Mickey non aveva idea del perchè, ma quelle due parole gli fecero scivolare via la mano dal suo collo. Il calore infuso dal corpo di Ian era svanito, ad eccezione del contatto persistente tra le loro ginocchia. Indietreggiò separandosi definitivamente e cercò di respirare. Tutta l'aria nella stanza sembrava essersi dissolta. Riuscì a percepire, più che vedere, il sorriso amaro di Ian.
- Lo sapevo- sussurrò il rosso. Stava ancora piangendo ma riuscì in qualche modo ad emettere una risata strozzata. - Lo sapevo-
- Ian... -
- Smettila. Solo... smettila di dire il mio nome, cazzo-. Si alzò e andò dall'altro lato della stanza. Mickey lo seguì con lo sguardo mentre camminava in cerchio, chiudendo le mani a pugno ai lati del capo come se stesse cercando di afferrare capelli inesistenti. Non sapeva come, ma sentiva il dolore di Ian molto più del proprio. E quella sensazione di paura nel petto sembrava più un singhiozzo in fondo alla gola che voleva uscire.
Ian gli voltò le spalle. - Pensavo... pensavo che stesse funzionando-
- E' così-
- E allora perchè... -
Mickey scosse la testa. Fece oscillare le gambe oltre la branda. La sensazione di vuoto sotto ai piedi era la stessa che aveva nel cuore. Continuò a tenere lo sguardo puntato verso il basso, l'espressione distrutta negli occhi di Ian era troppo da sopportare. - C'è tanto... -
- Tanto sarebbe chiedermi di lasciarti andare in guerra come farebbe un amante- sbottò Ian.
Mickey trasalì alla parola "amante" e abbassò la testa in risposta al tono aspro di Ian. Nella mente rivedeva i sogni in cui lo baciava e riviveva i momenti in cui erano stati così vicini. Riusciva a sentire il suo sapore sul filtro della sigaretta, caldo sulla lingua.
- Mickey?-
Alzò di nuovo lo sguardo su Ian che lo squadrava. Teneva le mani strette l'una nell'altra e avrebbe voluto indietreggiare ancora di più, ma ormai era già contro alla parete della tenda. Era sicuro di non essergli mai stato così lontano nella sua tenda, ma era come se Ian lo stesse toccando, come se quelle lunghe e morbide dite lo stessero sfiorando sul petto e le sue labbra si fossero avvicinate un po' troppo. Cercò di scacciare quel pensiero.
- Tu non vuoi?- chiese Ian.
Fece per rispondere ma non seppe cosa dire. Ian imprecò e tornò a girare in tondo.
- Sono un tale idiota. E me ne sto qui a pensare... a pensare che forse c'è qualcosa e tu invece stai solo cercando di impedirmi di spararmi in testa. Tra l'altro hai fatto un gran bel lavoro. Pensavo davvero che tu volessi... -
- Ehi- lo fermò Mickey. - Non è così-
- Ah no? E allora cos'è? Che cos' è per te quando ti addormenti tra le mie braccia? Quando mi sveglio piangendo e tu mi baci sulle guance per asciugarmi le lacrime? Quando ci passiamo la sigaretta di mattina presto e i nostri corpi sono stretti di notte, e sento il tuo sapore sulla mia lingua e i tuoi occhi brillano come una luce nel buio? Cos'è per te, Mickey? Niente?-
- Tutto-
- E allora perchè non vuoi baciarmi?-
Mickey avanzò un po' di più sul letto. - Io non... non bacio i ragazzi. Non da quando... -
Ian sorrise ma era un sorriso smorto. - Qui non c'è nessuno che ti vuol fare del male. Tuo padre non ti vedrà stavolta-
Mickey si inumidì le labbra, il cuore che gli martellava nel petto. - Io non ho mai... non ho mai voluto baciare così tanto qualcuno come voglio baciare te-
Il sorriso di Ian si allargò, senza sembrare più così triste. Mosse un passo verso di lui. - Anche io mi sento così-
- Cazzate- ribattè Mickey. - Non sono altro che una bocca calda per te-
Ian scosse la testa. - No-
Per un secondo Mickey tremò in tutto il corpo, poi si alzò. Si avvicinò ad Ian e si fermò, solo un respiro a separarli. I loro sguardi si incrociarono, gli occhi che brillavano di un bagliore nuovo, ed Ian adagiò una mano sulla sua guancia. - Solo se tu lo vuoi- sussurrò.
Mickey annuì e chiuse la distanza tra loro. Le labbra si scontrarono gentilmente e nessuno dei due si mosse, assaporandone il calore.
Ian tirò Mickey a sè e schiuse le labbra, facendo scivolare la lingua contro alla sua. Mickey sentì il sapore di sigaretta e polvere più intensamente di quanto avesse mai fatto prima. Si abbandonò nel bacio, lasciando andare tutte le proprie inibizioni, annullando definitivamente lo spazio tra loro.
Si avvolsero l'uno nelle braccia dell'altro, approfondendo ancora di più il bacio. Tenevano le mani uno sul retro del collo dell'altro, cercando di fondersi il più possibile.
Ian dovette riprendere fiato per primo, staccandosi con un lieve rantolo. Appoggiò la fronte contro a quella di Mickey, il quale buttò fuori una risata sollevata, interrotta immediatamente dallo stesso bisogno. Ian chinò la testa e lo baciò piano, come a voler giocherellare con le sue labbra, e indietreggiò quando Mickey ricambiò. Strofinò il naso contro al suo, mantenendo le labbra fuori dalla portata mentre aspettava che Mickey sollevasse lo sguardo. Quando i loro occhi si incontrarono, il sorriso svanì e sussurrò: - Non provare a morire-
- Anche tu, eh- mormorò Mickey. Si gettò in avanti per baciarlo di nuovo e Ian questa volta glielo permise. Si spostarono sulla branda continuando a baciarsi lentamente, aumentando il ritmo e rallentando di nuovo.
Ian si spostò a baciarlo sul collo, tuttavia fermandosi sempre appena sopra al bordo della maglietta. Mani gelate si accarezzarono i torsi accaldati e dopo ore crollarono addormentati, pochi millimetri a separare le loro labbra.
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Paper Shrapnel - Proiettili di carta
FanfictionDurante la Guerra del Vietnam, MIckey viene arruolato e mandato ad addestrarsi sotto al comando del sergente Ian Gallagher. Ian è un giovane sergente istruttore che si preoccupa di conoscere tutti gli arruolati e di farli sentire al sicuro. Ma trova...