Capitolo 39

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"Cosa vuoi che sia, passa tutto quanto, solo un pò di tempo e ci riderai su."

"Pronto?" Claudio risponde a Gambettina, ha messo il vivavoce.
"Ciao Claudio, devo parlarti è urgente."
"Cosa è successo?"
"Non posso parlare per telefono, per favore vieni e parliamo."
CC chiude la chiamata, mi guarda sconsolato e poi mi da un altro bacio e subito dopo va in camera a cambiarsi per andare in Istituto.
Usciamo di casa venti minuti dopo, saliamo in macchina e partiamo.
Lungo il tragitto sono così assorta nei miei pensieri che per la prima volta non presto attenzione al discorso di Claudio. Non lo sto ascoltando e lui quando se ne accorge si infuria.
"Sacrofano! Sempre nel tuo mondo. Alice sveglia!!" Innervosita gli rispondo limitandomi a sbuffare e CC fa lo stesso, ma poi dice:
"È anche per questo che ti amo." Mi prende una mano e io gliela stringo.
Arrivati in Istituto saliamo le scale, ci salutiamo con un bacio. Io mi dirigo in aula specializzandi mentre Claudio va all'incontro con Gambettina. Mi chiedo cosa debba dirgli di così tanto importante.
Mi tormento con mille domande per qualche minuto, ma poi sopraffatta dalla curiosità vado a cercarli.
Li trovo nel laboratorio, stanno parlando. Mi nascondo dietro una colonna ed ascolto.
"L'altra volta dentro di me è successo qualcosa e ho capito che..."
"Gambettina cosa vorresti dirmi? Arriva al punto non ho tempo da perdere!"
"Questo."
Questo? Forse vuole fargli vedere qualcosa... mi sporgo per guardare e rimango di stucco.
CC e Gambettina si stanno baciando, Claudio sembra ricambiare.
Non riesco a muovermi, gli occhi mi si riempono di lacrime.
Sto per andarmene quando urto contro un carrello con dei disiffettanti.
Claudio si gira e mi vede, sgrana gli occhi. Viene verso di me, è diventato bianco come un cadavere.
"Alice non è come credi."
Io cerco di parlare, ma non escono parole dalla mia bocca. Sono scioccata. Mi ha tradito di nuovo.
"Alice."
Lo guardo male, con ribrezzo, mi alzo e prima di andarmene riesco a dire solo qualcosa che non avrei mai voluto dire.
"Claudio, ora basta questa volta è finita."
"F-finita?"
"Si. FINITA. HAI CAPITO BENE."
"Alice, per favore parliamone."
Me sto per andare, ma mi blocca per un braccio, ma lo spingo e riesco a liberarmi dalla presa.
Torno in aula specializzandi, mi siedo al mio posto e mi lascio andare.
Piango come se non ci fosse un domani. Un dolore indescrivibile mi pervade il cuore, lo stomaco e la testa.
Metto le mani tra i capelli e comincio a tirarli. Dopo un pò entra nella stanza Lara che si catapulta vicino a me e comincia a chiedermi cosa mi fosse accaduto.
"Ali, cosa è successo?" Inizia ad accarezzarmi con movimenti circolari la schiena.
"Niente tranquilla."
"Alice..."
"Lasciami da sola Lara, per favore."
"Come vuoi tu, se ti serve qualcosa io ci sono."
"Grazie."
Appoggio la testa sulla scrivania e comincio lentamente a sbatterla sul metallo.
Dopo dieci minuti sento bussare alla porta.
"Avanti." Dico singhiozzando, sto ancora piangendo, non riesco a fermarmi.
"Alice." È Claudio. CC non voglio parlarti. Non voglio vederti per un bel pò di tempo.
Entra e cerca di parlarmi, ma io prontamente prendo le mie cose e senza guardarlo o parlargli me ne vado. No CC questa volta non ti perdono.
Prima di uscire dall'Istituto, vado nell'ufficio della Wally. Busso.
"Avanti."
"Buongiorno professoressa."
"Allevi cosa ha fatto? Perchè piange?"
"Niente, sono solo allergica ai detriti."
"Cosa vuole dirmi?"
"Volevo parlare riguardo il trasferimento a Londra."
"Ah si!?"
"Accetto."
"Che bella notizia Allevi!! Allora a breve manderò i documenti all'University of Kent."
"Grazie professoressa."
"Grazie a lei, ora vada."
"Si, arrivederci."
Me ne vado e stranamente questa volta mi ricordo di chiuderle la porta .
Ormai ho accettato e non posso più tornare indietro.

L'Allieva 2 (secondo me) IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora