Capitolo Trentadue.

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Dopo dei minuti si allontana dalle mie labbra e sorride, continuando a guardare i miei occhi.
"Cosa ti farei bambolina." afferma.
Mi slego dalla sua presa e, ridendo, mi allontano. Mi sono resa conto che delle persone ci hanno fotografati mentre ci baciavamo, che disagio. Non è possibile che ogni volta che bacio un ragazzo, la gente si diverte a guardarci. L'avranno preso come un gesto d'amore ma purtroppo non è stato così.
"Ehi ehi, dove scappi?" dice, prendendomi la mano e iniziando a camminare vicino a me.
Mi fermo, girandomi verso di lui.
"Perché fai così?" chiedo.
"Cosa? Cosa faccio?" domanda.
"Perché mi sta così addosso e cerchi di essere sempre carino con me?" continuo.
"Non posso? Ti dà fastidio?"
"Certo che no, ma se fai così con tutte c'è da preoccuparsi eh." affermo ridendo.
"Oh, stai tranquilla. È che, non so, mi attrai." dice.
"Tu no." rispondo ironicamente.
Mi mette le braccia intorno a fianchi e sorride.
"Non ci credo." afferma.

21:34
"Ho fame, raga!" esclamo.
"Sushi o pizza?" chiede Frederick.
Tutti vogliono il sushi, ma io proprio no.
"Facciamo che, mentre voi andate al sushi, io compro la pizza al taglio in uno di quegli stand." propongo. Sarebbe brutto e deprimente mangiare da sola, ma cosa dovrei fare? Il sushi, a parer mio, è disgustoso e ho brutti ricordi legati ad esso.
"Da sola?" chiede Giovanni.
"Certo, altrimenti con chi!?" affermo interrogativa, facendomi scappare un piccolo sorrisetto.
"Ti accompagno, okay?" domanda, che poi sembra più un'affermazione.
"Se proprio vuoi." rispondo, facendo spallucce.
"A dopo!" esclamiamo in coro.
Prendiamo due strade diverse e non appena fatto qualche passo mi mette un braccio sulla spalla, come se fosse una cosa normale. Io, sebbene non ne abbia alcun motivo, non mi fido ancora di lui e quindi mi allontano accellerando il passo. Questo di solito lo facevamo io e Federico..
Mi manca tantissimo, ma devo resistere o non andrò da nessuna parte. Chissà lui cosa starà facendo in questo momento, se sia con quella tr..brava ragazza oppure se mi stia pensando. Non vedo l'ora di rivederlo e poterlo abbracciare, anche se non sarà possibile. Questo non mi è mai successo con nessun'altro, ma non voglio innamorarmi di uno come lui. Certo, non ha solo dei difetti perché sì, a dire la verità, ha molti pregi nonostante lui cerchi di nasconderli, mostrando sempre il peggio di sé.

"Ehi, piccola, quale vuoi? Ci sei?" chiede il ragazzo vicino a me. Alzo lo sguardo e noto il tipo della pizzetteria che mi scruta interrogativo.
"Oh, sorry. I'd like this, please!" affermo, facendo un sorriso finto.
Prendiamo le rispettive pizzette e andiamo a sederci in uno dei parchi lì vicino, su una panchina. Continuo ad essere distratta per più di una o due ore, dopodiché mi vibra il cellulare nella tasca così lo prendo.
"Pronto?"
"Ma dove siete?" urla Natasha dall'altra parte del telefono.
Ma dico, cosa ha da gridare?
"Prima cosa, calmati. Seconda cosa, siamo in un parco." rispondo tranquilla.
"Veniamo anche noi, okay?"
"Okay, ciao." la tiro a breve, staccando il telefono.

Apro Instagram, non sapevo cosa fare, e noto un post di Federico. Ma quanto è bello? Mi manca, mi manca, mi manca. Nella descrizione ha scritto "torna da me." e sinceramente non so il motivo. Avrà litigato con la sua bambola gonfiabile? Sarà riferito a me? Al padre? Non ne ho la più pallida idea. Il mio dito destro si muove da solo, cliccando due volte sulla foto e aggiungendo like al post. No aspetta, non voglio che lui pensi qualcosa o che se la senta troppo. Vabbè, ormai non posso tirarmi indietro perché gli sarà già arrivata la notifica.

"A chi stai pensando?" mi chiede quasi deluso.
"Al mio ex.." rispondo triste e malinconica.
"Ah, quel Federico?" gliene avevo parlato, mi sembra, quindi sa già la storia anche lui.
"Mi manca così tanto." dico di getto, senza rifletterci, rannicchiandomi e abbracciando le mie gambe con le braccia. Forse non avrei dovuto dirlo, non so come la possa pensare lui.
"Non ti merita." sussurra, ma io riesco a sentire le sue parole purtroppo. Non so cosa fare, non sono mai stata così incasinata con un ragazzo, quindi non so come comportarmi. Vorrei tanto tornare in Italia e chiarire con lui, ma non voglio rovinare questo viaggio a Natasha perché non lo merita. Allo stesso tempo, però, vorrei non pensare più a lui e godermi New York, cosa che avrei voluto fare sin da piccola. Ho bisogno di consigli e supporto, chiedo tanto?
"Sai, ho pensato ad una cosa." affermo mentre guardo il suo sguardo perso.
Non faccio neanche in tempo ad aprire la bocca che mi arrivano dei messaggi su WhatsApp.
"Scusa." dico, estraendo il mio cellulare dalla tasca dei miei jeans neri. Lo sblocco ed entro nella chat, così da poter vedere il nome. È lui e sinceramente me lo aspettavo.

Federico :
ehi, come sta andando il viaggio a new york? so che ami quella città

scusa per tutto, so di non meritarti

mi manchi tanto, ciao..

Come sa del viaggio? Avevo raccomandato a Natasha di non dire a nessuno la destinazione, ma come al solito lo avrà detto a tutti. Il "mi manchi tanto" mi è arrivato al cuore e ho una voglia tremenda di abbracciarlo. Non so se tenere il visualizzato oppure rispondergli qualcosa.
Ma si dai, si vive una sola volta!

Emma :
ciao, è tutto okay. lì?

Non voglio fargli capire quanto tenga a lui e che non riesco a non pensare a ciò che saremmo potuti continuare ad essere. Posso sembrare orgogliosa, ma dopo ciò che ho passato precedentemente sono cambiata molto rispetto a tre o quattro anni fa, quando iniziai il liceo.

"Ehi, ci sei?" domanda il moretto, facendomi tornare alla realtà.
"Oh beh, si si." rispondo indifferente.
"Io devo andare, scusa." continuo, alzandomi e iniziando a camminare verso l'hotel.

28 luglio, ore 03:56
Domani mattina - o meglio stamattina - torneremo in Italia e non vedo l'ora di rimettere piede nella mia bella Napoli, anche se questa città rimarrà la mia preferita sotto ogni punto di vista. In questi ultimi giorni, ho visitato posti bellissimi della città e ho tralasciato la mia vita - Federico, si intende -.

12:46
Siamo già nell'aereo di ritorno per la favolosa Italia e non riesco a capire bene il mio umore perché è un misto tra felicità e tristezza. La prima perché la mia terra mi manca tanto, e anche le persone; la seconda perché New York mi è entrata nel cuore e c'erano altri posti che volevo visitare, ma per il poco tempo non ci sono riuscita. Tra poche ore tornerò a casa, dai miei amici, alla mia vita e non so come comportarmi.

20:53
"Emma!" sussurra la mia amica.
Apro gli occhi e accorgo di essermi addormentata, guardando dal finestrino, e pensando a ciò che accadrà ora, tornata qui.
"Siamo arrivate?" domando con la voce impastata dal sonno. In effetti, guardando l'orologio noto che sono già passate le otto ore di viaggio.
Scendiamo dall'aereo e passiamo una mezz'oretta in aeroporto per i vari controlli. Dopo aver fatto qualche passo notiamo i nostri amici che corrono verso di noi. Un sorriso nasce sul mio volto, ma noto l'assenza di Sara e Federico.

"Ehi ragazze!" urla Benjamin, abbracciando Natasha.
Quei due sono fatti l'uno per l'altra!
Dopo aver fatto i vari saluti ci incamminiamo verso l'auto di Francesco che ci riporterà a casa.
"Fra, portami da Federico." affermo insicura, fissando un punto davanti a me.
"Certo, agli ordini!" esclama ironico, guardandomi attraverso lo specchietto.
"Spero che Federico, vedendoti, si riprenda." dice il moro con un pizzico di tristezza nel tono.
Cosa vuol dire questo? Sta male?
"Come, scusa?" domando.
"Ha preso una brutta piega successivamente al litigio e al vostro viaggio." risponde.
Oddio, non ci credo. Non sto capendo. Sicuramente non sarà nulla di grave, cioè Federico non farebbe mai del male a sé stesso per un'altra persona: ama troppo sé stesso.

Un'estate di Noi | Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora