Capitolo 16

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La mattina seguente, dopo essermi svegliata presto mi reco a lavoro. Il turno trascorre tra interventi e visite di routine. È da ieri sera che non vedo e non sento Harry e solo a pranzo riesco a prendere il telefono per chiamarlo.

"Buongiorno piccola" risponde salutandomi senza darmi il tempo di farlo per prima.
"Buongiorno." Rispondo.
Mi sciolgo quando mi chiama così e sembra che lui lo abbia notato dal mio tono di voce, perché ride.

"Hai pranzato?" Mi domanda.
"Lo sto facendo adesso, ho avuto una giornata un po' piena."
"Interventi?"
"Già. 4."
"Spero siano andati bene..."
"Lo spero anch'io; tre su quattro sicuro. Quello in forse, vedremo..."

"Hai bisogno di svagarti allora. Stasera. Cena. Io e te."
"A che ora?"
"Alle 8. Ti passo a prendere a lavoro?"
"E se invece venissi a casa mia e mangiassimo qualcosa lì?" Azzardo a chiedergli. "Non ti fare strane idee, però." Aggiungo immediatamente.

Lui ride. Ho già detto che amo la sua risata?! Forse una o due volte. Comunque la adoro.

"Voglio vedere il tuo mondo. La casa in cui si vive dice molto di una persona. E voglio conoscerti meglio."
"Ok, allora. Ci vediamo alle 8."

Restiamo ancora per qualche minuto a parlare del più e del meno fino a quando noto che la mia pausa pranzo è terminata e sono perciò costretta a salutarlo e tornare a lavoro.

Alle 7:45 sto raccogliendo le mie cose nello spogliatoio quando mi arriva un messaggio.

DA HARRY
~Sono in sala d'attesa. Ti aspetto. Fai con calma.

Senza rendermene conto in men che non si dica sono nei pressi della sala d'attesa e riesco a vederlo. È avvolto in un cappotto nero. È bellissimo. Sto per avvicinarmi quando Marcus mi ferma.

"Ehi. Senti avrei bisogno di un consulto." Io lo fisso spiazzata.
"Adesso?!" Gli domando sperando in un no.
"No, non adesso. Domani se ti va bene. Hai un appuntamento?" Mi chiede con un sorrisetto che intende ma non dice.
"Ehm... no. No, sono in ritardo, stasera trasmettono l'episodio di una serie tv che amo e non voglio perderlo. Ci vediamo domani." Affermo camminando veloce in direzione della sala d'attesa. Quando mi giro verso Marcus, lui non c'è più per fortuna e non può vedermi.

Appena Harry mi vede si alza e, con lui, le sue guardie del corpo. Ci abbracciamo e lui fa per baciarmi ma io gli porgo la guancia. Rimane interdetto, lo noto, ma fa finta di niente. Mi mette un braccio intorno alla vita e ci avviamo verso gli ascensori. Nessuno sembra prestare attenzione al mio accompagnatore, il che è una gioia.

Durante il tragitto in macchina, parliamo di qualsiasi cosa anche se Harry fa attenzione a non toccare mai l'argomento ma so che prima o poi vorrà spiegazioni in merito.

Appena arriviamo restiamo in auto all'incirca un quarto d'ora in attesa che le guardie dal corpo controllino il mio appartamento, dopodiché saliamo a nostra volta.
"Accomodati e, scusa per il disordine " dico.
In realtà la casa non è disordinata ma... è buona cosa dirlo sempre.

"Wow... - dice guardandosi intorno - è piccolo qui."
Io resto a bocca aperta. Colgo il sarcasmo ma faccio finta di niente.
"Oh, scusi se non abito a Buckingham palace, vostra altezza " dico mimando una riverenza. Lui comincia a ridere e poi dice "Non ti ho mai vista da quelle parti in effetti..." risponde facendo finta di rifletterci su.
"E comunque io non vivo a Buckingham Palace, ma in un cottage che... si, è un po' più grande di questo. Un po' tanto." Aggiunge guardandosi intorno.

"Scemo" lo colpisco al braccio.
Mentre mi dirigo in cucina gli chiedo cosa vuole mangiare.
"Una pizza?!"
"Oh, oh, oh. Conosco la cosa che qui voi chiamate pizza e, da italiana, la considero un insulto."
"È un no?!"
"Si" dico ridendo.
"Si, compriamo una pizza o si, niente pizza?"
"Il mio si, è in realtà un no. Quindi niente pizza." Affermo sorridendo.

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