11❁ 𝑆𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑛𝑎𝑡𝑒𝑙𝑎.

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(Ripubblicherò ora tutti i capitoli (fino al 16esimo) che avevo pubblicato sul vecchio profilo...<3)

Namjoon pov

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Namjoon pov

«Una, due, tre... tre palle penso bastino a riscaldarvi» ragionai ad alta voce, passando poi quelle tre palle da pallavolo a tre ragazzi pronti per il riscaldamento. Jaebum sorrise prendendone una e lanciandola a Mark, che silenzioso lo attendeva più avanti. La seconda la prese Baekhyun pronto a riscaldarsi, come sempre, da solo, a muro. Ed infine Jimin prese l'ultima, girandosela tra le mani, attendendo probabilmente Taehyung ancora indietro negli spogliatoi, a mettersi la divisa da gioco.

«Jimin-ah... sembri sovrappensiero.» confessai avvicinandomi al piccolo ragazzino, il quale scrollò le spalle in risposta. «Taehyung è sempre in ritardo, vero?» provai una seconda volta a iniziare una conversazione, tentativo che questa volta andò a buon fine.

«E' fatto così... Ci mette tanto a prepararsi, come Yoo-» parlò, bloccandosi però dal pronunciare quel nome. Stava soffrendo?

«Lo sai, vero, che se non te la senti di giocare... non ti obbligo..?» cercai di assicurarmi, osservandolo ancora intento a girarsi quella palla leggera e colorata tra le mani. Lui scosse la testa, ovviamente, cocciuto com'era.

«Sto bene, ho voglia di stare in campo, anche se probabilmente oggi lui non sarà tra quella platea a guardarmi giocare. Sarà triste...» ammise alzando finalmente gli occhi nocciola verso i miei.

Ricordo di Jimin, il primo giorno che comparse agli allenamenti per le selezioni per la squadra di pallavolo. Era piccolo, basso e le sue guance erano così rosse e morbide, anche solo per la vista. In tre anni era tutto cambiato, e ora era più atletico, magro, anche se ancora bassetto. Tuttavia non c'era una palla che gli sfuggiva e grazie alla sua velocità ed alla sua elevazione in salto, la nostra misera squadra aveva vinto due campionati scolastici nazionali di fila e si preparava ad ottenere il terzo, quest'anno.

Lui aveva dato una speranza a me e a Baekhyun hyung di potercela fare, dimostrandoci che la squadra che una volta era composta da noi e dai nostri amici, poteva andare avanti e fare davvero qualcosa di buono per il nome dell'istituto.

«Capisco che ti mancherà» sussurrai, sentendo una corsa alle mie spalle. Taehyung fece, infatti, capolinea affianco al coetaneo, compagno di classe ed amico da anni, sorridendo ampiamente, squadratamente.

«Ce l'ho fatta! Non trovavo la maglia!...Scusami hyung»

«E' capitano» lo corressi, portando le mani ai fianchi così in maniera autoritaria, che gli fece solamente alzare un sopracciglio un po' indeciso. Non aveva funzionato, non sapevo essere autoritario con loro.

Al contrario di Jimin, Taehyung è sempre rimasto lo stesso ragazzino infantile e sorridente che non sembrava mai essere triste per qualcosa o qualcuno. A quanto so lui e Jimin sono sempre stati amici e, qualunque cosa fosse capitata, il primo era sempre stato lì, pronto a proteggere l'altro, a volte finendo lui stesso nei guai. Tuttavia non sembrava importargli delle punizioni o delle sgridate finchè il suo amico sorrideva per lui, facendolo brillare a sua volta. Era tanto nobile la sua amicizia?

𝑮𝑬𝑴𝑬𝑳𝑳𝑰: 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒〈 𝐈 〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora