- Capitolo 11 -

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ADAM-


Appena apro gli occhi impiego qualche istante a capire dove mi trovo, ma soprattutto una fitta alla testa mi fa chiudere di nuovo gli occhi. Ho bevuto troppo e la mia mente non vuole rivangare i ricordi. Credo sia un bene.

Credo.

Volto leggermente la testa nel sentire una presenza al mio fianco e rimango immobilizzato nel capire chi sia. Sonya è sdraiata accanto a me e dorme pacificamente con le gambe intrecciate alle mie. Il suo viso è sereno e bellissimo con i capelli che le incorniciano il volto e sparsi sul cuscino bianco. Vengo invaso dal suo profumo e mi sposto velocemente cercando di non respirare oltre. Torno nella mia parte di letto mettendomi a pancia in su e guardando il soffitto bianco, in particolare la crepa leggera che corre da un lato all'altro. Sonya mugugna qualcosa riportandomi bruscamente alla realtà e scosto le coperte pregando di non aver fatto qualche stronzata. Sospiro di sollievo nel vedere ancora indosso ad entrambi i vestiti.
Bhè, di sollievo in parte perché vorrei davvero andare a letto con lei. Sono attratto da Sonya, ma vorrei anche ricordarmi una scopata del genere.

Chiudo gli occhi sospirando e lentamente i ricordi si fanno vividi nella mia testa. Sono andato in un locale di cui non ricordo nemmeno il nome e dopo aver passato un po' di tempo con mio fratello mi sono allontanato perchè ha occhi solo per Eloise e inizia a darmi sui nervi. Non giudica più le ragazze come prima e finisco di passare per uno stronzo, non mi fa più da spalla.

In quel posto ho bevuto un miscuglio che non avrei mai dovuto accettare. Frank mi ha sfidato e quel ragazzo proprio non lo sopporto. Mi fa innervosire la sua sola presenza e odio quando si prende troppe libertà con Sonya. So che si conoscono da tempo, ma non me ne frega proprio niente.

Mi ricordo che Ben mi ha lasciato a casa perchè troppo ubriaco, ma pensava che almeno sarei riuscito ad entrare in casa. Sbagliato. Sono rimasto sul marciapiede accanto alla mia auto che non ho spostato nel vialetto dalla mattina e dopo non so quanto è comparsa Sonya. Mi ha portato in camera e... ho vomitato.

Mi copro la faccia maledicendomi. Non mi riduco in questo stato da anni e non pensavo che sarebbe successo di nuovo. Che cazzo mi è saltato in mente?

Guardo Sonya accanto a me con le labbra leggermente schiuse e una mano che sfiora la mia spalla. Dietro quelle palpebre si nascondono degli occhi che riescono a scavarmi dentro e che ogni volta mi mandano in confusione. Degli occhi di un verde scuro come i pini in montagna.

Resto a guardarla come un perfetto deficiente fino a quando non sento una porta sbattere. Leo deve essersi svegliato e io non posso rimanere in questo letto ancora a lungo. Non sarebbe dovuto succedere.

Mi alzo velocemente e non faccio caso al mal di testa che provo. Non me ne frega niente, c'è altro a cui devo pensare più urgentemente. Prendo il cellulare e chiudendo la porta alle mie spalle chiamo Sarah.

«Che sorpresa. Hai già fatto?»

«Dobbiamo parlare.» dico duramente controllando intanto che il corridoio sia libero.

«Io ed Helena andiamo al Dynamo questa sera. Raggiungici.»

«Bene.»

«Ti aspetto per le dieci, tesoro.»

Chiudo la chiamata stringendo i pugni lungo i fianchi. Devo sistemare la situazione, Sonya non doveva entrare nel mio casino. Non posso permettermi di farla piangere, di farla soffrire. É bella quando sorride, quando è serena e non voglio causarle alcun male. Lei è sempre stata gentile nei miei confronti e provo uno strano senso di protezione verso di lei, anche se sono proprio io che rischio di farle del male.

Il mio centro sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora