PROLOGO

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LARA'S POV

Brrr....fa un freddo glaciale sta sera!

Lo sapevo che non sarei dovuta uscire con questo tempo che preannuncia bufera ma aveva da tanto tempo che non stavo insieme al mio...

Un sospiro affranto lascia le mie labbra, e successivamente si condensa. Osservo il fumo biancastro a contatto con l'aria, fin troppo fredda, di una particolare sera di inizio novembre, dissolversi lentamente.

Mentre inizio a strofinare tra loro le mani nel tentativo di riattivare la circolazione ripenso ancora agli eventi appena trascorsi. Mi maledico da sola per la fuga, non tanto perché ho agito di impulso, più che altro perché mi sono costretta a percorrere troppi metri a piedi e a tarda ora.

Un brivido mi percuote la spina dorsale. "È stata proprio una meravigliosa idea Lara, un applauso". A richiamare la mia attenzione è una goccia d'acqua che, cadendo sulla mia guancia, finisce per percorrere tutto il mio viso. Ne percepisco il percorso che si ferma sotto il mio mento per gocciolare a terra.

Sbuffo sonoramente obbligandomi a non fare uscire le lacrime a causa del nervoso e continuo per la mia strada sperando di arrivare alla meta il prima possibile. Voglio solo buttarmi sul mio morbido letto, tra le mie soffici coperte e urlare a squarciagola sul mio profumato cuscino di lavanda.

«Ti prego, ti prego, ti prego. Non piovere. Fammi arrivare a casa asciutta» imploro a mezza voce. Subito dopo inciampo su un sassolino invisibile e rischio di rompermi l'osso del collo.

Incespico sbilanciata in avanti e inizio a roteare le braccia alla rinfusa. Miracolosamente riesco a puntellare il palmo sinistro su un muro e riprendo l'equilibrio.

Mi porto una mano sul cuore palpitante dal terrore. Per un breve istante ho visto la mia vita scorrermi davanti agli occhi e non era proprio quella che si potrebbe definire "piena e vissuta fino in fondo".

Sto riprendendo fiato quando la mia vista periferica è attratta da un movimento fulmineo sulla mia destra. Il mio istinto mi porta a voltarmi in quella direzione. Oltre la strada deserta non c'è nulla. La pioggia sottile si è ormai fatta fitta. Sull'asfalto si sono formate delle pozzanghere.

È guardando quella più vicina al vicolo che ho appena superato che noto il riflesso di un uomo. Mi irrigidisco. Poi scuoto la testa. Sarà solo un'illusione ottica. O al massimo si tratta di un tossico alla ricerca di una dose.

Un bagliore improvviso mi illumina quando torno a camminare per la mia strada. Prima che possa sentire il rombo del tuono che ne segue, riesco a distinguere nitidamente il rumore ritmato di passi dietro me. Sussulto. Non mi fermo. Aumento il passo. "Sarà meglio cambiare strada".

Svolto l'angolo di tutta fretta. I miei dannati tacchi slittano sulla strada bagnata. Miracolosamente riesco ad evitare un'altra caduta. Sospiro per il sollievo. Poi torno a concentrarmi sui rumori circostanti. Il rumore di passi è ancora presente e costante. Più vicini di quanto non lo fossero poco fa.

Affretto il passo terrorizzata. Proprio mentre mi volto e vedo un grosso omone a pochi metri da me qualcuno mi afferra un polso.

Vengo trascinata dentro un vicolo buio e sudicio. Qui la luce dei lampioni arriva fioca e offuscata. Chiunque mi stia trascinando si ferma e mi sbatte violentemente contro il muro gelido alle mie spalle. Per un attimo, parso eternità, perdo il respiro.

"E adesso che succede?"

«Sta zitta o sarà peggio per te» mi tira per un braccio, facendomi voltare e mi preme nuovamente contro l'edificio. Sento la sua presenza premuta sulla mia figura. Mi schiaccia. Mi afferra entrambi i polsi dietro la schiena. Cerco di divincolarmi ma non riesco a smuovermi, né smuoverlo, di un centimetro.

Un Mese Per Perdere La Testa (Mafia Romance)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora