51. Calle

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Martina

Quattro fiori in quattro vasi diversi; sono passati quattro giorni da quando ho sentito per l'ultima volta Sebastian.

Mi sono occupata per tutto il tempo di Elise, cercando di non pensarci. Ovviamente questo non è bastato, perché ogni in momento, in ogni istante, ho sentito la sua mancanza.

È appena l'alba, ma non posso perdermelo.

Ogni mattina è diventato quasi un rito svegliarmi presto per poter aspettare Sebastian. Lo guardo arrivare, posare il suo fiore davanti alla mia porta d'ingresso e andarsene. Mi chiedo se oggi verrà; dopo il messaggio che gli ho lasciato ieri.

Il primo fiore che mi hai dato sta morendo. Così appassito, mi ricorda un po' noi. Vuoi veramente farlo morire?

Onestamente non ho ancora capito il perché di questi fiori; forse, come ho provato ad ipotizzare, era semplicemente un modo per non portare dei singoli fogliettini con sopra parole più o meno gradite.

Per quanto continuerà Sebastian a portarmi fiori? Per quanto la mia casa dovrà portare testimonianza di questi cadaveri? I fiori recisi sono cadaveri che aspettano soltanto di morire lentamente davanti ai tuoi occhi. Non posso fare a meno di pensarci; questi fiori mi sembrano sempre più morti che vivi. Metterli nell'acqua non fa che allungare la loro agonia.

Faccio colazione e allatto Elise. A lei non dispiace svegliarsi con me; ogni momento è buono per mangiare, dopotutto ha solo poche settimane. È un periodo molto piccolo, confrontato con il resto della vita che ha ancora davanti, ma quanti di questi giorni li ha trascorsi con Sebastian?

Davvero pochi.

Era a questo che mi riferivo. Io non voglio essere la sua unica famiglia. Elise ha anche un padre che deve dare il suo contributo. Che lui lo voglia a no.

Il silenzio viene interrotto all'improvviso da un rumore diventato ormai famigliare. La macchina di Sebastian si è appena fermata davanti al mio vialetto e, come ogni volta, il mio cuore inizia a battere forte.

Un battito, due, tre passi, quattro, cinque battiti.

Mi avvicino alla finestra per vedere meglio. È sempre il mio Sebastian; capelli un po' spettinati, felpa e pantaloni della Puma. Questa mattina ha in mano un mazzo di calle gialle. Mi chiedo cosa l'abbia spinto a fare questa scelta, anche perché non si tratta più di un fiore singolo, ma appunto di un mazzo.

Rimango a guardare Sebastian mentre appoggia il mazzo davanti alla mia porta d'ingresso, poi si ferma un attimo, quasi colto da un attimo di esitazione

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Rimango a guardare Sebastian mentre appoggia il mazzo davanti alla mia porta d'ingresso, poi si ferma un attimo, quasi colto da un attimo di esitazione.

Elise in braccio a me inizia a piangere. Sebastian guarda nella mia direzione.

Dovrei allontanarmi e chiudere la finestra, ma rimango ferma immobile. Sebastian cammina verso di me. Vorrei reagire e fare qualcosa; non provo nemmeno a fare smettere di piangere Elise; sono assolutamente pietrificata.

Numero Sei || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora