Capitolo 40

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"Mi piacciono le cose impossibili perché si vede subito chi scappa e chi resta e ci prova."
Esco dall'Istituto, domani la Wally mi dirà quando dovrò partire. Sinceramente non vedo l'ora di andare a Londra, di lasciare il mio passato ed i miei problemi alle spalle. Mi mancherà la mia famiglia, ma starò via solo un anno e poi tornerò per le feste di Natale o Pasqua.
Salgo sull'autobus e dopo aver timbrato il biglietto mi siedo ed aspetto che parta.
Quando sta per partire, fatalità del caso, si siede accanto a me Einardi.
"Ciao Sergio." Si gira e quando si accorge che sono io a salutarlo tira fuori uno dei suoi sorrisi più belli, uno di quelli che mi fanno sciogliere ogni volta che li vedo.
"Alice! Che piacere vederti."
"Anche a me fa molto piacere, è tanto che non ci incontriamo. Come mai non sei venuto per ritirare la perizia di Conforti?"
"Speravo che me la portassi tu... A proposito come va con Conforti?"
"Ci siamo lasciati. Questa volta definitivamente." Sono sorpresa, pensavo che dire una cosa del genere mi avrebbe fatto sentire male, mi avrebbe provocato una grande malinconia, ma niente di tutto questo è accaduto. Forse sto diventando più forte?
"Ah... quindi posso approfittarne per invitarti a cena a casa mia?"
"Ehm,certo perchè no. Quando?"
"Mah, anche questa sera se per te va bene."
"Nessun problema."
Per tutto il tragitto parliamo del più e del meno, di come stanno proseguendo le indagini su Jeffrey, gli riferisco i miei dubbi e cosa ho scoperto.
"La sera del delitto Andrew Ford e quel suo amico non si trovavano a casa insieme."
"Perchè Alice?"
"Perchè andando sulla pagina Facebook di Jeffrey ho scoperto da una foto pubblicata che quella sera si trovavano tutti e tre insieme proprio nel luogo del ritrovamento del cadavere."
"Altro?"
"Beh io credo che si siano drogati Andrew e quel suo amico e impazziti abbiano ucciso il povero Jeffrey."
"Dovrete fare un esame tossicologico sui possibili Killer... è solo che ci manca l'amico di Andrew... Devo contattarlo."
"Okay... Io sono arrivata, ci vediamo stasera."
"Si, a dopo."
Scendo dall'autobus, sono contenta di andare questa sera a cena di Sergio, almeno non passerò la mia solita serata da sola.
Cordy è partita per una tournée e non tornerà prima di un mese. Yuki è tornata in Giappone e non la vedrò per un bel pò di tempo.
Entro nel condominio, salgo le scale e apro la porta.
Sul divano è seduto mio fratello Marco, appena entro si alza e mi viene incontro.
"Dolce sorellina! Come stai!? Sto da te un pò di giorni. Mamma e papà mi hanno cacciato di casa? Ho sentito un Si? Ok grazie mille. Dormo con te."
"Ma..."
Prima che potessi continuare a protestare, Marco mi da un bacio sulla guancia, mi abbraccia quasi strozzandomi e poi esce di casa.
"Adesso dove vai?"
"A trovare un'amica."
"Un'amica eh?"
"Si."
"Marco!! Prima che te ne vai, questa sera a cena non sono a casa. Ti preparo qualcosa da mangiare o resti da questa tua amica?"
"No resto dalla mia amica. Buon divertimento."
"Grazie fratellone."
Chiudo la porta e vado a sbrigare un pò di lavoro.
Si fanno le 19:00, mi sono addormentata sul tavolo della cucina, mi sveglia la suoneria del telefono.
"Pronto?" Rispondo con voce rauca.
"Ciao Alice. È quasi un'ora che provo a chiamarti, ti aspetto fra dieci minuti va bene?"
"Certo, va bene. A dopo."
Chiudo la chiamata... Oddio dieci minuti!! Devo prepararmi!!!
Indosso l'abito che avevo indossato il giorno della festa d'istituto, forse è troppo? Probabile, ma ho solo questo vestito elegante.
Mi trucco decentemente ed esco velocemente. Ovviamente l'autobus è in ritardo, guardo l'orologio da polso, che mi ha regalato nonna Amalia per la cresima, sono le 19:20. ODDIO È VERAMENTE MOLTO TARDI!!
L'autobus arriva con cinque minuti di ritardo, mi catapulto all'interno del mezzo pubblico e mi siedo.
Arrivo sotto casa di Sergio alle 19:40. Spero non si arrabbi, di solito è una persona molto puntuale.
Suono al campanello, e dopo pochi secondi Sergio viene ad aprirmi.
"Alice, finalmente! Pensavo non venissi più! Sei bellissima. "
" Grazie mille...Scusa se ho tardato, ma ho avuto qualche problemino."
"Se vuoi ne possiamo parlare davanti ad un ottimo bicchiere di vino."
"Volentieri."
"Accomodati."
Entro all'interno dell'enorme appartamento, profuma di pulito e della sua acqua di colonia.
Ci sediamo in cucina dietro al grande tavolo.

"Allora? Cosa ti è successo? Perchè hai tardato? Se posso chiedere."
"Mi sono addormentata sulle scartofie di lavoro fino alle 19 e poi l'autobus ha tardato."
"Tuo solito." ride, adoro quando lo fa.
Finiamo di mangiare, credo che a lui dovrò dire che sto per partire per Londra.
"Uno di questi giorni partirò per Londra."
"Che bello! Per quanto?"
"Un anno."
"Troppo tempo. Non riuscirò a stare tutto questo tempo senza te."
Mi prende una mano ed io gli sorrido. Fa per baciarmi, ma io guardo l'orologio, è tardissimo e con una scusa gli dico che devo andarmene a casa.
Spero che non si sia offeso, ma proprio non riesco a pensare di stare con qualcuno che non sia Claudio, per ora.
Forse con il tempo riuscirò a dimenticarlo e a rifarmi una vita, ma in questo momento voglio rimanere single e godermi l'anno a Londra. Lontano da tutto e tutti.

L'Allieva 2 (secondo me) IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora