- Monza -

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N.B.

Questo non è un capitolo, è il racconto della mia giornata a Monza ➡️ 7.09.2019

Non saprei descrivere in modo univoco quello che è successo oggi. Ho vissuto così tante emozioni contrastanti, che riassumerle sarebbe davvero difficile. Una cosa però è sicura; è stata una giornata perfetta (o quasi), e ora vi racconterò perché.

Sveglia quasi all'alba, come sempre quella di Monza è una delle poche sveglie di mattina presto che tollero, perché Monza è Monza. Inutile usare giri di parole, chi l'ha vissuta, la conosce; chi non l'ha vissuta, la conoscerà.

Cielo sgombro, niente nuvole; guardo all'insù, felice di vedere il sole. Non credo comunque alle previsioni meteo di Vanzini, perché tutti gli altri anni ha sempre sbagliato, ma sono curiosa di sapere se le temperature toccheranno davvero i 26 gradi.

Le solite tre ore di macchina, guardando il Sole sorgere e le città risvegliarsi. Vedere Monza e il viale della Villa Reale con i primi raggi del Sole tra le frasche delle piante, è una cosa un po' magica. È come se quel giorno si preparasse per te; qualsiasi cosa accada, è un evento atteso da tutto l'anno.

Così è per questo che mi soffermo a guardare i giochi di luce che i raggi creano, per imprimermeli nella memoria. E lo faccio, scattando anche qualche foto. Poi finalmente parcheggiamo, scendiamo dalla macchina ed entriamo all'interno del circuito. Non sarà certo un po' di fango a fermarci, tanto comunque quello è sempre presente.

L'attività in pista non inizia prima delle 10:30, quindi andiamo verso l'area di arrivo dei piloti. C'è già tantissima gente, io riesco a trovare un posto dietro alle transenne, ma è un po' infelice, perché dall'altra parte c'è un'enorme pozzanghera e nessun pilota vuole sporcarsi le scarpe per fare due autografi. Ma mi accontento; scatto foto con la mia macchina fotografica, guardando contemporaneamente quelli che considero i miei 'eroi', passare a pochi centimetri da me.

Sono già dell'idea che non venga nessuno, ma in realtà non va così. Di fianco a me c'è un padre che vuole far autografare un cappellino dai piloti, ma nessuno ancora si spinge fino a qui, nonostante, alla nostra destra non ci sia acqua.

In teoria Charles doveva essere già arrivato, ma no, ad un certo punto si sente un rombo ed ecco comparire la sua Ferrari stradale. È dello stesso colore della sua macchina in pista; lo vedo scendere davanti a me, accompagnato da Andrea Ferrari, il suo preparatore.
Il padre che ho vicino lo chiama per un autografo, lui è l'unico che viene, direttamente davanti a me; sorridente e bellissimo. Credo di non aver mai visto nessun pilota sorridere così tanto per un solo autografo.

Alla fine della 'sessione', nella galleria del telefono ho foto di Daniel, Alexander Albon, Max, Mario Isola, Carlos, Lando, Pierre, gente del Team Ferrari e Mercedes, Toto e Alesi. Non ho mai incontrato i piloti, e nonostante non abbia ricevuto alcun autografo, è stato molto emozionante averli vicini.

Ma l'attività in pista è iniziata; sebbene i miei piloti preferiti non si siano fatti vedere, decido di andare a sedermi al mio posto. Come ogni anno ovviamente in Prima Variante.

Gara F3 abbastanza noiosa, è stata tutta una bandiera gialla/Safety Car, intervallata anche da un bruttissimo incidente, che per fortuna non ha avuto conseguenze gravi.

Poi finalmente è l'ora della F1. La macchine tardano ad arrivare, per via dell'incidente appena successo. I commissari sistemano la pista e sì, ora ci siamo, la FP3 è iniziata!

Sessione abbastanza monotona, non succede nulla di particolare. Ma le macchine sono bellissime, il rumore delle PU è così armonioso, in confronto a quelle delle F3, poco fa.

Scopro che il papà di Seb è sulla mia tribuna, a poche file di distanza; mio padre mi propone di andare a fargli autografare la cartolina di Seb, "tanto è pur sempre un Vettel". E così lo faccio, tento di stare calma, di non farmi prendere dall'ansia, mi avvicino e cortesemente gli chiedo in inglese di farmi un autografo. Lui mi guarda con i suoi occhioni blu, gli stessi di suo figlio, e mi dice "Lui è mio figlio, non sono io questo". Io rido, lui anche, non so se mi abbia riconosciuto dall'anno prima, ma mi fa l'autografo e io lo ringrazio. Anche lui è davvero una persona speciale.

Dopo le prove libere, vado a comprare il cappellino di Charles, poi incontro una mia amica. È fan della Mercedes, io della Ferrari, ma onestamente non mi interessa. L'amicizia va sempre oltre queste cose.

Torno in Prima Variante appena in tempo per vedere i due giri di Jody Scheckter, Campione del Mondo Ferrari '79. È semplicemente fantastico vedere la sua monoposto pennellare le curve della Variante. Avrei dato qualsiasi cosa, pur di tornare un attimo a 40 anni prima, per vedere una gara con quelle macchine.
Non riesco a credere che quel pilota abbia fatto due giri quasi al massimo, nonostante i suoi 70 anni; e l'agilità con cui è uscito dall'abitacolo!

Poi è finalmente ora delle qualifiche; il momento più atteso. Se penso che mi hanno ucciso il drama in quel modo, potrei farmi influenzare nel valutare l'esito complessivo della giornata, ma no, alla fine una pole Ferrari è sempre bellissima. È mancato molto lo spettacolo in pista, ma alla fine non ci ho potuto fare niente; continuano a cambiare i regolamenti a caso, senza badare alle conseguenze. Il risultato è che noi tifosi ci dobbiamo adeguare, perché siamo impotenti di fronte a queste scelte.

Ma Charles, il sorriso di Charles, il poleman del giorno; il ragazzino che avevo davanti alcune ore prima, aveva battuto tutti con la sua velocità.
Non credo che si possa dare un giudizio di una persona, quando la si ha davanti a malapena per trenta secondi. Ma con i suoi gesti mi ha fatto capire che sì, lui ci tiene davvero tanto alla nostra Ferrari.

Dopo le Qualifiche, mi concedo qualche minuto per riprendermi dal 'non drama', poi mi preparo per la F2. È una gara triste, perché in tutti noi c'è ancora il ricordo vivido di Hubert, accentuato dal fatto che in griglia mancano le tre monoposto dei piloti coinvolti nell'incidente, perché devono essere ancora esaminate.

Luca Ghiotto però ci fa sognare. Una gara strepitosa, un po' rovinata dalla strategia abbastanza discutibile. Arriva secondo, a pochi passi dal gradino più alto.

E così la giornata termina velocemente. Sulla via del ritorno mi sorprendo di quanto sia sembrata breve; ma tutti gli anni è così, sempre troppo bella e sempre troppo breve. Questa è Monza, e non mi stancherò mai di raccontarla. Al prossimo anno, Tempio della Velocità, anche se sentirò la tua mancanza, quando ritornerò, avrò sempre lo stesso entusiasmo. È stato bello, grazie per le emozioni che mi fai vivere ogni volta ❤️

Numero Sei || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora