Capitolo 22

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LARA'S POV

«Si, si! Ti ripeto che stiamo tutti bene» è la prima cosa che sento dire in lontananza.

La seconda cosa che sento invece è una forte fitta alla testa che mi fa strizzare gli occhi, ancora chiusi, per il dolore.

«Non esattamente Will...» sento nuovamente la voce, ma stavolta più vicina e nitida.

«Si tratta di Lara, Will...» non appena sento il mio nome uscire dalla bocca di Lucas, decido di far finta di dormire, mantenendo gli occhi socchiusi.

Vedo la sua figura fare avanti e indietro lungo la stanza, in apparente stato di nervosismo.

Dall'altra parte del cellulare si sentono urla rabbiose che sicuramente innervosiscono il corvino.

Lo intuisco dal modo in cui si passa compulsivamente la mano fra i capelli lisci.

«Ascolta Will... Un secondo, fammi spiegare!» si trova ad esclamare messo sotto pressione da quell'uomo.

Almeno ora le urla non si sentono più dall'altro capo del telefono.
Avrà deciso di dargli la possibilità di spiegarsi a quanto pare.

«Ok, allora... Io e i ragazzi avevo deciso di uscire un po' per svagare, sai ultimamente quanto siamo stressati per il troppo lavoro. E ti assicuro che il fatto che la biondina trattenga sempre uno di noi per poterla tenere sott'occhio non aiuta a smaltire il lavoro in eccesso!» inizia lui, ed effettivamente c'è sempre qualcuno con me... L'unico attimo di privacy che ho è in bagno, almeno lì non mi seguono!

Spero resterà così, non voglio mica fare i miei bisogni in un assemblea di gabinetto...

«Come ti dicevo, siamo andati in spiaggia, e siccome non volevo lasciarla a marcire su quel letto l'abbiamo portata con noi, ma a quanto pare Jerome deve aver parlato con qualcuno. Nick dice che ha sentito nominare quel coglione!» continua il suo racconto agitato mentre io me ne sto qui sul letto a fare la bella addormentata.

«Si, fatto sta che tornando nel parcheggio con lei, mi sono trovato accerchiato da tipo... quindici ragazzi credo. Non ho avuto tempo di contarli! Uno di loro mi ha detto che il loro capo voleva Lara» gli spiega... O forse è più corretto dire che gli sta facendo il resoconto della situazione.

«No ma ché! A mala pena sapevano tenere la pistola in mano... Il problema è che erano più di noi» si blocca un'istante volgendo il capo verso me e guardandomi con un sopracciglio alzato.

Per un attimo penso abbia capito che sto fingendo di dormire, ma poi torna a parlare.

«Il più esperto di loro è riuscito a colpirla alla coscia mentre scappavamo» dice tirando un sospiro pesante.

«Ci siamo nascosti dietro un muretto, ma...un altro di loro ci ha raggiunti e le avrà sparato un qualcosa come tre colpi, ed indovina? Con tutta la sfiga che ha quella ragazzina se n'è beccato uno vicino all'altro foro» sbuffa sta volta, torturando ancora una volta quel ciuffo nero sospeso sulla fronte.

«Ovvio che l'ho ammazzato! Poi siamo venuti di corsa a casa di Paul, le ha dovuto estrarre un proiettile che non era uscito... Ha blaterato qualcosa sull'arteria o qualcosa di simile, ma ha detto che con un po' di fisioterapia tornerà come nuova...» conclude, credo, il racconto.

In che senso mi hanno sparato due volte?
Apro gli occhi sorpresa e sconvolta quando il mio cervello elabora le sue parole... Specie fisioterapia!

Ho perso una gamba? Oddio no dai!

Mi metto a sedere velocemente facendomi venire un capogiro ed  attirando l'attenzione del corvino che si è fermato a fissarmi stralunato.

A mia volta inchiodo gli occhi su di lui, tirando fuori il mio miglior sorriso, sapendo che non è scemo e che ha capito.

Un Mese Per Perdere La Testa (Mafia Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora