03 • solo la seconda

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Ero in pace.

Da quanto tempo non mi sentivo più così? Semplicemente serena, libera di volare senza riserve.

Mi sentivo bene, così bene che quasi mi sembrava troppo: scoprire che non fosse reale, fu come avvicinarsi ad una consapevolezza che sapevo già di possedere.

Era tutto finto.

"Marine? Marine, è il momento di svegliarsi."

Una carezza leggera mi sfiorò il volto, infastidendomi a tal punto da costringermi a riaprire gli occhi, subito colpiti da un prepotente fascio di luce. Ed ero di nuovo viva, stesa su uno striminzito letto, con ancora tutti gli arti attaccati ed una forte emicrania.

Quindi, non ero morta, non era tutto finito.

Quale delusione.

"E' così bello sapere che non hai subito nessun trauma cranico o emorragia interna." Lily, seduta sul bordo del mio letto, mi sorrise dolcemente, continuando a fissare davanti a sé senza una ragione. I suoi occhi continuavano ad incutermi timore, non avendone mai visti di simili. "Non tutti sono così fortunati."

"Ho mal di testa, in realtà," notai, perplessa, e lei fece una piccola smorfia.

"Oh, forse nemmeno tu sei così fortunata, allora."

"Smettila di spaventarla, moretta," la rimproverò Ivar, uscendo dal piccolo bagno laterale e voltandosi verso di me con un sorriso. "Marine, finalmente."

Mi baciò la fronte, delicato, ed io sorrisi, donandolo comunque di un lungo sguardo, così da accertarmi che stesse bene: almeno in apparenza, però, sembravo io quella messa peggio.

"Per quanto ho dormito?" Chiesi, cercando di capire, mentre il vampiro si sedeva sul letto affianco al nostro, guardandomi con apprensione. Lily, intanto, sorrideva al nulla.

"Ti sei cambiato," disse, con voce flebile. "Ora profumi."

Ivar le lanciò uno sguardo confuso, forse sorpreso da quel complimento così fuori posto – sicuramente, visto il suo potere, era abituato ad un altro genere di apprezzamenti – e accennò ad un sorriso imbarazzato. "Grazie."

Lily ricambiò, e poi si voltò verso di me, accarezzandomi la mano con delicatezza. Solo in quel momento, notai che non stavo indossando i miei vestiti, ma una sottile camicia da notte azzurra, decisamente infantile. "Hai dormito per due giorni, Marine: in certi casi, il nostro paralizzante può causare un forte assopimento e, raramente, anche forme di amnesia persistente o aneurismi. Per fortuna, sembri stare bene."

Lei sembrava serena, quasi non mi avesse appena riferito di essere stata ammansita con un veleno potenzialmente mortale, ed io cercai di far finta di nulla, tanto per quieto vivere. Avevo fin troppo a cui pensare.

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