capitolo ventinove

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"Anche io ti amo, tantissimo" improvvisamente si blocca, le sue mani erano ancora appoggiate sulla maniglia della porta. Era pronta ad andare via, forse per sempre, aspettavo solo il momento in cui i suoi grandi occhi verdi mi imploravano di amarla. Avevo bisogno di lei, nient'altro ma soprattutto nessun altro.
"Laura resta, ti prego. Viviamo la nostra vita insieme, non lasciarmi di nuovo, sai che non potrei farcela senza di te. L'unica cosa che voglio sei tu, resta." la sto implorando, cosa che mi ero ripromessa di non fare mai più, ma è più forte di me. Lei mi manda fuori di testa, ogni volta che appare davanti ai miei occhi mi si annebbia il cervello senza farmi capire più nulla.
"Taylor se solo potessi"
"Ma tu puoi Laura, devi solo dire di sì, non ti chiedo nulla" sento che le lacrime tra poco inizieranno a scendere e non penso che riuscirò a fermarle.
"È troppo complicato, tu non mi conosci bene"
"Di cosa stai parlando?" ero doppiamente confusa ora, perché mai dire quelle parole?
"Siamo incompatibili, io ormai sto vivendo la mia vita, fallo anche tu"

La porta si apre, la vedo andare via, per sempre. Speravo davvero si sarebbe voltata e mi avrebbe abbracciata, sento il mondo crollarmi. Lentamente mi accascio per terra, inevitabilmente le lacrime scendono ininterrottamente, è davvero giunto il momento di vivere la mia vita senza lei?
——
Due mesi dopo
"Ragazze domani partirete per alcuni giorni, dobbiamo per forza farlo ora prima che inizino le riprese della sesta stagione"
"Chi saranno le fortunate?" come sempre ero lì, in disparte, con i mille pensieri, con la mente altrove. Era così da quasi un mese ormai, Holly ogni giorno cercava di fare il meglio per aiutarmi ma io come una fottuta stronza la trattavo di merda. Non se lo merita, io non me la merito più ormai.
"Natasha, Yael e Taylor" Cosa? Appena sento il mio nome essere pronunciato mi giro verso la loro direzione dove vedo tutti quanti applaudire, che stava succedendo?
"Ehi Schilling sei pronta per dei giorni di puro divertimento?"
"Per cosa?"
"Ci sei Tay? Andiamo in Francia, sei pronta?"
"Si non vedo l'ora" cazzate, ormai raccontavo cazzate da due mesi, si sto bene, tranquilli non preoccupatevi, sono felice, va tutto alla grande, finalmente sto vivendo la mia vita.
Due mesi di cazzate pure, non riuscivo più a mentire, volevo solo urlare a tutti che li odiavo, ma sopratutto che odiavo lei, per avermi lasciata, li quel giorno in quella fottuta stanza.

"Aspettate prima di andare via mi hanno appena comunicato che ci sarà un'altra persona con voi"
All'improvviso cade un silenzio assordante in quella sala. Che stava succedendo?
"Visto che poi non potrà partire, abbiamo deciso di farla andare con voi, Laura complimenti partirai anche tu"
"Mi state prendendo tutti per il culo vero?"
Tutto ad un tratto le mie colleghe smettono di applaudire, di nuovo il silenzio più totale.
"Taylor che succede?"
"Vaffanculo" prendo le mie cose che avevo appoggiato lì vicino e me ne vado.

Vaffanculo a tutti di nuovo.
——
8:30 - giorno seguente.
"Buongiorno Tay dormito bene?" Natasha si avvicina verso di me con un sorriso a trenta due denti.
"Alla grande"
"Pronta per questo viaggio?" come poteva essere così felice a quest'ora della mattina?
"Prontissima" mentivo, di nuovo. Ormai ero diventata una professionista in questo campo.
"Allora andiamo"
Prende la mia mano per poi avviarci verso il taxi, che l'inferno abbia inizio direi.

——
Sono quasi due ore che mi trovo in questo benedetto aereo. Sento mancarmi l'aria sempre di più, volto il mio viso verso il finestrino, guardare il cielo mi fa rilassare un po', troppi ricordi però riaffiorano la mia mente.
Lei mi manca, io la amo, non riesco a stare senza Laura, in realtà ho sempre pensato di farcela ma mi sbagliavo. È la cosa più bella che mi sia capitata, lei è semplicemente il mio grande amore.
Non amerò mai nessuno come amo lei.

Al mio fianco c'è Natasha mentre dietro di noi ci sono loro due:Laura e Yael.
È strano il nostro rapporto ora, due perfette sconosciute, come se tra noi non fosse successo assolutamente nulla, come se non ci fossimo mai amate. È così strano che a volte dimentico di respirare, sento morirmi dentro, ogni volta che i suoi occhi compaiono nella mia testa mi manca il fiato, poi sorrido e come sempre scoppio a piangere.
Due mesi di pura merda.

"Siamo arrivate" scuoto leggermente Natasha per svegliarla dal suo sonnellino.
"Finalmente"mugola ancora impastata di sonno.
"Non vedevo l'ora di sgranchirmi" dice Yael iniziando a saltellare proprio come Nat.
"Siete buffe" dico scoppiando a ridere, erano davvero così divertenti.
"Certo certo"
"Signorine scusate, venite da questa parte l'autista vi aspetta" un signore sulla trentina ci accompagna direttamente all'hotel in cui avremmo alloggiato in quei giorni.

Come sempre con gli hotel non sbagliavano un colpo, era bellissimo, moderno ma con stile francese. Subito mi fiondai nella stanza da letto, appena però entro mi accorgo che ci sono due letti matrimoniali. Staremo tutte e quattro in una stanza? Non posso crederci.

"Wow che stanza stupenda" esclama Nat mentre entra urlando.
"Natasha" cerco di farla avvicinare a me ma faccio l'esatto contrario, anzi arrivano sia Yael che Laura.
"Guarda che bella vista" Yael si avvicina alla finestra che dava sul balconcino.

Sembravo una vera statua, mi trovavo al centro della stanza mentre le altre ridevano, scherzavano e svuotavano la valigia. Io non ci riesco, non posso stare nella stessa sua stanza, stare a pochi metri da lei.

"Io.. non mi sento molto bene vado a prendere una boccata d'aria" senza aspettarmi una risposta o qualcos'altro, esco da lì per poi andare giù nella hall.
Appena scendo mi avvicino ad un piccolo giardino al di fuori dell'hotel.
Mi sento completamente stordita ma sopratutto mi sento sull'orlo di una crisi isterica.
——
"Sono quasi due ore che non ci sono notizie di Taylor" sento Natasha parlare con Yael, mentre io mi trovo sul letto intenta ad ignorare ogni tipo di argomento.
"La sto chiamando da quasi dieci minuti non risponde" non sono più affari miei, ormai non fa più parte della mia vita. Capitolo chiuso.

Ad un tratto sentiamo la porta aprirsi, una voce flebile si fa strada nel salone, subito tutte e tre corriamo verso quella direzione.

"Non sto ben-" dopo aver pronunciato quelle parole cade a terra, la vediamo praticamente svenire davanti ai nostri occhi.

Fanculo tutto e tutti.
Non è affatto un capitolo chiuso.

• in your arms• // LaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora