28❁ 𝐸𝑔𝑜𝑖𝑠𝑚𝑜.

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Jihyun pov

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Jihyun pov

"Perché?" mi chiesi, guardando il vassoio di fronte a me, con quei piatti di plastica pieni di cibo che teoricamente avrei dovuto almeno assaggiare. Sospirai, posando il gomito sul bordo del tavolino e successivamente la guancia sul palmo, guardando quelle zucchine avvizzite, che non avrebbero ispirato nessuno a mangiarle e le quali affiancavano del ramen insipido. "Ew..." pensai nuovamente disgustato, controllando la porta con lo sguardo. Di solito, vi restava Mina o qualche altro infermiere per assodare che mangiassi qualcosa del piatto, ma in quel momento non vi era nessuno. Mi alzai lentamente e, con il piatto in mano, andai in bagno, lasciando cadere il tutto nel gabinetto e poi tirando l'acqua in modo che non vi fosse traccia.

Normalmente, non era da me fare qualcosa del genere, ma quel giorno, dopo tutto ciò che era accaduto, il mio stomaco si era chiuso e si rivoltava alla sola vista del cibo. Riposai il piatto sul vassoio, con questi pensieri, e tornai verso il letto, stendendomi e poi rannicchiandomi sotto la coperta, guardando verso la finestra. "Scusami Mina noona..." mi scusai silenziosamente con l'infermiera, consapevole che non mi avrebbe udito, ma il mio subconscio ne richiedeva l'atto.

"Dovrei...aiutare Yoongi?... O meglio dovrei davvero mettermi in mezzo per aiutare Jimin, non farlo soffrire più?" ragionai, sentendo in lontananza, all'esterno della mia stanza, una televisione accesa e qualche paziente che parlava con qualcuno, scherzando e ridendo. "Jimin...perchè deve essere sempre lui?" mi chiesi, stringendo la coperta ed alzandola in seguito fino alla testa, nascondendomi dal mondo esterno. "...perchè non posso essere felice anche io...?"

Faceva male, il cuore doleva, e le lacrime iniziarono a scendere, rigando le guance e poi scontrandosi con il cuscino contro il quale nascosi velocemente il viso per non farmi sentire. Mi rannicchiai più che potei, il petto che cullava un dolore immenso, diverso dal solito, e quei pensieri che torturavano la mente. Era orribile, anche il solo ragionamento, anche il solo pensare che io dovessi sacrificarmi per il bene di mio fratello. Mi sentii egoista, quando non l'ero mai stato, poiché per una volta desideravo davvero essere felice. Avere qualcuno al mio fianco, provare cos'era l'amore, scoprire perché è tanto incantevole da parlarne in milioni di storie scritte. Tuttavia, ne ero consapevole: la mia vita non sarebbe mai stata normale, come quella dei ragazzi dei romanzi rosa. Ed eppure, l'egoismo di quel desiderio non scompariva, e restavo intrappolato in quella gabbia dorata, osservando all'esterno la vita continuare, mio fratello nella mano con qualche ragazzo e poi i miei genitori felici con la loro vita.

"Voglio..." sussurrai nella mia testa, stringendo le mani in due piccoli pugni, "s-scomparire...", terminai singhiozzando silenziosamente.

Ed ancora sapevo che, in un caso o nell'altro, sarei finito per aiutare Yoongi a riconquistare mio fratello, perché ero troppo codardo per inseguire finalmente la mia felicità.

҉

Taehyung pov

«Salve, sono Kim Taehyung, sa dove posso trovare mio padre?» domandai alla signorina alla segreteria. Lei mi riconobbe e sorrise, indicando le sedie vicino al corridoio, ormai vuote a quell'ora tarda, dopo l'orario delle visite.

𝑮𝑬𝑴𝑬𝑳𝑳𝑰: 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒〈 𝐈 〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora