Pov's Kisumi
Sento la testa dolermi, la schiena dolorante e i muscoli intorpiditi. Ricordo solo a momenti ciò che mi è successo, ho come l'impressione di avere dormito ore. Ogni tanto un'immagine sfuggevole mi balena in mente, per poi lasciare posto al vuoto totale. Mi alzo vagamente cosciente di non essere ad Al-safirah, e di dover parlare o con Rin o con Haru, ma appena alzo il bacino una fitta mi lacera le membra facendomi piombare fra le coperte agonizzante. Subito un volto sconosciuto mi è sopra, o meglio, mi sembra di aver visto da qualche parte quegli occhi viola e quel cespuglio rossastro, quei modi goffi e sgraziati, eppure non riesco a ricordare. È seduto sul bordo del letto, le mani puntate ai miei lati. Mi fissa negli occhi e esclama con fare strampalato "Hey ragazzo non muoverti! È già un miracolo che tu sia a questo mondo, non cercare di complicare le cose!!" Parla a voce alta. socchiudo gli occhi e lo guardo meglio. Quello mi sorride con fare amichevole "Tu devi essere Kisumi, Rin mi ha parlato di te. Non preoccuparti per loro, ora sono nei loro alloggi, potete rimanere qui per ora, pensa piuttosto a te stesso... Il medico al palazzo ha confermato una febbre con tremori, devi avere anche dei problemi di stomaco perché hai pranzato una sola volta ed hai rigurgitato il pasto, in più, dai tuoi movimenti inconsci, devi aver provato forti dolori al ventre ed alla schiena. Insomma saresti con un piede nella fossa se tu non fossi stato portato in tempo qui ad Aleppo, il medico di Al-safirah non era in grado di assisterti." Dice velocemente il ragazzo. "Dove..." sussurro assente "... Dove sono?" Dico con voce fievole. Quello mi guarda con fare corrucciato "Ovvio no? Sei al palazzo di Aleppo, e io ti curerò fino a quando non starai meglio." Sono ancora debole, ma l'emozione di trovarsi ad Aleppo, di essere salvi e liberi... mi mozza il fiato. Il giovane se ne accorge "Guarda che ne farei volentieri a meno anche io" dice corrucciato. Nella seguente ora il ragazzo mi serve il pranzo, è stato difficile mangiare, mi ha dovuto aiutare a sedermi sostenendomi quando una fitta mi lacerava i muscoli. Ora devo mangiare il riso. Abbiamo già appurato che non riesco a mangiare da solo ma l'altro è una frana. "Non muoverti!" Dice spazientito, concentrato nel centrarmi la bocca. Per conto mio sono imbarazzato, è praticamente il terzo coetaneo che vedo in vita mia ed è a cavalcioni su di me che cerca di ficcarmi una forchetta in bocca. Dopo qualche boccone sono già stanco di quella pagliacciata ridicola quanto imbarazzante. Il ragazzo mi distende impacciatamente sotto le lenzuola, rimboccandoci le coperte e trascinando via il carrello col mio pranzo ancora intatto. Sta varcando la porta quando mi sorge spontanea una domanda "Tu... chi sei?" Il ragazzo aspetta un minuto buono prima di rispondermi, lasciandomi trepidante nel dormiveglia. "Un semplice schiavo ben vestito." Rivela divertito, per poi chiudersi la porta alle spalle in un turbinio di veli e stoffe pregiate.
Pov's Rin
Mi trascino lentamente e svogliatamente per il corridoio. Euforia e stanchezza combattono il mio corpo. Ho appena avuto una estenuante discussione col nobile ed il suo consigliere, un vecchio uomo sospettoso. Credo di averli convinti con la mia storia. In effetti non ho mai socializzato con gli altri bambini. Mentre tutti i nobili facevano amicizie tra loro nelle serate importanti, come appunto Makoto e Asahi, io ero il futuro principe, uno scalino più in alto, Quindi nessuno si ricorda bene il mio volto. E anche Per questo non ho mai parlato con nessuno di quei ricconi, anzi, il mio unico amico è sempre stato Sousuke, la guardia reale. Ma sousuke è arrivato dopo, quando eravamo ragazzi. Prima ero sempre stato da solo, tranne Per quei pochi giorni. Sarà stato un mese al massimo, quando i fratelli Kirishima da Damasco erano arrivati a Palmira. In verità il più piccolo aveva più o meno la mia età, ma io non parlavo con I miei coetanei, c'è molta differenza fra un reale ed un nobile, fra chi vive di lussi e chi governa un paese. Da piccolo ero proiettato su un solo futuro, quello da re, e non credevo neppure possibile parlare con un altro essere che non condividesse le mie stesse aspettative. Con qualcuno di così normale quanto un bambino, seppur ricco. Invece il maggiore, Natsuya, Non so perché ma mi ha intrigato. Credo che il motivo fosse che da lui potevo imparare il mondo dei grandi, per quanto avesse solo due anni in più di me mi sembrava un idolo, qualcuno di irraggiungibile. Era gentile con tutti, il tipico che tutti amano: un leader. Per questo gli parlavo, lo imitavo, parlavo come faceva lui, e senza mai contraddirlo. Per quanto il nostro rapporto fosse strano, per quanto lui mi considerasse superiore come reale, e io lo ritenessi un esempio per la sua popolarità, abbiamo parlato, mi ha spiegato tante cose e ci siamo divertiti insieme, come con pochi altri ho fatto. Credo che lui non si ricordi neppure di me, di essere soltanto uno sfumato ricordo, come quando vai a casa di amici di famiglia E ti tocca giocare con il bambino degli ospiti. Eppure per me è un ricordo vivido, essenziale, per quanto io fossi principe, il leader era lui, volevo imparare tutto, per eguagliarlo. E superarlo. Più volte ho desiderato di reincontrarlo, ma non ne ho mai avuto l'occasione, per me rimarrà sempre l'idolo che ti cambia senza neppure accorgersene.
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Hibiscus
FanfictionHibiscus. È il fiore dell'amore delicato e fugace, Dell'innocenza e della lealtà, è questo che pensa Haru mentre scivola nella fauci dell'acqua, e quello che pensa Rin mentre guarda il suo futuro regalo. Il primo non ha casa e non ha famiglia, il se...