice lui, infine.
"Ciao, Harry."
Riattacca.
Fisso il telefono. Non so che cosa si aspetti da me. Non ho intenzione di permettergli di calpestarmi. È furioso, d’accordo, ci può stare. Sono furiosa anch’io. Ma la situazione è questa. Non può credere che farò tutto ciò che lui e la sua famiglia vorranno e che abbasserò la testa ad ogni richiesta.
Voglio che riconosca che questo modo di comportarsi non è accettabile. Non può dare per scontato tutto.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime ma le ricaccio indietro. Sistemo il cuscino e cerco di dormire un po'.
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Non puoi scappare per sempre
RomanceGreta Ferrari è un importante neurochirurgo. Si è trasferita da poco a Londra dall'Italia; sta scappando da qualcosa, o meglio, da qualcuno. Qui incontrerà, in circostanze non proprio felici, il Principe Henry del Galles, un uomo all'apparenza piut...