Taehyung pov's
La sveglia era ancora lì che probabilmente mi chiedeva di distruggerla,così feci un tentativo e la scaraventai a terra,fallendo miseramente.Il trillo di quell'aggeggio riecheggiava ancora assordante nell'aria fredda della stanza d'hotel.
Mi misi le mani sugli occhi e buttai la testa indietro sospirando amaramente.
Tutto ciò che mi era rimasto erano i soldi,pezzi di carta o di chissà quale metallo con un "valore".
Senza neanche un membro della mia famiglia ad accettare il fatto che io non sia come la società mi impone,neanche uno che accetti il fatto della mia omosessualità.
"Ho quasi ventitre anni ormai,so badare a me stesso e ho un posto fisso,chi ha bisogno delle persone che chiamavo famiglia?" Pensai mentre un risolino sarcastico spuntó sulle mie labbra.
"Ma chi voglio prendere in giro" pensai ancora mentre ero seduto scompostamente sul letto giochicchiando con il lenzuolo cremisi quando una lacrima fece capolino rigando la guancia lasciando una scia salata.
Quella che era la mia maschera iniziò a creparsi facendo intravedere le ferite profonde che dolevano e avevano bisogno di essere curate.
Senza neanche accorgermene,avvolto nei miei pensieri,arrivai sotto la palazzina che ospitava l'umile dimora del rosso fuoco.
Sbarrai gli occhi gonfi e rossi dal pianto quando vidi jimin uscire dal portone mentre parlava al telefono tutto sorridente ma si impietrì quando si accorse della mia presenza.
-ti richiamo più tardi,Jungkook.- disse con un tono di voce lontanamente simile a quello dolce e spensierato che usava prima.
Cercai di dire qualcosa ma era come se fossi stato paralizzato.
Jimin indossava degli occhiali e un cappotto lungo ed elegante sbottonato lasciando in mostra una camicia bianco latte adornata con una cravatta nera come la pece,dei pantaloni attillati accompagnati da anfibi anch'essi neri.
-p-prenderai freddo- dissi infine balbettante.
Guardò a terra e per un momento temetti che potesse diventare più rosso dei suoi capelli.
-t'aspettavo,ieri- disse mentre torturava quelle sue piccole manine con qualche anello ad avvolgere le dita.
-avevo portato le provette alla scientifica e-e poi sono andato in hotel,non volevo essere un peso ulteriore anche per te- dissi mentre il vento scompigliava i capelli castani fino a portarli davanti gli occhi.
Qualche piccola nuvoletta evidenziava i respiri profondi di Jimin,era lì che guardava per terra come se fosse assente,quando : -ti avevo detto io che potevi venire- disse portandosi una sigaretta alla bocca.
-è un momento difficile,Park- dissi mentre accesi anch'io una sigaretta.
-non sei l'unico,Kim- disse facendo fuoriuscire del fumo dalle sue labbra carnose,successivamente rise in modo isterico,quasi metteva paura.
Cercava di intravedere i miei occhi nascosti senza successo.
-cos'hai,Taehyung?- disse ancora.
-ci odiamo troppo per potertelo confessare- dissi mordendo il labbro inferiore.
Poggió una mano sulla mia guancia scostando con quella contenente la sigaretta qualche ciocca di capelli riuscendo finalmente nel suo intento di scorgere i miei occhi.
-ci odiamo sul serio,Taehyung,oppure è quello che ci siamo imposti sin da bambini?- disse in un sussurro.
Rimasi senza parole a fissarlo mentre andava via,sicuramente per entrare al "4 o'clock"
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I hate you,but you're my everything. {vmin}
Fanfiction{completa} Park Jimin,un ispettore, Kim Taehyung ,un detective.Si odiano a morte ma la omicidi ha deciso di assegnargli un caso e metterli in squadra insieme e si ritrovano a dover collaborare ogni giorno fianco a fianco. 25/10/18 27/10/18 #32 #vmin...