25. Un momento

544 35 18
                                    

Martina 

Jeffrey Herlings si è infortunato.

Jeffrey Herlings si è infortunato.

Jeffrey Herlings si è infortunato e non si sa quando ritornerà.

Queste parole sono troppo belle, ma sono anche vere. Ho vinto le prime quattro gare del campionato di Motocross. Un inizio così non si poteva neanche immaginare. Di certo però non è stata una passeggiata portare a casa quattro vittorie di fila. Gareggiare contro uno come Antonio Cairoli — pilota che ha alle spalle nove titoli mondiali — non è mai facile. Inoltre quest'anno lo sloveno Tim Gajser è ritornato ad essere competitivo.

Insomma, ho perso uno sfidante, ma non è che tolto quello, i miei guai siano terminati. Per ora siamo in tre ad essere in piena lotta per portare a casa il mondiale. Ci sono ancora tantissime gare e sarebbe sbagliato trarre conclusioni adesso, ma è al primo posto che voglio mirare, sarà meglio non perderlo di vista neanche un secondo.

In questa quarta tappa del Mondiale sono venuti anche Kimi e Sebastian, a farmi da spettatori. Kimi per ovvi motivi, dato che è il proprietario del team, Sebastian beh, che domande, sarà il mio futuro marito, perciò questa mi sembra già una motivazione adeguata a spiegare la situazione!

Siamo in Trentino, a Pietramurata per la precisione. È domenica pomeriggio e mi sto calmando per via di tutta l'adrenalina che avevo in corpo durante gara. Il circuito è stato molto impegnativo, infatti a cinque minuti dallo scadere del tempo regolamentare, mi trovavo soltanto terza. Ma Antonio (Tony) e Tim hanno ingaggiato una lotta serrata e hanno perso molti dei secondi che li distaccavano da me. Tony è caduto, ma per fortuna non si è fatto male; mentre io, piano piano, sono riuscita a raggiungere Tim. L'ho superato e ho portato a casa anche questa vittoria. Meglio di così non potevo fare!

«La smetti di fare selfie con il trofeo? Una da postare basta, ora metti via il telefono e dedica il tuo tempo a me!» Esclama Sebastian, una volta che Kimi, sua moglie, Robin e Rianna se ne sono andati. Kimi e Minttu hanno portato anche i bambini, dato che la tappa del mondiale non era molto lontano da casa. 

«Questa domanda non merita nemmeno una risposta, Vettel!» Dico io, usando il suo cognome per farlo arrabbiare. Era da un po' che non lo facevo, perché so che gli dà fastidio, ma adesso ci sta.

«Reggi questo.» Gli dico, dandogli il trofeo e la tabella rossa che rappresenta il primo posto nella classifica mondiale. Poi lo guardo e sorrido alla sua espressione confusa. Non riesco a resistere e lo bacio «Non vorrei mai trascurati, Seb.» Aggiungo poi, mentre andiamo verso la macchina.

Non so come, ma convinco Sebastian a farmi guidare la sua auto (cosa più unica che rara). Gli infilo la mano nella tasca destra dei jeans e prendo le chiavi, poi premo un pulsante per far aprire il portellone posteriore della sua Range Rover Velar. È così pesante, che senza l'apertura elettrica non so se sarei in grado di sollevarlo! Una volta aperto, metto la tuta e il casco nel baule e aspetto che Sebastian ci metta dentro il trofeo e tutto il resto che gli avevo affidato.

«Che onore guidare questa macchina, l'ultima volta quand'è successo? Due mesi fa?» Scherzo io, aprendo la portiera del guidatore. Sebastian fa il giro della macchina e apre la portiera del passeggero «Tu una macchina ce l'hai, non capisco perché ti ostini tanto a voler usare la mia.» Mi dice seccato, allacciandosi la cintura. In tutto questo tempo ho capito che le sue auto sono off limits (o quasi). Sono poche le eccezioni.

Appoggio la chiave nel portaoggetti centrale e mi sistemo il sedile. Ora sono pronta per guidare. «Non è 'una macchina qualsiasi', è una Velar. E ora lasciami concentrare che devo fare manovra. Le tue affermazioni mi fanno andare via di testa.» Gli faccio sapere io, prima di premere il pulsante di accensione. Attivo anche la telecamera sullo specchietto retrovisore centrale; servirà, dato che dietro hanno deciso di aggiungere una fila di macchine parcheggiate senza lasciare la giusta distanza. Le auto grosse sono belle, ma non quando si devono fare le manovre.

Numero Sei || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora