Cap. 21: Salvataggio

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Pov's Makoto
Giorni sono passati da quando ho cacciato Sousuke dalla mia stanza, essendo la guardia reale l'ho dovuto vedere spesso per la corte, ma non l'ho mai lasciato avvicinare più di tanto, e nemmeno lui ha cercato di attaccar bottone. I giorni seguenti a quella notte sono stati malinconici e tormentati, a momenti odiavo Sousuke E mi ripromettevo di non vederlo mai più, poi un attimo dopo mi pentivo per ciò che avevo detto in preda all'ira. Così, tra questi sbalzi e questi pensieri angoscianti, avevo passato giornate disteso sul letto, guardando il soffitto. La sola gioia rimasta era il nuoto. Una volta al giorno scendevo nell'harem che un tempo apparteneva a Rin. Alcuni dei suoi ragazzi mi odiano, credono che sia io la causa della fuga del loro principe, altri semplicemente sono disperati pensando di essere stati abbandonati, solo pochi realizzano che la vera felicità del principe è lontano col suo uomo. Devo ancora decidere cosa farne di quegli schiavi, sicuramente non possono essere i miei, per quanto in molte  casate siano considerati inferiori, sono comunque umani, e se forse non hanno il diritto di amare il proprio uomo, almeno non voglio essere il loro padrone quando è ancora vivido il ricordo di Rin. Così anche oggi scendo nell'enorme vasca riservata al re. tutto intorno alla piscina sono piantate piante di Hibiscus, delicate e fragili. Invece a colpire il mio sguardo è quella pianta di buganvillee. Forte e decisa, come una guerriera. Sembra avere parecchi anni, circonda tutta la piscina, arrampicandosi sul muretto in pietra.
Così nuoto tranquillamente guardando il cielo, e quella bellissima pianta viola. O almeno così farei normalmente, ma oggi non riesco assolutamente a concentrarmi. Il cielo è sgombro, non c'è una nuvola nell'azzurro intenso, neppure uno sprazzo di bianco. Subito, quando faccio le prime bracciate, capisco Che oggi non è giornata, comincio a stancarmi velocemente e il respiro è subito irregolare . Provo più volte a scacciarmi dalla mente Quell'uomo misterioso, Sousuke È solo un idiota, a questo devo pensare, e non a quelle labbra rosse ed allettanti, ma a quel carattere così prepotente e egoista. Eppure non riesco a togliermi dalla mente i momenti passati insieme, e quelli che ancora vorrei passare, un senso di vuoto e malinconia continua ad attanagliare le mie viscere, impedendomi movimenti fluidi che regolarmente faccio. Quando penso a quel maledetto corpo scolpito, a quanto vorrei ridurlo in brandelli, ma allo stesso tempo stringerlo contro il mio, perdo la consapevolezza delle mie azioni, comincio ad annaspare, l'acqua entra nei polmoni, tossisco spasmodico bevendo altra acqua, anche dal naso. Sono in mezzo alla piscina, dove l'acqua è più alta, mi muovo disperatamente cercando di emergere, Con il solo risultato di cadere più in basso. Così, mentre scivolo incosciente tra i flutti, consapevole che nessuno potrà salvarmi, essendo il solo nell'harem, il pensiero di quel ragazzo continua ad assillarmi come un incubo, ma un incubo piacevole, nel suo tormento.
Così , Mentre perdo definitivamente i sensi, sento vagamente una stretta al polso, mi sento risalire fino in superficie, come se qualcuno mi stesse tirando, e poi trascinando sulla sponda. Quindi due occhi color mare in tempesta, "Makoto..." Sussurra la voce più dolce e suadente che abbia mai sentito, gonfia di premura e torpore, ma allo stesso tempo timore. Guardo quindi un'ultima volta quel volto angelico e allo stesso tempo dannato, Per poi piombare in un sonno inquieto.

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