11. Senza salutarti

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Martina 

A casa il tempo è volato. Tra un'uscita con gli amici e un pranzo con i parenti, un po' di dormite fino alle undici e mezza di mattina e qualche giretto in centro in bicicletta o a piedi è già arrivato il momento di andare a Monza per assistere alle qualifiche e alla gara. Spero che in pista ci sia molta azione, dato che le ultime gare (a parte alcune) sono state abbastanza noiose.

Quando arrivo all'hotel che Kimi mi ha prenotato, lascio i bagagli in reception e vado direttamente all'autodromo. Sono venuta qui apposta, sarei una stupida a perdermi l'attività in pista.

Nell'aria si respira un'atmosfera particolare, insomma, questo è il weekend di Monza! La Formula Uno non potrebbe mai sopravvivere senza questo Gran Premio, perché è parte integrante della sua storia. Monza è storia ed è per questo che deve rimanere nel calendario ancora per molti anni a venire.

Entro nel paddock grazie al pass che mi ha dato Kimi in settimana, evitando la fila dell'orario di apertura. Anche se pioviggina un po', mi infilo gli occhiali da sole; ho già visto un paio di persone indicarmi, segno che mi hanno riconosciuta. Almeno oggi vorrei scampare alle interviste, anche perché la pista è di altri piloti ed è giusto che io stia lontana dalle luci della ribalta.

Cammino per il paddock alla ricerca dell'Hospitality Ferrari. Non è un'impresa difficile, dato che si trova di fianco a quello color argento della Mercedes. Non sono mai stata in un paddock di Formula Uno e per me è un'esperienza tutta nuova. Non vedo l'ora di vedere da vicino le macchine, penso che ne varrà assolutamente la pena.

Quando arrivo, entro direttamente dal corridoio che conduce ai box. Due ragazze che lavorano in Ferrari mi chiedono di chi sono ospite e rispondo che sono amica di Kimi, anche se in teoria il pass me l'ha fatto avere Sebastian. Loro mi conducono più avanti, spiegandomi un po' la struttura del box. Sono davvero molto gentili, anche se vorrei trovare Kimi o comunque qualcuno che conosco già.

Quando sono all'altezza dell'isola degli ingegneri, mi accorgo che dal lato box di Kimi ci sono solo i meccanici. Sì, dimenticavo che Kimi arriva sempre all'ultimo minuto.

Allora mi avvicino alla monoposto di Sebastian, anche se non lo vedo da nessuna parte. Mi avvisano che la pit-lane è ancora chiusa, perciò ne approfitto per ammirare la macchina.

«Se vuoi una foto, chiedi pure!» Mi fa sapere un meccanico, intento a portare una gomma. Aspetto che la appoggi a terra e che la sistemi, poi gli lascio il mio telefono «Grazie mille!» Rispondo io, prima di mettermi in posa.

Dopo aver fatto la foto, mi sposto per non essere d'intralcio ai meccanici. Di Sebastian e Kimi ancora nessuna traccia, però una donna bionda si avvicina e mi rivolge la parola «Stai cercando qualcuno?»

Io la guardo, perché ho la sensazione di avere già sentito la sua voce, poi lei nota la mia confusione e si presenta «Scusa, dimenticavo di dirti chi sono...» Fa una pausa, poi continua «Britta Roeske, sono la PR di Sebastian.»

Ah , ecco perché mi sembrava così famigliare! Britta è quella della telefonata!

Io mi presento per non fare la figura della maleducata e le chiedo di Kimi. Chissà, magari lei saprà dirmi più o meno quando arriverà.

«Potrei provare a contattare Stefania, ma direi che dovrebbe essere qui a momenti. Sebastian invece sta facendo colazione in hospitality, se vuoi ti accompagno.»

Io le faccio un sorriso e la ringrazio «Non c'è bisogno, tranquilla. Ora che me l'hai detto, mi è venuta fame. Vado a prendere un cappuccino, nell'attesa che arrivi Kimi. Grazie per il momento.» Saluto Britta e faccio il percorso contrario a quello che ho fatto per venire qui. L'ingresso dell'hospitality è giusto di fonte all'uscita dei box.

Numero Sei || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora