Colpi di pistola risuonarono in tutto il campo. Alcuni soldati fecero capolino dalle loro tende, guardandosi intorno già immersi nel mattino. Cominciarono ad udirsi le loro voci vibranti nell'aria, appena percettibili in fondo allo spiazzo dove si trovava Ian. Trattenne un sospiro, caricò la pistola e sparò altre tre volte verso l'alto.
I soldati arrivarono correndo, precipitandosi fuori dalle tende vestiti a metà. Si raggrupparono in file scomposte per gruppi di cinque, stropicciandosi gli occhi ancora assonnati puntati sul loro sergente istruttore. Ian sbattè le palpebre.
-Scusate, ho forse detto "a riposo"?-
In un secondo uomini e file si riordinarono. I tacchi risuonarono uno contro l'altro, un braccio dritto lungo il fianco e l'altro sollevato in segno di saluto. Ian non potè che provare una punta di orgoglio. Ancora una settimana e sarebbe stato in grado persino di far sbattere loro gli occhi nello stesso momento.
Deglutì la propria boria, sostituendola con l'irritazione. -Mi state prendendo per il culo?- urlò. -Sentite una cazzo di pistola e il vostro primo istinto è quello di allinearvi permettendo al plotone avversario di falciarvi uno ad uno?-
Alcuni soldati si agitarono, imbarazzati. Ian si appuntò mentalmente i loro nomi, così da poter avvertire il loro futuro luogotenente di tenerli d'occhio. Erano tutti terribilmente silenziosi mentre se ne stavano lì a fissare il terreno. Alcuni di loro lanciarono occhiate furtive all'arma che teneva in mano.
-O forse il vostro primo istinto è stato quello di correre da me e chiedermi perchè diavolo stessi facendo fuoco?- suggerì sarcastico. -Non sono più il vostro stramaledetto sergente, nel caso ve ne foste dimenticati. Il luogotenente Lishman ha preso in custodia i vostri culi un paio di giorni fa per prepararvi ad andare in guerra. A proposito, come sta andando?-
Silenzio. Alcuni soldati strisciarono casualmente i piedi al suolo e uno di loro parlò. -Con tutto il dovuto rispetto signore, che cosa avremmo dovuto fare?-
Ian fissò lo sguardo sull'uomo in seconda fila ancora in posizione di saluto, l'espressione innocente in contrasto con la figura muscolosa. Allargò le labbra in un sorriso mentre sollevava la pistola e vide l'uomo deglutire. Inserì la sicura. -Bella domanda. Che cosa dovreste fare se sentiste sparare? Beh, prima di tutto, allinearvi in perfetto ordine sembra un'ottima idea. Soprattutto nella foresta, quando non saprete dove si trova il nemico e da dove arrivano i colpi. Correre dal vostro luogotenente per chiedergli che cosa fare sembra un'altra opzione fantastica. In particolar modo, dopo avergli parlato, tornerete nelle vostre tende senza copertura per andare a riprendere le vostre armi che vi siete lasciati SU PER IL CULO!-
Buttò la pistola a terra e si avvicinò alla prima fila. I soldati deglutirono, si mossero appena o evitarono il suo sguardo, ma nessuno osò fare un passo indietro. -Tra meno di una settimana sarete in guerra. Meno di una fottuta settimana. E voi non sapete cosa fare se qualcuno vi sta sparando? Sparate anche voi!-
-Avremmo dovuto spararle, sergente?-
-Beh, avreste potuto almeno prendere delle armi. Armi di ogni tipo, qualsiasi cosa, invece di correre a destra e sinistra come un branco di adolescenti che sente aprirsi il garage a casa della fidanzata!-
Per un pò nessuno osò proferire parola. Il silenzio era calato sul gruppo mentre il vento freddo del mattino soffiava sul campo. Alcuni soldati passarono alla posizione di riposo senza che Ian avesse dato l'ordine. Ian si sentì formicolare le mani dalla rabbia ma imporre ordini militari era sbagliato. Passò un minuto, poi un altro, finchè qualcuno dietro di lui non si schiarì la gola. Ian lanciò un'occhiata oltre la propria spalla e i soldati si misero nuovamente sull'attenti. Un sorriso comparve sulle labbra sottili del luogotenente Lishman. -Che ne dite se cominciamo con i nostri giri di corsa, ragazzi?-
Senza emettere un fiato, i soldati cominciarono a disperdersi sotto allo sguardo di Lishman. Quando se ne furono andati tutti, fece un passo verso Ian. -Beh, è stato... vivace-. Ian grugnì e Lishman spostò la pistola con la punta del piede. -Forse un po' eccessivo. Questi uomini sanno a cosa stanno andando incontro. Sono dei brav'uomini, tu stesso li hai addestrati-
-A quanto pare non abbastanza-
-Sta bene, sergente?-
Ian buttò fuori una risata. -Voglio solo essere sicuro di non spedire quaranta uomini oltreoceano a morire. Va bene, luogotenente?-
L'uomo non rispose. Infilò una mano in tasca e vi tirò fuori una busta bianca con il timbro dell'esercito. Ian deglutì pesantemente ed ebbe l'istinto di indietreggiare ma ormai là fuori non c'era più nessuno che potesse morire per lui. La prese e la aprì strappandola. -Nuove reclute- spiegò Lishman. -Li manderanno tra una settimana, dopo che questi saranno partiti-
Ian annuì. Aveva già aperto la lettera e ora stava leggendo i nomi. Cinque di loro avevano la scritta "CONVOCATO" in rosso. Memorizzò con particolare attenzione quei cinque finchè non arrivò all'ultimo.
Mickey Milkovich. Giovane straordinariamente cazzuto che aveva rotto il naso del professore in quarta elementare per avergli imposto di partecipare ad un progetto di arte nonostante non fosse una ragazza. Non riuscì a trattenere un sorriso mentre se lo immaginava ricevere la lettera di arruolamento. Le possibilità che obbedisse ad un'autorità governativa erano le stesse di vederlo ascoltare un insegnante sedici anni prima. E le possibilità che desse ascolto proprio a lui erano ancora più basse.
Ripiegò la lettera e si diresse verso la mensa. Lishman avrebbe provveduto a completare l'addestramento degli uomini per poi prepararli alla vera guerra. Il suo lavoro era finito, ora ne sarebbero arrivati altri quaranta, che lo volessero o no.
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Paper Shrapnel - Proiettili di carta
FanfictionDurante la Guerra del Vietnam, MIckey viene arruolato e mandato ad addestrarsi sotto al comando del sergente Ian Gallagher. Ian è un giovane sergente istruttore che si preoccupa di conoscere tutti gli arruolati e di farli sentire al sicuro. Ma trova...