Harry è lì, sempre bellissimo.
Io gli sorrido ma lui non ricambia. Mi si avvicina e quando guardo attentamente noto che ha in mano lo stesso giornale che ho gettato poco fa.
"Ehi, tutto ok?" Gli chiedo preoccupata.
"C'è un posto dove possiamo parlare?" Lui evita il mio sguardo.
"Si... ma va tutto bene?"
"Dobbiamo parlare" risponde sventolandomi il giornale davanti alla faccia.
Lo accompagno in una saletta lì vicino e, non appena chiudo la porta, lui sbotta.
Il suo volto cambia colorito. Per un istante mi fa paura.
"Chi diavolo è Eric?"Lui come fa a sapere di Eric?
"Dove hai sentito quel nome?"
Getta sul tavolo il giornale che fino a qualche istante teneva stretto tra le mani.
Apro nuovamente l'articolo e leggo il nome di Eric. Non l'avevo notato prima. Lo guardo e lui sta facendo lo stesso.
"Dimmi che non è vero! Dimmi che non stai con un altro."
"Harry..."
Mi blocca impedendomi di parlare.
Rimane in silenzio per qualche momento.
Comincia a farneticare, parla così velocemente da non permettermi di capire.
"Mi hai mentito! Hai un altro!"
Io apro la bocca più volte cercando di parlare ma lui supera la mia voce con la propria. Andiamo avanti così per un paio di minuti fino a quando non mi stanco e mi dirigo verso la porta. Lui mi prende per un braccio bloccandomi.
"Dove vai? Dobbiamo parlare."
"Ah si?! Dobbiamo? Perché mi pare che l'unico a parlare qui sia tu. Non mi permetti di raccontare la mia versione che, fidati, non si avvicina neanche lontanamente a ciò che credi tu."
Lui continua a guardarmi. Io indico la sua mano stretta intorno al mio braccio, così mi lascia andare.
Prendo posto su una delle sedie intorno al tavolo e lui mi segue.
"Eric non è nessuno."
"Che significa?"
"Non esiste nessun Eric."
"Ma sul giornale c'è scritto..."
"Lasciami spiegare. Ricordi quando tu mi hai chiamato invitandomi a teatro? - Lui annuisce - io subito dopo sono andata da Alex per parlarne con lei. Dato che qui in ospedale le notizie non volano, si teletrasportano direttamente, ero certa che facendo il tuo nome le persone avrebbero fatto 2 + 2 e perciò, Alex ha cambiato il tuo nome da Harry ad Eric così da poter parlarne senza problemi. Ed infatti, qualche giorno dopo, il mio collega mi ha chiesto chi fosse questo Eric di cui si vociferava. L'ho fatto per tutelarti. Per tutelarci. Anche se non c'era ancora nessun 'noi'. Adesso capisci?"
Lui continua a guardarmi spaesato.
"Perché non me l'hai detto allora?"
"Perché avrei dovuto? Non ce n'era motivo. Non esiste." Rispondo ridendo.
"Come hanno fatto i giornalisti a saperlo?"
"Non lo so. Sarà stato qualcuno di questo ospedale alla ricerca di soldi facili. Che schifo."
Dico alzandomi dalla sedia.
Gli do le spalle quando lui mi circonda la vita con le braccia. Allora mi volto nella sua direzione.
"Scusa se ti ho aggredito in quel modo." Mi dice.
"No, scusa tu. Sei venuto a sapere di questa storia nel modo più brutto."Mi prende il viso fra le mani e mi bacia. Ci abbracciamo per qualche istante. Il suo profumo mi inebria.
"Ascolta. - Dico allontanandomi per guardarlo negli occhi. - Ci sono alcune cose che ti devo dire; ti va se ci vediamo stasera?"
Lui annuisce ma poi si ricorda che deve partire.
"Come partire? Quando?"
"Tra poco. Sono venuto di corsa qui perché non tolleravo di aspettare quando fossi tornato per parlare di questa storia. Di cosa dobbiamo parlare?"
"Non ti preoccupare. Parleremo quando torni. Ma quando torni?"
"Tra tre giorni."
"A che ora?"
"Perché tutte queste domande?" Mi domanda ridendo.
"Perché tra tre giorni ci sarà la conferenza stampa per il progetto mio e del mio collega. Ricordi? Te ne avevo parlato."
"Certo. Ti prometto che farò il possibile per essere presente."
Lo abbraccio nuovamente. Lui fa tutto il possibile per esserci per me e io come lo ripago? Con lo schifo che mi porto dietro e che a breve gli butterò addosso.Dopo un po' mi lascia un bacio sulla testa, mi saluta e se ne va.
Poco dopo qualcuno apre la porta; io mi volto credendo che sia di nuovo Harry ma è in realtà Alex. Anche lei ha in mano il giornale.
"L'hai visto?" Chiede con un sorriso sulle labbra.
"Ehm... si. Lo puoi buttare per piacere?! È la terza volta che lo vedo stamattina." Affermo passandomi una mano fra i capelli.
"Non ci penso nemmeno. Chiaramente non sto parlando dell'articolo da quattro soldi scritto da un giornalista da quattro soldi, ma delle foto. Sono stupende!"
"Già..."
Si avvicina al tavolo e si siede sfogliando le pagine del giornale.
"Ho saputo che la conferenza stampa è stata fissata tra tre giorni. Harry ci sarà?" Mi domanda girandosi nella mia direzione.
"Ci proverà. Oggi parte e tornerà proprio in quella data."
"Ce la farà, ne sono certa. È un traguardo importante per te; non se lo perderebbe per niente al mondo. Thomas ci sarà."
"Thomas? Il tuo ragazzo?"
"Non è il mio ragazzo, non ancora almeno. - Risponde tornando a sfogliare il giornale - ha saputo di questo tuo progetto e vuole farti i complimenti."
"È un medico?"
"No. Gliene ho parlato io. Così ha anticipato il volo. Tra tre giorni sarà qui. È entusiasta di conoscerti."
"Oh, anch'io non vedo l'ora di conoscere l'artefice di quel sorriso che non vedevo da molto tempo." Dico indicando il suo volto.
Lei si alza e mi salta addosso.
"Ti voglio bene."
Io rimango in silenzio per qualche secondo per poi rispondere: "anch'io, tanto."
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Non puoi scappare per sempre
RomantiekGreta Ferrari è un importante neurochirurgo. Si è trasferita da poco a Londra dall'Italia; sta scappando da qualcosa, o meglio, da qualcuno. Qui incontrerà, in circostanze non proprio felici, il Principe Henry del Galles, un uomo all'apparenza piut...