14❁ 𝐿𝑒 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑒, 𝑚𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀.

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Yoongi pov

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Yoongi pov

Era il momento che attendevo, perché finalmente avrei parlato con Mina. Infatti era lunedì sera e sapevo, dopo aver sbirciato tra gli orari dei dipendenti col nome di mio padre, che il mio obbiettivo avrebbe terminato il turno odierno alle 19 di sera, precise. Avevo agito come un ninja, dirigendomi in aiuto all'ospedale.

Per questo, ora, mi trovavo davanti alla segreteria, attendendo lo schioccar dell'orario giusto. Mancavano ancora, tuttavia, dieci minuti e più controllavo l'orologio al polso più il tempo s'allungava, facendomi sospirare.

Da quando ero uscito da scuola, alle 16, non avevo fatto altro se non programmare le mie domande da porre a Mina, ragionando sulle formule più formali ed evasive che conoscessi e facessero al mio caso. Così avevo creato una lista di possibili domande da porle, memorizzandole al termine di tutto quanto. Il mio obbiettivo era ottenere, prima di ogni cosa, il cognome di Jihyun, poi informazioni sulla sua famiglia e ciò che aveva trascorso negli anni precedenti.

«Yoongi?» fu una voce a risvegliarmi dalla pianificazione ripetuta continuamente nella mia mente. Alzai subito il capo e sorrisi incontrollabilmente quando incontrai proprio gli occhi neri, come il carbone, di Mina. Indossava una lunga giacca gialla ocra, un cappello di lana nero, il quale circondato da un fiocco, poi una sciarpa bianca e blu al collo ed un paio di jeans scuri che arrivavano fino alle scarpe da ginnastica: era elegante nella sua semplicità.

«Mina noona, ti aspettavo...» sussurrai, mettendo le mani nelle tasche della giacca nera, e la osservai, attentamente.

«Mi aspettavi...? Io però dovrei scappare. Ho la spesa da fare per casa prima che il mini-market chiuda...» spiegò, sorridendo calorosa, ma soprattutto dispiaciuto. Abbassai lo sguardo sconsolato, percependo già quanto inutile era stato andare a quell'ora. "Cavolo... non ci avevo pensato-" maledii la mia sbadata e frettolosa decisione e progettazione del piano.

«La posso accompagnare... Sono venuto in auto e fa freddo per camminare a quest'ora per le strade...» proposi, illuminato in viso da una nuova speranza. La donna parve pensarci qualche secondo, molto indecisa se fidarsi o se rifiutare. «Non è alcun disturbo, se lo sta pensando noona. Sono venuto per parlarle e la sto persino trattenendo qua...» spiegai, cercando di convincerla.

I suoi occhi sembrarono sorridere alle mie parole e poi annuì, accettando finalmente. «Allora va bene Yoongi, ma solo se mi darai del "tu"... Mi fai sentire vecchia sennò.» rise affiancandomi. Concordai silenziosamente a quel patto, facendole poi strada verso l'auto di mia madre, parcheggiata poco distante dall'entrata.

Aprii le portiere e salii, attendendo in seguito che la donna salisse per mettere in moto. Inserii la chiave e partii verso il mini-market più vicino, lasciando che Mina, al mio fianco, scegliesse la musica, cambiando la stazione radio. Pochi tentativi dopo, smise di cercare e lasciò su una canzone. "Non credevo fosse il suo gusto musicale..." commentai, osservandola un attimo di sottecchi mentre ero fermo al semaforo. Aveva gli occhi lucidi.

𝑮𝑬𝑴𝑬𝑳𝑳𝑰: 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒〈 𝐈 〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora