Quest'opera contiene tutti i libri della serie «Angeli e Demoni»:
• la mezzosangue: concluso
• nell'ombra: concluso
• il primo uomo: concluso
*~*
Non è mai esistito mondo, prima del Nuovo Mondo, il Loro.
Una Terra unita, in cui non esistono stati...
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"Devo per forza?"
Il coltello sottile brillava nella mia mano, mentre, con la solita sicurezza, Aima si avvicinava a me nella zona del poligono di tiro.
Nemmeno sapevo che si potesse avere un poligono di tiro in una palestra, rendendo un semplice allenamento piuttosto mortale: ma, si sa, ai demoni il rischio piace.
"Serena mi ha detto che con il corpo a corpo hai fatto dei progressi in queste settimane, quindi direi che possiamo passare oltre."
"Con oltre intendi forse il suicidio? Perché penso che l'usare questo coso non mi porterà ad altro," blaterai, sinceramente diffidente.
Non amavo i combattimenti, non amavo fare la lotta e, soprattutto, non amavo le armi: come mezza demone facevo davvero schifo.
Aima alzò un sopracciglio, tirando appena le labbra. "Io ti faccio vedere, tu ripeti."
Il demone si mise in posizione di lancio, e, senza quasi aver mirato, tirò il coltello che, superando i cinque metri di pedana, si conficcò al centro del bersaglio nero.
"Piuttosto eccezionale," commentai, ma non ero davvero così sorpresa: in realtà, ero piuttosto contrariata.
Lui sorrise, compiaciuto, accennando ad un gesto di sfida. "Dai, prova."
"Devo?"
Sbuffò, alzando gli occhi.
"Okay," soffiai, annoiata: "come ti pare."
Lo spinsi via, cosa che lo fece ridere, e mi posizionai al centro della rampa di tiro. Il bersaglio, così piccolo e nero, mi sembrava lontano chilometri.
"Ansia?"
Guardai male Aima, improvvisamente ad un soffio dal mio volto, e lo spinsi via. "'Sta zitto, mi distrai."
"Non si può distrarre qualcuno che lo è già perennemente," commentò lui, ma nemmeno lo ascoltai.
Fissai con ostinazione quel piccolo bersaglio nero, quasi con rabbia, e poi, semplicemente, tirai: il coltello cadde a terra ancora prima di arrivare a metà pista.
Sbuffai, infastidita, e mi scostai i capelli dal volto. "Ho fatto schifo."
"Questo è vero." Aima mi prese il polso, tirandomi verso di sé con un sorriso, così da potermi abbracciare. "Ma migliorerai."
"Lo pensi davvero?" Chiesi, ma, in realtà, non ci avrei creduto in ogni caso. Nemmeno volevo migliorare.
"Tutti ci riescono, prima o poi, quindi anche tu." Aima sorrise, sincero, e mi lasciò un breve bacio sulla fronte prima di voltarsi verso l'uscio della palestra, dove, quasi ad aspettarli, due demoni continuavano a fissarlo con ostinazione.