-SINISTRA!-
Mickey cambiò direzione. Facevano pratica su come tenere in mano una pistola, quest'ultima di plastica in modo che non "facesse fuoco" mentre marciavano. Si stavano allenando anche sulla marcia, cosa che lo fece sentire d'accordo con gli altri che si sussurravano tra loro quanto volessero ammazzare il sergente. Il sole era caldo ma l'aria fredda, facendo sentire ogni soldato sul campo come se si trovasse in una specie di purgatorio.
Un altro ordine, altro cambio di direzione, altro urlo. Qualcuno "avrebbe potuto colpire in faccia qualcun altro con quella pistola" quindi ora Ian ordinò dieci giri di corsa. Mickey alzò gli occhi al cielo e buttò a terra l'arma. Wells lo colpì sulla schiena mentre gli passava di fianco e non ci mise molto a mandarlo all'inferno. Rimase immobile in mezzo al campo, aspettando che Ian incrociasse il suo sguardo.
-Dovresti correre, cadetto-
-Mi sembra di ricordare che tu avessi detto di correre solo un giro oggi-
-Ricordi anche che vi ho detto che sarete puniti come gruppo?-
-Sì e non penso che serva a qualcosa. Non ci sta avvicinando l'uno all'altro e li porta solo ad odiarti-
Ian deglutì e per un momento Mickey si pentì delle proprie parole. Ma quando gli fece un cenno verso alla pista quello sguardo nei suoi occhi era già svanito. -Devi recuperare, Milkovich-. Poco dopo aggiunse: -Vieni da me più tardi, parleremo un pò-
Mickey esitò per un secondo poi annuì e cominciò a correre.
La tenda di Ian era prossima a trasformarsi in una nube di fumo. Un lembo di tessuto era stato sollevato per lasciarlo entrare ma il fumo si accumulava ugualmente verso il soffitto. Mentre entrava si guardò intorno, notando un calendario di pin-up dalle pagine sporche, avvicinandosi dopo aver lanciato un'occhiata ad Ian. -Hai un mese preferito?- gli chiese.
-Luglio-
Mickey lo guardò un'ultima volta e sfogliò le pagine fino al mese di Luglio con un fischio di apprezzamento. La ragazza, bruna, con le gambe lunghe e un paio di tette piuttosto grandi, stava sdraiata mezza nuda sull'ala di un bombardiere dell'esercito, leccandosi le labbra con un'occhiolino. Mickey si schiarì la gola e finse di stare stretto nei pantaloni, poi lasciò andare la pagina. -Di che cosa volevi parlare?-
Ian espirò il fumo e gli passò la sigaretta. Mickey la accettò e se la portò alle labbra; aveva un sapore diverso, come se sul filtro fossero rimasti dei residui della sua saliva. La tenne tra le labbra forse più del necessario prima di aspirare un tiro. Avvertì gli occhi di Ian su di sè e si affrettò a restituirgliela mentre sbuffava il fumo. Le loro dita si sfiorarono e quasi la fece cadere per lo shock; Ian non sembrò nemmeno accorgersene.
-Te l'ho detto- rispose finalmente. -Mi dedico spesso agli arruolati-
-Beh. è tutto a posto, quindi se hai finito... -
-Perchè ti preoccupi per me?-
Mickey lo guardò e deglutì, sopraffatto dalla profondità del suo sguardo. Scosse le spalle ma il movimento era forzato. Le mani fremevano alla ricerca di un qualche tipo di conforto, quindi, quando Ian gli passò di nuovo la sigaretta, la accettò senza esitazione. -Regole del South Side- rispose aspirando un tiro. Ian inarcò un sopracciglio. -Sai, dobbiamo guardarci tutti le spalle a vicenda. E quei ragazzi... -
-E' strano che siano tutti questa volta- lo interruppe Ian. -Di solito sono abituato agli arruolati e ai fuggitivi, durante le prime settimane. Non amano molto me e il mio modo di fare, ma gli altri mi rispettano-
-Non ho detto che non ti rispettino. Pensano solo che tu sia fuori di testa-. Ancora una volta desiderò di potersi rimangiare tutto. Gli porse la sigaretta nella speranza che un pò di nicotina lo aiutasse a calmare il suo sguardo impaurito, ma non servì a nulla. -Non voglio morire- disse improvvisamente.
Ian alzò lo sguardo. Le sue parole avevano ottenuto l'effetto desiderato di distogliergli l'attenzione da quell'attimo di smarrimento in cui avrebbe voluto raggomitolarsi su sè stesso e non vedere più nessuno, ma ora avrebbe dovuto dare spiegazioni.
Deglutì, si passò una mano sul viso e fece spallucce. Ian continuò a guardarlo in attesa, la sigaretta che si consumava tra le sue lunghe dita. -Vuoi sapere perchè mi preoccupo per te? Regole del South Side o no, se quegli uomini non ti vorranno moriremo tutti- spiegò. -E non so perchè cazzo dovrei tornare indietro, sempre se c'è qualche motivo per farlo, ma... non sono pronto per morire. Sto per avere un bambino, ho una sorella da accompagnare all'altare e non... non posso morire, perciò voglio che tu sappia che gli altri non sono felici di averti come sergente. E ho bisogno che tu sistemi questa situazione perchè sei l'unico che si preoccuperà che il mio cervello non venga spappolato da qualche coglione comunista-
-Stai per avere un bambino?-
Sbattè le palpebre; non si era nemmeno reso conto di averlo detto, ma annuì comunque. -Già. Una puttana dice che è mio-
Ian annuì, aspirando un ultimo tiro e buttando per terra la sigaretta. Il pavimento era cosparso di pezzi di carta che gli coprivano quasi gli stivali. -Vedrai il tuo bambino- disse. -Hai la mia parola-
Mickey annuì. Rimasero in silenzio, la promessa impossibile di Ian che aleggiava tra loro.
-Puoi andare- lo congedò infine il sergente, accendendosi un'altra sigaretta. Mickey fece segno di sì con la testa, tuttavia rimase immobile ancora per un momento, cercando di capire perchè si sentisse un macigno sullo stomaco, desiderando di non aver condiviso così tante informazioni con lui. Probabilmente il bambino non era suo, forse non esisteva neanche. E ora Ian gli aveva promesso che lo avrebbe visto, celando una tristezza che non si era reso conto di provare.
Uscì dalla tenda, strofinando le mani tra loro come se tra le dita avesse ancora la sigaretta. Si leccò il labbro inferiore e il sapore di Ian era ancora lì. Infilò il labbro tra i denti, godendosi quella sensazione finchè non fu svanita. Wells gli passò accanto facendogli l'occhiolino. -Interrogatorio numero due. Non dirmi che gli hai raccontato qualcosa sul nostro mercato nero-
Mickey si sforzò di rispondere con un sorriso, il quale si affievolì immediatamente. Wells proseguì mentre Mickey entrava invece nella propria tenda. Denny cominciò a farneticare e Mickey questa volta lo lasciò fare, nonostante di solito lo zittisse alla prima occasione. Le sue parole lo distrassero dal vortice di pensieri e dalla confusione che sentiva crescere sempre di più.
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Paper Shrapnel - Proiettili di carta
FanficDurante la Guerra del Vietnam, MIckey viene arruolato e mandato ad addestrarsi sotto al comando del sergente Ian Gallagher. Ian è un giovane sergente istruttore che si preoccupa di conoscere tutti gli arruolati e di farli sentire al sicuro. Ma trova...