Capitolo Trentasette.

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Apro gli occhi e guardo l'orologio, accorgendomi che sono già le 10:12. Mi alzo silenziosamente e raccolgo tutte le mie cose, per poi uscire facendo attenzione a non cadere dalla scaletta.
Stanotte ho deciso cosa rispondere al college, infatti dopo chiamerò per dare la conferma e farmi dare tutte le informazioni.
Sarà dura per me, ma non ho intenzione di rifiutare e accantonare il mio sogno solo per stare accanto alle persone che amo.
D'altronde tornerò ogni qualvolta mi è possibile, quindi non li trascureró e rivedrò spesso la mia bella Napoli. Tutti i miei amici poi sono d'accordo su questa mia scelta, almeno penso. L'unico che potrebbe restarci male è Federico, ma suppongo che arrivato l'inverno tornerà nella sua città.
Manca ancora un mese prima che io possa partire e sicuramente non lo sprecheró in cose inutili. Ho intenzione di passare più tempo con la mia famiglia e mio fratello, dato che è da molto che non passiamo giornate tutti insieme.

Inizio a camminare, non sapendo dove andare, e mi ritrovo in una frazione di Napoli molto vicina alla mia. L'ho riconosciuta grazie al parco che c'è qui, in cui venivo sempre con i miei nonni.

Camminando per altri cinque minuti, arrivo davanti alla porta di casa mia, così la apro con la chiave che ho.
"Sono tornata!"
"Sorellina, quindi vai al college di New York?" chiede, sorridendo, mio fratello.
Dietro di lui c'è Natasha, così capisco che ha già sparso la notizia per tutto il quartiere.
"Eh già!" esclamo sorridente.
"Quindi hai confermato?" urla sorpresa, la mia amica.
Pensava che io rifiutassi, sicuro!
"Ancora no, anzi chiamo proprio ora." affermo, prendendo il cellulare dalla tasca.
Entro nel registro chiamate e clicco sul numero che mi ha telefonata ieri.

"Buongiorno, la chiamo per confermare la mia iscrizione al college. Sono la ragazza di Napoli che avevate chiamato ieri mattina."
"Oh si, mi ricordo. Bene, ha fatto la scelta giusta. Nel pomeriggio le arriverà un e-mail con tutte le informazioni che le serviranno. Buona giornata!" si affrettò a spiegare, per poi attaccare.
Molto simpatica la signora, mah!

Mia madre e mio padre entrano nel salotto che un sorriso triste, ma alquanto orgoglioso, sul volto.
Non riesco a decifrarlo!
"Fatti valere, signorina!" sussurra mia madre, abbracciandomi. Si vede che soffre per la mia partenza, ma prometto di essere sempre presente per loro; ora ancor di più, data la scomparsa di mio nonno.
"Stasera usciamo tutti insieme, così posso dire tutto anche ai ragazzi." dico, all'improvviso.
Manuel e Natasha si guardano con gli occhi spalancati, così comprendo tutto: lo hanno già detto loro.
Non riescono a stare zitti, uff!
"Okay, allora facciamo solo un'uscita normale." affermo, per poi salire in camera mia.

19:56
Indosso un jeans nero a vita alta, un top bianco e le mie adorate superstar. Prendo il cellulare e inizio a scendere le scale.
"Ragazzi, avete fatto?" urlo e subito dopo li vedo scendere le scale mano nella mano.
Sapevo fosse andata così!
Che belli che sono.

Vedo, sul telefono, l'e-mail del mio futuro college.
"Signorina Emma Romano, siamo felici che lei abbia confermato la sua iscrizione alla Columbia University, di New York. Data la sua iscrizione ritardataria è costretta, se così si può dire, a stare nel dormitorio maschile poiché i posti in quello femminile sono purtroppo terminati. Speriamo che questo per lei non sia un problema! La preghiamo di venire qui entro il 10 settembre, così da poter riguardare e ultimare i documenti.
Direttore, Edmond Dawson."

Quindi tra esattamente un mese e nove giorni io mi cimenteró in una nuova esperienza completamente sola, benissimo! Ma poi nel dormitorio maschile? Mio dio!

Saliamo in macchina e arriviamo, dopo solo qualche minuto, al McDonald's. Okay, in questi giorni sopravviverò solo di panini, patatine e Coca-Cola.

"Ehi Emmina, felice di andare a New York?" chiede Francesco, abbracciandomi.
"Siamo contenti per te." afferma Ben.
Li salutiamo e aspettiamo Federico che, come al solito, è in ritardo. Ho paura di quale possa essere la sua reazione.

"Eccomi, scusate il ritardo!" esclama, sedendosi vicino a me. Okay, dovrei parlare ora prima che gli altri possano iniziare a fare battutine.
"Fè, posso parlarti un attimo?" domando, indicando un posto isolato con la testa.

Ci alziamo e usciamo fuori.
"Senti, hai presente la telefonata che ho ricevuto ieri in auto? Beh, è abbastanza importante." quasi sussurro l'ultima frase, per poi continuare.
"Era il college di New York, ossia la Columbia University. Io, tempo fa, mandai una richiesta di iscrizione e ieri mi hanno chiamata per sapere se volevo ancora andare. Stamattina, ho richiamato per dare la mia risposta: ho accettato."
Lo guardo dritto negli occhi, cercando una qualsiasi emozione ma vedo solo confusione.
"Anche io devo dirti una cosa, Emma." afferma tutto d'un fiato. Ho paura di ciò che potrei sentire, ma mi limito ad annuire.

spazio autrice:
ecco il capitolo del 31 dicembre. scusate se è abbastanza breve, ma sono stata occupata in questi giorni.

Un'estate di Noi | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora