22. Portami al mare

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Martina

Il mattino seguente mi sveglio sentendo dei baci sul collo. È ancora troppo presto però, per aprire gli occhi.

«Buongiorno, Mar.» Mormora Sebastian, con le labbra contro il mio petto. Allungo una mano e la metto tra i suoi capelli.

«Buongiorno Seb.» Dico io, ancora un po' assonnata. Non ho idea di che ore siano, né lo voglio sapere. Rimaniamo un po' in silenzio, finché Sebastian non inizia a parlare «Facciamo qualcosa insieme oggi?»

Io annuisco, però con calma, Sebastian.

«Che cosa vuoi fare?» Domando io, dopo alcuni minuti, strofinandomi gli occhi con il palmo della mano.

«Dimmi che cosa c'è qui da fare o da vedere. Immagino che ci siano un bel po' di cose.» Risponde lui, prima di fare uno sbadiglio. Vedo che non sono l'unica, ad avere ancora sonno.

«In centro c'è il Castello, più tutti i monumenti che si vedono passeggiando nelle vie principali. Poi ci sono un sacco di posti in cui mangiare, bere, fare aperitivo, insomma, c'è l'imbarazzo della scelta!»

Apro gli occhi e vedo che Sebastian non sembra del tutto convinto.

«Qualcosa che non abbia a che fare con tanta gente? Sai, oggi ho intenzione di intrattenere contatti sociali solo con te, gli altri esseri umani non li voglio neanche vedere.» Mi viene da ridere sentendo le sue parole.

«C'è il mare a un'ora da qui, ma sarebbe da pazzi andare in questa stagione. Non ha semplicemente senso.»

Sebastian mi sfiora la punta del naso con il suo, appoggiando la fronte sulla mia «Mi piacciono le 'cose da pazzi'. Ehi Mar, andiamo al mare oggi?»

Alzo gli occhi al cielo, perché, sicuro oggi al mare ci sarà freddo.

«Dai Marty, non fare così, vedrai che ti piacerà!»

«Guidi tu però...» Scherzo io, dato che c'è un po' di strada da fare. Col cavolo che lo lascerei guidare la mia macchina!

«Certo, guido io.» Risponde Sebastian con un sorriso. Povero illuso. Se guidasse lui, ci metterei più tempo a dargli indicazioni, che per fare il resto, inoltre nessuno potrà mai guidare la mia macchina, anche se si trattasse di Sebastian.

Ora che siamo in viaggio verso il mare, percorro la lunga strada rettilinea che ci separa da quella che in estate è la meta favorita dai ferraresi. Guardando fuori, mi chiedo che cosa abbia spinto Sebastian a voler andare proprio là. Insomma, ci sono delle nuvole grigie un po' ovunque, anche se non sembra che debba piovere.

«Ti avviso Sebastian, questo non è un mare molto bello. Cioè, le spiagge sono lunghe, ma l'acqua beh, è quella che è.» Dico io, proprio prima di svoltare al bivio per uscire dalla superstrada.

«Sono già stato sulla Riviera Romagnola, lo so, lo so. Oggi mi basta l'atmosfera del mare, niente di più.» Io sorrido, in parte perché ho appena saputo che Sebastian ha appena ammesso di essere già stato in questa zona, in parte perché non ci troviamo esattamente sulla Riviera Romagnola. I Lidi Ferraresi, infatti, sono a pochi chilometri dalla foce del Delta del fiume Po. Questo è perciò un fattore che influenza non poco l'aspetto dell'acqua, che è quasi sempre scura e torbida.

Sono felice che non ci siano code per raggiungere gli stabilimenti balneari. Visitare una località di mare in autunno è un po' come entrare in una città abbandonata dai cercatori di oro nel Far West, ovvero semplicemente deprimente.

Parcheggio a pochi metri dall'inizio della spiaggia; i posti auto sono tutti vuoti.

«Non c'è nessuno qui. Bene, bene.» Dice Sebastian convinto, quando scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso il mare. Si sente già il vento, che poi non è poi così caldo. Ringrazio almeno di essermi portata una sciarpa.

Numero Sei || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora