22❁ 𝐿𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑒𝑠𝑠𝑎 𝑝𝑡.1

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Sono tornata! Il capitolo non è lunghissimo (2006 parole), ma da oggi mi rimetterò e cercherò di aggiornare tre giorni a settimana fino a giugno: il lunedì, mercoledì e venerdì!
Spero che siate ancora qua ;-; e scusate la lunga assenza ma gli esami mi hanno presa per il collo e poi sono stata anche ammalata GNNNNN

Spero che questo capitolo vi piaccia (siccome vedremo qualcosa di piccolo del passato di Jihyun) e si riprende GENTEH! :D

Spero che questo capitolo vi piaccia (siccome vedremo qualcosa di piccolo del passato di Jihyun) e si riprende GENTEH! :D

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Jihyun pov

Era un giorno nuovo, iniziato però in modo strano rispetto al solito. Mi ero svegliato alle otto del mattino, avevo fatto colazione e poi mi ero fatto una doccia calda per riscaldare un minimo il mio povero corpo gelido. Il fatto strano era successo dopo quel piccolo e veloce vizio del mattino: mio padre era entrato nella mia stanza. Non era cambiato di una virgola, solo invecchiato negli anni. Il suo viso rugato portava chiari i segni dell'età vicino agli occhi e sulla fronte, mentre i capelli, dapprima nei corvini, erano diventati grigi, come la sua barba appena accennata, e molto più corti. Tutti quei particolari risuonarono assordati per me, mentre cercavo di ridestarmi da quell'incubo, seppur fossi consapevole che non era lui il vero mostro nella mia vita. Tuttavia, rimasi paralizzato, di fronte alla porta del bagno ancora con la mano destra sulla maniglia.

«Stai bene davvero...» furono le prime parole che disse, curvando le sue sottili labbra in un sorriso ed iniziando ad avvicinarsi. «Avevo paura...che non saresti mai guarito da quella tua depressione» aggiunse poi, osservandomi negli occhi, le mani protese verso il mio corpo completamente immobile. Non riuscivo a muovermi.

«Non ti avvicinare.» riuscii però ad avvertirlo, gli occhi a sfidare i suoi, con grande panico a causa della sua improvvisa presenza. Deglutii successivamente, quando lui semplicemente abbassò le mani, come fosse spaventato da qualcosa.

«Ji... aish, Jihyun, non ti voglio fare alcun male. Lo sai...io non sono come tua madre» sussurrò, incatenando i suoi occhi scuri e cupi ai miei, quasi come fossero la sua ultima ancora rimasta da un qualche fittizio salvataggio, redenzione dagli atti compiuti in passato. «Non vuoi ritornare dal tuo...appa?» aggiunse successivamente, con quel stupido sorriso che sempre aveva avuto quando guardava le partite di football alla televisione, con me tra le sue gambe.

«N-No...» risposi piano, osservando quell'uomo invecchiato negli occhi, come se fosse la prima volta che lo vedevo, come se fosse un signore qualunque entrato nella mia vita incasinata per qualche stranissimo motivo. «Non v-voglio... V-Voglio stare qua... con Mina noona...» risposi, ricercando tutta la forza che avevo in corpo, nel col tempo che egli sospirava ed abbassava il capo, portando una sua grande mano, piena di vene, al retro del collo. Era sconsolato?

Tuttavia, poi tornò a guardarmi negli occhi e fece un passo verso di me. Quegli occhi erano divenuti più neri di prima, mentre, passo dopo passo, si avvicinava sempre più al mio corpicino tremante, che lentamente si lasciava andare all'attrazione praticata dal muro alle mie spalle.
Cos'era quella cosa che stava logorando mio padre dal centro della sua anima?

𝑮𝑬𝑴𝑬𝑳𝑳𝑰: 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒〈 𝐈 〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora