Pov's Rin
Resto incredulo a vedere la scena, con la bocca spalancata e l'espressione da ebete. Anche il resto dei presenti sembrano esterrefatti. Continuo, shockato, a guardare Kisumi scompigliare i capelli del nobile Asahi, con un sorriso malsano per la febbre.
Pov's Makoto
I miei nuovi abiti sono lussuosi e costosi, molto più di quando ero solo un nobile. Siedo, o meglio sono accasciato, sul letto. Tanti pensieri mi tornantano da giorni: fra poco Rin e Haru raggiungeranno Asahi. È un mio amico di infanzia, ci eravamo conosciuti ad un pranzo formale da nobili, ma non so se accoglierà due fuggitivi. Il loro futuro è incerto, sono come due fiaccole, due fuochi ardenti d'amore, ma che una ventata troppo forte può spegnere. In più anche il mio fidato Rei mi da pensieri: sono sicuro di aver visto un gatto nel suo appartamento, vero e vivo. Ho seriamente paura di cosa succederebbe se lui e il biondino che lo accompagna fossero scoperti. Ed infine lui, quei suoi occhi chiari ma cupi, quel suo viso affascinante e corpo mozzafiato, lui mi tartassa con pensieri sconvenienti e il mio corpo reagisce di propria iniziativa. Perché quell'uomo mi manda così in confusione?
Dopo qualche ora abbracciato al cuscino, mi alzo al suono del bussare alla mia porta. Entra lui. Vado subito nel panico e arrossisco violentemente, stringo le coperte fino a farmi sbiancare le nocche e mi sento irrigidirmi. Mi spiega velocemente qualche risvolta politica. Già, ora, in quanto re, lui è la mia guardia reale, e non soltanto... Dopo un poco che spiega vedo la sua attenzione vacillare. Continua a spostare il suo sguardo e la sua espressione muta visibilmente. Quindi mi rendo conto di, essendo vestito da casa, aver mosso le gambe e lasciato scorgere una visuale completa delle mie intimità. Mi copro imbarazzato ed emettendo uno strillerò poco mascolino. Quindi evito lo sguardo dell'altro uomo, che però mi è già sopra. Mi spinge per le spalle e mi preme sul letto. Le sue labbra sanno di vaniglia. Mentre mi spoglia è come se i nostri corpi fossero travolti in una danza coinvolgente, una danza mortale, che profuma di vaniglia. Mi costringo a rimanere consapevole: più di una volta da quando ci siamo conosciuti l'uomo è venuto in camera mia, e io l'ho sempre accolto; Ma più il tempo passava più dentro di me sorgeva una domanda: è veramente amore fra di noi? Per quell'uomo chi sono io? È soltanto sesso questo? Con queste domande che mi risuonano in testa quasi non mi accorgo che siamo entrambi nudi, e che la guardia mi ha girato, lasciandomi a quattro zampe e con una perfetta visuale del mio culo. È ora che non lo posso vedere neanche in faccia a crescere dentro di me quella paura, la paura che per lui basti infilare la verga in un buco, e che non gli freghi veramente di chi sono io, dei miei sentimenti e della mia storia. Dopo aver formulato questo pensiero mi blocco per qualche secondo: realizzo che è ciò che avrei fatto io ad Haru. Sento le sue labbra vicino al mio orecchio "oggi siamo silenziosi...Principe?" Mi mordo un labbro senza rispondere, so che dovrei dirgli di smettere, ne ho anche il potere, eppure perché sembra mi stia piacendo? E gemo silenziosamente quando mi morde la schiena, l'attesa sta diventando una tortura: mi rendo conto di voler soltanto che entri dentro di me, che il solo modo per arginare momentaneamente quella tristezza causata da un amore malinconico è il suo corpo. Scuoto ritmicamente le anche, invitandolo a provarmi; di tutta risposta quello si infila nel mio corpo senza esitare. Il suo membro gigantesco sfonda i miei interni carnosi. Non riesco a trattenermi e urlo di dolore e piacere, gemendo poi sommessamente. L'uomo mi afferra la vita con fare sensuale e mascolino, penetrandomi ritmicamente e aggressivamente. Dalle mie labbra escono gemiti incontrollati e poco virili. I miei gemiti tramutano in urli di goduria quando colpisce ripetutamente la prostata. Mi sento in imbarazzo, sottomesso e penetrato, fino a poco tempo fa non avrei mai pensato che un uomo potesse subite tale trattamento. Eppure eccomi, a mugolare inerme come una ragazza. Con un ghigno Sousuke aumenta la velocità, facendomi impazzire di piacere. Poi sento il calore del suo petto scolpito sulla mia schiena. La mani, prima artigliate alle mie anche, ora sono premute sul bassoventre, poco sopra la mia virilità. Raggiungo l'apice venendo sulle lenzuola e dopo poche spinte Sousuke mi segue, venendo dentro di me. Ci lasciamo cadere sulle coperte, lui ancora avvinghiato al mio corpo, come fonte di vita. Sento i suoi muscoli serrati intorno alle mie spalle, più che la gabbia che mi circonda, ad opprimermi è la paura dei suoi sentimenti verso di me. Dopo qualche minuto abbarbicati l'uno all'altro la mia voce rompe il silenzio. Non saprei dire da dove ho trovato il coraggio, quella spinta improvvisa di ardore. Fatto sta che alla mia domanda seguirono attimi interminabili d'attesa, come se il tempo si fosse fermato, se tutti stessero trattenendo il fiato. Tu cosa provi per me, Sousuke? il ragazzo continua a non rispondere, sorge dentro di me l'idea di aver detto la cosa sbagliata, che avrei fatto molto meglio restare in silenzio e lasciare le cose invariate. Sento che apre più volte la bocca, deglutisce a vuoto e la richiude. Ed ecco la collera salire. Arrossisco, ma stavolta di rabbia. Scalcio violentemente l'uomo che mi sta dietro, colpendolo dolorosamente alle ginocchia, Poi mi giro e lo spingo violentemente giù dal letto "fuori! Fuori da questa stanza! Non farti mai più vedere miserabile!!" lo prendo a calci fino Al corridoio, quello farfuglia qualche frase sconnessa e fa per proteggersi, sarà anche più imponente di me ma ora è lui che sta subendo. Balbetta qualcosa del tipo "non è come sembra" "non avevo altra scelta", Quindi gli sbatto la porta in faccia.
Per un minuto buono ansimo accasciato sulla porta, poi sento i passi dell'uomo che finalmente se ne va. Poi di nuovo quel silenzio assordante. L'unico modo che ho per lottare è piangere, Ho sconfitto l'uomo che mi ossessionava, ora devo fare i conti con me stesso. Passano le ore, il sole tramonta l'orizzonte. Non ho acceso nessuna candela, ormai da troppo tempo singhiozzo al buio in un angolo di questa camera maledetta.Angoletto della autrice triste T-T
Scusate che aggiornano sempre di meno, ma non avevo tempo. Vabbè non ho voglia di scrivere l'angoletto.
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Hibiscus
FanfictionHibiscus. È il fiore dell'amore delicato e fugace, Dell'innocenza e della lealtà, è questo che pensa Haru mentre scivola nella fauci dell'acqua, e quello che pensa Rin mentre guarda il suo futuro regalo. Il primo non ha casa e non ha famiglia, il se...