12 • non ti credo più

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Mi risvegliai nel mio letto, e né Isaie né Ethos erano con me: lasciata sola per forse la prima volta senza una spiegazione, questa cosa non mi lasciò affatto indifferente

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Mi risvegliai nel mio letto, e né Isaie né Ethos erano con me: lasciata sola per forse la prima volta senza una spiegazione, questa cosa non mi lasciò affatto indifferente.

Non era normale che Ethos mi lasciasse senza qualcuno come balia, non era un comportamento adatto ad un maniaco di controllo quale era.

Qualcosa mi stava sfuggendo.

Scesi dal letto, ancora con i vestiti della sera prima, e andai, senza troppi pensieri, fuori dalla mia stanza, accorgendomi che non c'era nessuno, nemmeno una guardia.

Erano forse morti tutti e io non mi ero accorta di nulla? Questa era l'unica spiegazione a cui potevo accreditare un tale comportamento.

Mi allontanai dalla stanza, pronta ad andare verso l'unico altro posto conosciuto – l'ufficio di Ethos – ma, non appena tentai di avvicinarmi alla porta, questa si aprì, rivelando qualcuno che, fin dal primo sguardo, catturò i miei sorrisi.

"Isaie!" Esclamai, sorpresa, fiondandomi subito addosso al lupo, abbracciandolo a me; lui, di rimando, sorride e fece lo stesso, quasi alzandomi dal pavimento.

"Piccola bambina," mi salutò, gentile, accarezzandomi con tenerezza i capelli, prima di baciarmi la fronte e tornare a guardarmi. "Non ti vedo da una sola notte e quasi mi sembra un'eternità."

"Ti ho aspettato ma tu non sei venuto," gli feci notare, brusca, cosa che, come al solito, gli fece alzare gli occhi, divertito.

"So bene che conosci i motivi della mia assenza, Marine: stavo cercando Pisti."

Per quanto provassi, non mi sembrava comunque una buona ragione: con tutte le guardie al castello, perché Ethos doveva far fare il lavoro sporco proprio ad Isaie?

Lui era la mia guardia, il mio amico, e non volevo che corresse rischi inutili.

"E lo hai trovato, almeno?" Chiesi, con una nota di rammarico.

Isaie sorrise, continuando a tenermi le mani strette alle sue, ma non fece in tempo a parlare, dato che, dietro alle sue spalle, sentii qualcuno schiarirsi la voce, sperando di farsi notare.

"Pisti è già stato portato nella sua cella e, da lì, non si muoverà fino all'inquisizione." Ethos mi si avvicinò, ed io, di rimando, mi allontanai da Isaie, voltandomi verso l'angelo, di nuovo nascosto nella sua uniforme bianca.

La creatura della sera precedente era scomparsa, così come quella che si era addormentata al mio fianco, stringendomi a sé.

I suoi occhi non erano più gli stessi.

"Inquisizione?" Chiesi, confusa, mentre, quasi di sfuggita, notai lo sguardo di Ethos cadere sulla mia mano, che ancora stringeva quella di Isaie, per quanto il lupo cercasse di scostarsi.

Non lo avrei lasciato andare, dato che non c'era assolutamente nulla da nascondere: eravamo amici, e anche Ethos avrebbe dovuto accettarlo dato che, in ogni caso, continuavo a non capire il suo astio.

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