6❁ 𝑁𝑜𝑖 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑢𝑔𝑢𝑎𝑙𝑖

172 28 65
                                    

Vi consiglio di ascoltare "Crystal snow" appena cambia il pov la prima volta. E potreste piangere se siete sensibili quanto me mentre lo scrivevo... Ci sarà un momento davvero cute ;-;
Ora sparisco eheh Buona lettura !

 Ci sarà un momento davvero cute ;-;Ora sparisco eheh Buona lettura !

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Yoongi pov

«Dov'eri prima?» fu la prima cosa che mi chiese Jimin appena la festa era terminata, o meglio che eravamo riusciti a cacciare tutte le persone che erano rimaste in casa. Mi voltai verso di lui, con ancora il sacchetto della pattumiera in mano mentre raccoglievo per l'appunto i bicchieri vuoti e non dai mobili di casa sua.

«Ero in giardino... La musica alta mi aveva stancato.» risposi, sospirando e riprendendo quello che stavo facendo, ignorandolo nuovamente di ogni sguardo. Questo mio gesto evidentemente lo infastidì perché si avvicinò e mi prese il sacchetto di mano, guardandomi dritto negli occhi. Ricambiai quello sguardo, con espressione impassibile, così che non mi scalfisse ancora di più di quanto avesse già fatto lui e tutti gli altri prima di lui.

«Non è una giustificazione. Non ti credo... Andavamo sempre a feste ed ero sempre io a voler uscire dal locale per colpa della musica.» mi rammendò, provocando un sospiro da parte mia, che però non sconvolse troppo. Mi conosceva bene e si era abituato, potrei dire decentemente, al mio schifoso carattere. Ma lui non sapeva di aver un carattere di merda a sua volta. "Dio se ce l'ha."

«Oggi non avevo bevuto come al solito. -alzai un sopracciglio, spostando di poco la frangia- E poi forse ti eri dimenticato di essere fidanzato visto che ti strusciavi su diversi ragazzi. Mi hai dato sui nervi e la combo con la musica, mi ha spinto a levare le tende per un po'.» ghignai, dopo aver dato la mia spiegazione, a pochi centimetri dal suo viso.

Recuperai il sacchetto dalle sue mani con uno strattone forte e lui deglutì, pronto a parlare, ma lo bloccai celere: «E la scusa del "avevo bevuto" non funziona Jimin. Non sono stupido, o forse lo sono visto che ogni volta ti credo e te la lascio svignare facilmente con quel tuo visetto innocente. Mi stai facendo incazzare.»

Jimin mi prese la spalla, come colto da qualcosa che non riuscivo a comprendere in quel momento, ma i suoi occhi non promettevano nulla di buono. Sospirai, portando la mia mano alla sua per toglierla da dov'era, ma lui strinse la presa, sorprendendomi da quella sua decisione.

«Ed allora? Vorresti lasciarmi? Vuoi che dico a tuo padre che sei gay e che l'unica persona che ti scopi è un ragazzo?»

"Cosa?" pensai sempre più sconvolto. Quello che avevo di fronte non era più il Jimin che conoscevo da anni, qualcosa in lui era cambiato e gli faceva pure formulare delle minacce contro di me. Non diceva di amarmi? Lo faceva per solo il fattore carnale?

«Tu sei pazzo, Jimin-ah. Ora mi minacci anche? Ti sei dato di volta il cervello?»

«Se mi lasci, io dirò tutta la verità a tuo padre. E non importa cosa pensi ora di me, ma tu...sei mio.» biascicò, lasciandomi andare con sguardo come senza alcuna emozione. Sembrava un fantasma, comandato da qualcosa di sconosciuto persino a lui.

𝑮𝑬𝑴𝑬𝑳𝑳𝑰: 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒〈 𝐈 〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora