Nel pomeriggio mi dirigo in cucina alla ricerca di cibo. Dopo essermi rifugiata in camera stamattina, non sono più uscita. Fino ad ora.
Qualche ora fa Harry, dopo avermi fatto compagnia, mi ha lasciato sola; aveva delle cose da sbrigare nello studio.
Prima di andare a procacciarmi da mangiare faccio capolino nell'ufficio. Lui è lì. Sempre elegante. Sempre bellissimo. Indossa una camicia di lino azzurra. Appena mi vede mi sorride facendomi segno di avvicinarmi. Mi siedo sulle sue ginocchia.
"Vuoi parlarne?" mi chiede.
Gli prendo la mano, me la porto alla bocca per baciarla.
"Non proprio."
"Devi parlarne. Liberare quella bella testa da tutta la pressione dei pensieri." Dice sorridendomi.
"Sono una brutta persona" affermo alla fine.
"Non lo sei affatto. Perché ne sei convinta?"
"Erika e Marco vogliono ricominciare. Vogliono starmi vicino e io li ho respinti. Io non voglio. Sono ancora furibonda. Provo più rabbia di prima se possibile. Avrebbero potuto spiegarmi per bene le cose. Avrei capito. Saremmo rimasti in contatto, avrei continuato a considerarli i miei genitori nonostante non lo fossero a livello legale. E invece no. Hanno preferito guardarmi crescere da lontano, attraverso quello che mia nonna gli raccontava."
"È giusto essere arrabbiata ma quando la rabbia nei loro confronti finirà e fidati, lo farà presto, che succederà? Capisco il tuo punto di vista e lo rispetto ma dai a te stessa la possibilità di perdonare."
"Sai qual è la cosa che mi da più fastidio? Che prima ho avvertito nel tono di Erika un giudizio quando ha detto che ho allontanato mia nonna. Per quello che ho fatto a causa di Luca. Non si può permettere di giudicarmi. Loro mi hanno distrutto e ho dovuto rialzarmi. Mi pento ancora oggi di quello che ho fatto per riuscirci."
Mi alzo dandogli le spalle. Comincio di nuovo a piangere senza sosta. Un pianto che mi toglie il respiro.
Poi mi volto e vedo che è terrorizzato.
"È questo il fatto. Il segreto peggiore associato al mio passato. Il segreto che mi porto dietro. Non il fatto di essere stata maltrattata, ma la convinzione di essermelo meritato in qualche modo, perché IO ho permesso che accadesse, che lui mi picchiasse. Me ne vergogno, mi sento sporca. Avrei potuto fare qualcosa ma, invece, sono stata in silenzio. Ho lasciato che accadesse, che continuasse. Mi vergogno." Dico tra i singhiozzi.
In un attimo Harry è dinanzi a me. Mi circonda in un abbraccio. Non sa come comportarsi: la sua ragazza è nel suo ufficio e manca poco prima che si strappi i capelli. Saremmo tutti disorientati.
Mi giro e premo la testa contro il suo petto. "Ti amo. Lo sai, vero?" Mi dice con le labbra premute contro i miei capelli.
Annuisco.
Dopo qualche istante e un numero indefinito di respiri profondi rispondo.
"Non so se sarei riuscita ad affrontare tutto questo senza il tuo sostegno. Rendi ogni cosa più facile. Posso sfidare il mondo a patto che tu sia al mio fianco."
Lui torna a guardarmi sussurrando "sempre".La sera, prima di andare a dormire, passo a trovare mia nonna. Ha intenzione di partire domani. Continua a ripetermi che non può essere ancora nostra ospite perché 'l'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza'.
Quando mi affaccio alla porta sta preparando la valigia. L'accompagneremo all'aeroporto domattina.
"Sei pronta?" Le domando attirando la sua attenzione.
"Si, restano alcune cose che mi servono ancora. Come ti senti?"
"Bene. Tu?"
Lei annuisce semplicemente. Resta a guardarmi. Non vuole tirare fuori l'argomento così lo faccio io.
"Cosa ne pensi?"
"Penso che abbiano sbagliato a lasciarti. Te lo dissi allora e lo penso tutt'oggi. Ma è vero, in tutti questi anni hanno cercato di starti vicino."
Mi si avvicina prendendomi le mani.
"Ti amano come se fossi la loro figlia. Permettigli di farsi perdonare."
Restiamo entrambe in silenzio a guardarci per minuti interi.
Penso abbia ragione. Non sarà facile dimenticare tutto e di certo non ho intenzione di farlo, ma posso cercare di ricostruire il rapporto che avevamo.
"Dove alloggiano?" Le domando alla fine.
"In un albergo fuori dal centro di Londra ."
"Mi ci accompagneresti?"
Sfoggia un sorriso a 32 denti.Mentre scendiamo le scale ci scontriamo con Harry. Mia nonna ci lascia da soli proseguendo.
"Dove state andando?" Mi domanda Harry ridendo.
"A trovarli. Voglio provarci, Harry. Avevi ragione: non posso lasciare che la rabbia la faccia da padrone. È da quando abbiamo parlato che continuo a chiedermi come sarebbe andata. Voglio vedere come va. So benissimo che non sarà come era un tempo ma... possiamo provarci. Che dici?"
"Sono orgoglioso si te."
Mi abbraccia lasciandomi un bacio sul capo.
"Non aspettarmi sveglio, non so a che ora torno." Gli urlo prima di chiudermi la porta alle spalle.
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Non puoi scappare per sempre
RomanceGreta Ferrari è un importante neurochirurgo. Si è trasferita da poco a Londra dall'Italia; sta scappando da qualcosa, o meglio, da qualcuno. Qui incontrerà, in circostanze non proprio felici, il Principe Henry del Galles, un uomo all'apparenza piut...