Cap.9: Il matrimonio

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Pov's Haru
Rin mi tira per mano attraverso i giardini dell'harem, lo seguo stupito, oggi è più allegro del solito. Non sto al suo passo, devo correre per stargli dietro. Quando ci troviamo soli vicino alla piscina, su un tappeto di fiori di hibiscus si attacca al mio collo e mi bacia in modo allegro, mentre ricambio l'abbraccio però sento le sue gambe tremare, come se fosse nervoso. Poi si stacca euforico e mi guarda sorridente. "Haru so che ci conosciamo da poco... che vivevi in un'altra città... che sei uno schiavo... che volevi fare altro nella vita... che sei un uomo... che siamo giovani..." parla velocemente e mi perdo a metà del discorso, lasciando che continui a parlare al vento, dove vuole arrivare? Sento che ha finito il monologo e intuisco di essere arrivato al punto cruciale. Mi guarda intimorito. Aspetta qualche attimo. E Tutto si ferma. E tutto dura un'eternità. Le sue labbra si muovono a rallentatore, ma le parole escono veloci, troppo "MivuoisposareHaru!?" Dichiara arrossendo. Esito qualche istante. Vedo tutta la mia vita passarmi davanti, dai vicoli di Baghdad, nuotando nelle pozzanghere, al trono di Siria accanto al mio principe. Non ci sono parole per rispondere; mi lancio su di lui trascinandolo fra gli hibiscus. Lo guardo negli occhi e premo le mie labbra contro le sue. Non ha niente a che vedere con il bacio di prima. Ora tutto me stesso è nelle mie labbra, il suo sapore delicato circola nel mio sangue, come se fosse parte di me, la mia droga, il mio sorriso. Quando ci stacchiamo a malincuore è perché abbiamo finito l'aria. Continuo a guardarlo e mi sorge spontanea una domanda "Ma non puoi sposare uno schiavo!" Mi sorride come se avesse escogitato un piano infallibile; " E chi lo dice? Fra poco sarò  il re!" Ridacchio sperando che questo sia un valido scusante e stringo il suo corpo al mio, facendolo sussultare.

Pov's Rin
Saltello allegro verso gli alloggi di mio padre. Mi ha chiamato per darmi una notizia, non so di cosa si tratti, ma ora ho qualcosa da dirgli anche io. Ancora non riesco a credere di essere riuscito a farmi forza, che Haru abbia accettato e che vivremo insieme, come veri sposi. Quando apro il portone entro nella ricca stanza del re. Mio padre mi incute timore da sempre. So che le persone normali hanno un rapporto più stretto con i genitori, addirittura scherzano insieme! Ma questo non è un privilegio dei reali. Mio padre lo vedo soltanto per le cerimonie pubbliche e in questi casi, quando ha un annuncio politico da farmi. Quando ero piccolo ricordo che a volte abbiamo giocato insieme, il più delle volte nuotavamo, lui mi ha insegnato come andare veloce. Come vincere. Ma ora è solo un uomo che mi guarda dall'alto del suo trono. "Figlio mio, ho una grande notizia da darti..." "davvero nobile padre? Anche io!" Vedo sul suo volto un piacevole stupore " parla prima te, figlio mio" "oh...! No ehm... prima lei nobile padre..." riacquisto il mio timore iniziale. "Perfetto..." dice lui con voce grave " sai figliuolo, ne ho parlato molto con tua madre e con Gou... abbiamo deciso che sposerai Amakata da Homs!" Sento i brividi percorrermi la schiena. Mi ghiaccio sul posto, incapace di pensare. So chi è Amakata, è una nobildonna molto ricca, ma è vecchia, molto più di me, e per quanto sia graziosa non mi attrae. "Lo sapevo padre, dovevo parlare prima io..." dico con voce rotta dalla disperazione; "Ho deciso di sposare Haru, il nuovo schiavo di Baghdad!" Mi guarda inizialmente shockato, poi si porta una mano alla fronte. "Non è possibile" sento prudere sotto le palpebre. "Ormai la nobile ha già accettato il matrimonio" le lacrime inondano i miei occhi. Mio padre nota il mio sconforto. " E non soltanto il matrimonio non porterebbe giovamenti economici al paese,ma poi come potresti sposare un uomo? È solo perché sono buono che ti permetto di avere un harem maschile... ma si sa che l'amore fra uomini è solo carnale, che non si può provare sentimenti romantici verso il proprio sesso se non nel solo senso fisico." Mi inginocchio, pugni serrati contro il pavimento, le lacrime che cadono copiosamente dai miei occhi. Vorrei urlare all'uomo che mi guarda dall'alto del suo trono che non è vero, che io amo Haru, più di quanto abbia mai amato nessuno, che morirei per il suo sorriso. Ma non capirebbe. La gente comprende il dolore solo quando lo prova sul proprio corpo. Secondo l'educazione reale dovrei rispettosamente ubbidire a mio padre, inchinandomi e uscendo camminando all'indietro. Invece mi alzo iracondo e mi lancio per il corridoio, sbattendo violentemente la porta al mio passaggio.

Pov's Makoto
Il principe si scatafionda verso la mia direzione. Non si frena neppure, mi trascina dove nessuno può vederci. Poi parla velocemente. Molte parole le perdo, ma capisco che non lo vedrò mai più in tutta la mia vita, che sta infrangendo la legge, che sta scappando, balbetta qualcosa su questioni d'amore, su di me e Sousuke, come fa a saperlo? E sul fatto che dovremmo vivere insieme. Alla fine mi sconvolge dichiarando di voler lasciare il trono di Siria nelle mie mani. "Così te e Sousuke potrete vivere felici insieme, mentre io e Haru scapperemo ad Aleppo, dove tu, nuovo re, non manderai nessuno a rintracciarci." Parla velocemente fra i singhiozzi.. Capisco quanto sia importante per lui, intuisco i desideri del padre nel non volergli far sposare un uomo. Ancora Rin non è re, anche se dovrebbe essere questione di mesi. Io invece potrei essere già re, dato che ho superato l'età adulta, e non c'è nessun padre a Palmira che possa dirmi di non sposare Sousuke. Sto pensando in grande, ma ora che ci ragiono non voglio altro. In più mi pare anche di ricordare che Rei abbia una relazione con un ragazzo delle cucine. Che male c'è a soccorrere una vittima d'amore?

Angoletto dell'autrice O~O
Scusate, non ho scritto per un sacco, e questo capitolo non è molto wow, però cerco di aggiornare il prima possibile

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