31❁ 𝑈𝑛 𝑑𝑜𝑙𝑐𝑒 𝑠𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒.

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Jaebum pov

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Jaebum pov

«Mark, esco a fare la spesa... Tu riposati mh?» dissi mentre infilavo nuovamente le scarpe per uscire dal nostro piccolo appartamento, seppur fossimo tornati da poco da quella giornata lunga. Da quando l'ambulanza se n'era andata portando via con sé Yoongi, Mark non era riuscito a spegnere il proprio sorriso e mi sembrava abbastanza sollevato, come se quel grande peso, scaturito da una convinzione insensata, si era finalmente levato in volo, lontano dal suo corpo. Ed io mi sentivo combattuto: una parte di me era contento per lui, per l'amico che per anni avevo cercato di proteggere, ma dall'altra sentivo una fastidiosa sensazione prendere spazio nello stomaco.

La ragione del mio fastidio allo stomaco giunse alla porta e mi osservò: «Vuoi che venga con te?». La sua voce era sempre così cordiale, distaccata ma con quella tipica punta di affetto che mi fece comprendere immediatamente, quella prima volta che lo incontrai, quanto, nonostante il dolore che stava provando, si era preoccupato per uno stupido imbecille che era riuscito a sbattere contro un palo con la bici poiché andava troppo veloce sul marciapiede.

«No, tranquillo hyung, vado da solo. Tu riposati, devi essere stanco.» sussurrai rialzandomi in piedi, avendo terminato di allacciarmi le scarpe. Indossai successivamente la giacca, infilando nelle tasche il portafoglio, le chiavi ed il cellulare.

«Anche tu lo sei eh...» commentò piano, accennando ad una timida risata.

Alzai lo sguardo su di lui, tenendo le mani nelle tasche, e sorrisi gentile. «Sì, ma io ho la forza di volontà di uscire di casa, mentre tu sei stanco e troppo buono. Va a letto hyung, ti sveglio quando torno con la cena» ripetei e mi voltai aprendo la porta dell'appartamento.

«Aish... -lo sentii sbuffare, cosa insolita da parte sua- Va bene Jae, ma torna presto. E' già tardi...» disse preoccupato come sempre, e se mia madre fosse stata lì presente, sicuramente si sarebbe sentita una merda per non esserci stata come lui c'era stato per me. Tuttavia, a me andava bene così ed ero felice di avere uno hyung tanto responsabile di uno sbadato come me.

Gli sorrisi, uscendo dalla porta e lui si avvicinò per occuparsi del compito di chiudere quella quando sarei scomparso sulla rampa di scale per scendere. «A dopo» disse con un fil di voce e lo salutai con un cenno della mano, avviandomi subito dopo.

E, nel silenzio più totale, percorsi le scale fino al portone d'ingresso del condominio e raggiunsi finalmente l'aria aperta, che con il suo venticello mi obbligò a sostare un momento per prendere un bel respiro e rilassarmi. Era stata una giornata davvero lunga e quello era il primo momento utile che mi ero permesso per respirare un pochino e fermarmi a prendere fiato. «Aish... andiamo a fare la spesa-» dissi a me stesso, incitandomi a riprendere il cammino verso il mini-market che avevamo vicino casa.

Camminai lentamente, tenendo le mani in tasca, e mi tenni intrattenuto con un sassolino, calciandolo mentre camminavo verso quella destinazione. Ero così annoiato che mi maledii per aver dimenticato le cuffie a casa, distratto dal parlare con Mark e convincerlo a non venire.

𝑮𝑬𝑴𝑬𝑳𝑳𝑰: 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒〈 𝐈 〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora