Capitolo Quattro.

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Penso di avere delle allucinazioni, cioè è impossibile. Porto le mani alla bocca dall'incredulità. Lui mi abbraccia con le lacrime agli occhi e io scoppio in un pianto dovuto al panico e ai brutti ricordi.
"N-nonno, sei davvero tu?" sussurro vicino il suo orecchio.
"Emmina si, sono io" dice e mi stringe ancora di più.
Mio nonno, io e mia nonna 9 anni fa facemmo un incidente. Io sono l'unica sopravvissuta a quell'inferno e ho fatto incubi tutte le notti, rivivendo quella sera. Mi sono sempre sentita in colpa, anche se non c'entravo nulla. Nonno Antonio era come un padre per me ed è stato un trauma perderlo. Io sono cresciuta con lui e vederlo morire davanti ai miei occhi, poco a poco, mi ha distrutta.
Mi spiega tutto ciò che ha fatto in questi anni e che ora vuole tornare a Napoli, dai miei genitori. Mi ha anche detto che è stato per quasi due anni in coma e appena si è ripreso non ha sentito il bisogno di tornare e scombussolare la nostra vita. Gli preparo un caffè e con la scusa lo prendo anche io.
"Sei diventata una donna, Emma." dice con il sorriso stampato sul volto. Non ho neanche il tempo di iniziare a parlare che suona il campanello.
È Federico, sì!
Apro la porta e, vedendomi con le lacrime agli occhi, mi abbraccia e chiede cosa fosse successo.
"Ora ti spiego" dico, mettendomi seduta sul divano in mezzo a lui e a mio nonno.

23:12
Io e Federico siamo in discoteca e mi sto divertendo moltissimo. Ho già bevuto 2 Moscow Mule e un bicchierino di vodka e sono al settimo cielo.
Lui sa davvero come farmi felice.
"Dede, andiamo un attimo fuori." dico seria.
"Certo piccina." dice, prendendomi la mano.
Eccoci fuori. Ora gli dico che questa è l'ultima volta che possiamo incontrarci perché domani parto.
Mi fa male questa cosa.
"Domani torno a Napoli." affermo, triste.
"Cosa? Perché non l'hai detto prima?" mi dice urtato.
"Ma è poco che ci sentiamo e usciamo" dico, giustificandomi.
"Va bene dai, allora godiamocela." dice, lasciandomi una scia di baci sul collo per poi baciarmi le labbra.

04:39
"Amore, ti accompagno alla stazione domani, così posso salutarti per bene. Buonanotte, piccola." mi dice accarezzandomi la coscia.
Ma come fa a guidare dopo aver bevuto? Regge tutto oh! Poi amo questa macchina, devo prenderla anche io la patente.
"Buonanotte amore! A domani." dico arrossendo e non rendendomi conto di ciò che ho appena detto, ma lui sorride sentendomi pronunciare questo nomignolo dolce. Scendo dalla sua macchina ed entro in casa. Sono sfinita e a pensare che tra 5 ore devo svegliarmi di nuovo mi viene la pelle d'oca. Meglio dormire ora!

Un'estate di Noi | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora