Capitolo 1

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LARA'S POV


«Io sarei una commissione?» chiedo titubante, trovando la situazione assurda e surreale. "Ma cosa diamine si fa la gente per diventare così?"

«Si, lo sei»

«Chi è il...» mi prendo un attimo per schiarirmi la voce e, magari, trovare la definizione più adatta «committente in questione?» le parole vacillanti ed incerte renderanno sicuramente la mia immagine quella di una povera ragazzine imbecille che se la sta facendo sotto. Non che voglia effettivamente negarlo, però avrei preferito evitare.

«Se ti dico che mi sei piaciuta e ti ho presa la smetti di fare domande?»

«Non ti crederei mai. Perché rapire una ragazzina qualsiasi quando puoi avere tutte le ragazze che vuoi?» non posso credere di star avendo davvero questa conversazione con un salvatore rapitore "Il mio cognome deve essere sbagliato, dovrei spuntare come Murphy all'anagrafe".

«Ma in quel momento volevo proprio la ragazzina qualsiasi» ghigna palesemente soddisfatto della sua risposta geniale.

Alchè non so che rispondere. Colta di sorpresa resto in silenzio per qualche istante. Ciò che è certo è che non ha proprio voglia di parlarmi dei dettagli del piano. Ma sia dannata la mia curiosità e il cacchio di legame che dovrei instaurare con lui secondo la grande terapista Evans aka mia madre.

«Proprio sicuro che non finirò sul mercato nero? Tipo a qualche asta sul Deep Web o, che ne so, in Arabia Saudita»

«Ma che cazzo! Ti ho già detto di no» risponde brusco. "Guarda un po' se io sono quella rapita e questo deve offendersi se sospetto il peggio". «Senti, lo so che non è proprio una rimpatriata felice, però...ci sono dei seri motivi ok? Nessuno vuole farti del male» si interrompe concentrato su un tratto di strada curvilineo «O almeno noi non vogliamo» aggiunge cupo.

"Ah, loro non vogliono".

«Adesso si che mi sento tranquilla».

«Ti troverai bene».

Lo guardo. Subito mi si forma nella mente l'immagine di un pagliaccio killer. Di quelli che non vogliono far paura, ma che sembrano innocui e gentili, pronti solo a far sorridere un bambino con i loro prestigi. Lui è così, in questo momento sembra innocuo. Sono finita nei guai e lui si è palesato nel momento in cui ne avevo più bisogno. Uno sconosciuto mi ha salvata da due sconosciuti. Il vero problema è che subito dopo mi ha rapita. Ho come la sensazione che non riuscirò mai a crederci davvero.

Passano minuti sembrati ore. Decido di aprire ancora la bocca sovrastando il rumore ticchettante della pioggia.

«Beh...capisco che magari non potresti lasciare il tuo incarico eccetera. Però ti basterebbe dire che sono riuscita a scappare, no?» gli occhi mi si posano sulle mani. Mani che stropicciano nervose il bordo del mio vestito fradicio.

«No, non capisci. Non posso farlo» dice serio. «Nessuno mi crederebbe» le sue labbra si incurvano verso l'alto. Rabbrividisco e questa volta non per il freddo o per il vestito bagnato. Rabbrividisco perché assume un'espressione lupesca.

«Perché non dovrebbero?» lo sfido apertamente. Solo perché finora mi ha dato l'impressione di essere qualcuno di cui potrei fidarmi. Non mi sembra instabile, forse un po' stressato, nonostante ciò il suo atteggiamento è rilassato e lui sembra così tanto gentile.

«Merda, merda, no, cazzo!» dà un colpo al volante, per un istante la macchina sembra slittare sull'asfalto bagnato. Mi aggrappo forte al sedile con una mano, l'altra protesa sul cruscotto per puro istinto di sopravvivenza.

Un Mese Per Perdere La Testa (Mafia Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora