Capitolo Trentaquattro.

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È da più di cinque minuti che cammino verso casa, ma ho notato che è abbastanza distante dall'appartamento di Federico.

Io non ho assolutamente intenzione di lasciarlo affondare da solo perché so che è intelligente e capirà di aver commesso un errore. Non riesco proprio ad isolarlo o allontanarlo, dovrei preoccuparmi?

Continuo il mio cammino immersa nei miei pensieri finché non sento il mio cellulare vibrare, così lo prendo e vedo chi è.
Noto che è un messaggio da parte di mia madre, con scritto "torna subito a casa, è urgente".
Spero non sia la solita ramanzina su qualcosa che ho fatto o la predica per non essere andata subito da loro al mio arrivo perché, questa volta, non la tollero.

Accellero il passo e in meno di qualche minuto arrivo a casa. Entro e non trovo nessuno, tranne le mie valigie vicino al divano, portate dai ragazzi precedentemente, credo.

"Mamma, sono a casa!" urlo per farmi sentire.
Salgo al piano di sopra ed entro nella mia camera, ma non c'è nessuno, così decido di cercarla. Arrivata in bagno, la trovo rannicchiata a terra con le lacrime agli occhi.
"Mamma, cosa succede?" chiedo allarmata, mentre mi abbasso alla sua altezza.
Non riesce a parlare e immagino già che la cosa debba essere molto grave, altrimenti non sarebbe così distrutta. Lei non si farebbe mai vedere così debole da me o mio fratello.

"Papà. Tuo nonno." sussurra, singhiozzando.
Cosa vuol dire? Non riesco a capire. Parla mamma, ti prego!
"È in ospedale. Se ne sta andando." afferma alzandosi e abbracciandomi.

Questo cosa significa? Non riesco a realizzare tutto questo. Immaginavo di tutto, ma mai una perdita di questo tipo.
Mio nonno è davvero tutto per me, ci tengo tantissimo a lui e non voglio perderlo, per la seconda volta.
Non può farlo!
Nonno perché mi stai abbandonando, di nuovo?

Mi stacco da mia madre e dico di voler andare a salutarlo, così esco da casa e mi dirigo in ospedale. In dieci minuti arrivo e vado alla reception.
Non dovevo lasciarla sola, ma non posso permettere che perda suo padre.

"Scusi, mi può dire dove si trova il signor Antonio Manna?" chiedo con un fil di voce.
"Vada al terzo piano e aspetti. Per ora è in sala operatoria. Lei è una parente?" domanda la signora, abbassando i suoi grandi occhiali.
"Sua nipote." affermo, prima di andar via.

Arrivata al terzo piano, mi siedo sulle piccole poltroncine che ci sono e aspetto.
Sono già le 23, quindi penso che dopo non me lo faranno vedere e non mi faranno parlare con lui.

05:06
Mi sveglio a causa di alcune voci che pronunciano il mio nome. Apro lentamente gli occhi e cerco di focalizzare bene tutte le persone che mi circondano. Vedo mio fratello, seduto accanto a me, e i miei genitori alzati.

"Nonno?" chiedo a bassa voce, per spezzare il silenzio imbarazzante.
"Non ce l'ha fatta." risponde Manuel, abbracciandomi. A questa affermazione mia madre inizia a singhiozzare e corre fuori.
Perché deve andare tutto male? Nonno era la sua colonna portante, specialmente dopo il suo ritorno.

Mi alzo ed esco fuori per prendere una boccata d'aria perché se continuavo a stare lì sarei morta.

Oggi, 29 luglio, il mondo mi è crollato addosso per l'ennesima volta. Non mi ha dato neanche il tempo di poterlo salutare e recuperare i momenti non potuti trascorrere insieme.
Perché deve succedere a me?
Perché devo perdere tutti?
Perché non riesco ad essere felice?
Perché devo rimanere sempre sola?
Perché devo soffrire così tanto?
Perché non sono andata da lui?
Perché mi hai lasciata?
Nonno, sei l'uomo della mia vita.

Scendo le scalette di ferro che si trovano sul retro dell'edificio e mi incammino verso il cimitero, nel posto in cui è stata sepolta mia nonna. Voglio parlarle e sfogarmi.

Arrivata lì, mi siedo vicino la lapide e inizio a guardare la sua foto. Era così bella e sempre raggiante. Aveva una forza inaudita, ad avercela io. Inizia a piovigginare, ma continuo a far finta di nulla.

"Nonna, come stai? Lassù si sta meglio? Sai, dicono che lì non si soffre e si vive benissimo. Mi manchi tanto! Ti rendi conto di quanto la vita possa essere ingiusta e la morte arrivi all'improvviso, senza un avvertimento. Ti stravolge l'esistenza, la tua e delle persone che ti circondano.
Mi mancano i pomeriggi al parco, le torte alla nutella che preparavamo insieme, a casa tua, i tuoi insegnamenti di vita, le storie sulla tua infanzia, i vizi che mi davi, il tuo sorriso. Beh, ti ho sempre detto di voler essere come te da grande, lo ricordi? Ebbene si, lo penso ancora. Voglio diventare una persona forte. Riuscivi a superare i problemi senza farti abbattere da loro stessi. Sei e sarai una super donna! Una donna che meritava la felicità.
Da oggi nonno starà con te, giusto? Finalmente potrete stare di nuovo insieme.
Da piccola dicevo anche di voler trovare un principe azzurro e di vivere con lui felice e contenta in un castello. Quanto ero sciocca! Penso, però, che uomini come il nonno non ne esistono più così tanti. Mi sa che il principe azzurro sarà difficile trovarlo.
Ho conosciuto un ragazzo, però. Beh, lui non si può paragonare a tuo marito, ma sicuramente mi attrae in un modo particolare ed io ho un po' paura. Si, ho paura dell'amore!
Mi hai sempre detto che l'amore salva le persone, ma su di me sta facendo un effetto contrario. Ho paura di affezionarmi a qualsiasi persona. Ci vediamo domani nonnina. Ti voglio bene!" sussurro con la voce spezzata dai singhiozzi, prima di baciare la foto ed allontanarmi, distrutta, da quel posto.

Prendo il cellulare per vedere l'orario, ma non appena lo apro trovo cinque chiamate da mio fratello e altre da mia madre.

Svolto l'angolo e noto due ragazzi, nascosti tra gli alberi che si scambiano soldi e bustine bianche. Che cosa sono? Cosa stanno facendo?  Mi avvicino di più, senza farmi sentire, e vedo ciò che non avrei dovuto vedere.

Un'estate di Noi | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora