Capitolo Ventisette.

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"Ho deciso di fare questo viaggio proprio per chiarirmi le idee e per smettere di essere confusa. Tornerò con pensieri migliori e molto più precisi, quindi io andrò lì anche da sola." dico determinata.
"Io verrò con te e ti aiuterò a capire, ma ti prego fai la scelta giusta. Hanno due caratteri completamente diversi e solo uno potrà essere il tuo tipo, quindi riflettici bene." risponde sorridendo, ma allo stesso tempo mostrando la sua preoccupazione.

21 luglio, ore 06:34
Apro gli occhi e mi ritrovo nella mia stanza, in hotel. Ieri sera mi hanno detto che rimarremo qui fino a sabato pomeriggio, quindi domani andremo via. Ora vado a prendere i biglietti per il volo, ma che ore sono? Allungo il braccio per prendere il cellulare e, dopo vari tentativi, faccio cadere lampada e telefono a terra causando un rumore fortissimo. Oddio, che disastro, non vorrei averla rotta. Rialzo tutto e prendo il cellulare, sdraiandomi di nuovo come una balena. Apro il telefono e noto che è molto presto, ma visto che ormai sono sveglia che male c'è se vado a fare un giro? Ovviamente non dirò a nessuno di farmi compagnia, anzi farò piano così nessuno mi sentirà e mi vedrà.

Apro la porta ed esco, scendendo giù ed uscendo finalmente all'aria aperta. Menomale che io abbia messo una felpa perché qui fa freddo e io sono una ragazza molto, ma molto freddolosa. Vado al parcogiochi che c'è dietro l'hotel e mi siedo sull'altalena. Mi ricordo che, da piccola, mia nonna mi portava a quello di fronte casa mia e mi faceva volare alto. Poi ci siamo trasferiti dall'altra parte del paese e anche quel ricordo di nonna è andato via. Mia mamma, quando ero bambina, lavorava in un supermercato e quindi io sono cresciuta fino agli otto anni con i miei nonni.

Inizio a dondolarmi, quando qualcuno chiede se posso fargli compagnia. Mi giro e vedo una ragazza alta, mora e occhi azzurri. Sembra una dea, aiuto.
Le rispondo subito di sì gentilmente, così lei si siede sull'altalena vicino alla mia e inizia a farmi delle domande sulla mia vita. Sembra davvero una gran bella ragazza anche dentro, ma soprattutto una tosta.

10:44
Ho appena comprato i due biglietti per New York e sono troppo felice di tutto ciò. Proporrò a Natasha di farlo lì il tatuaggio, sarà tutto più bello no? Solo io e lei. I miei genitori non sanno di questo intento, ma non voglio essere influenzata perché è inchiostro che starà sempre inciso sul mio corpo e non sul loro, quindi solo io posso decidere.
Partiremo domenica mattina e torneremo sabato mattina; questi giorni me li voglio godere al massimo, anche perché poi finirà l'estate e dovrò iniziare a lavorare.
Comunque io e quella ragazza ci siamo scambiate il numero di telefono e ci sentiremo oggi pomeriggio, così le faccio conoscere il mio gruppo. Ora sto tornando a casa per annunciare alla mia amica del viaggio confermato. Vorrei partire prima, ma non posso perché altrimenti gli altri potrebbero prenderla male.

"Sono tornata!" dico, entrando nella sala in cui dovevo trovare loro, ma mi guardo intorno e noto che non c'è nessuno. Ma come? Per una volta che sono di buon umore e voglio passare una giornata tutti insieme non li trovo.
Esco da lì e vado in giardino, così trovo Yuri, Francesco e Natasha che scherzano tra di loro.
Aspetta, ma manca Federico.
"Ne manca uno, o sbaglio? Natasha comunque ho preso quella cosa per quell'altra cosa di cui ti ho parlato ieri." dico ridendo. Faccio ridere anche gli altri due che mi guardano in modo strano perché non sanno ancora nulla e poi mi dicono che Federico è andato da Benjamin, nella camera 22.
Li raggiungo e apro la porta, trovandoli con una chitarra e un microfono a registrare una canzone. Appena mi vedono smettono subito di fare ciò che stavano facendo e mi guardano quasi spaventati, come se li avessi visti compiere qualcosa di illegale.

Un'estate di Noi | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora