Capitolo 13

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NB: linguaggio omofobo

Ian era seduto al tavolo della mensa e guardava Mickey giocare con il cibo nel piatto. Era più lontano da Wells rispetto al solito, ma nulla faceva pensare che fosse cambiato qualcosa tra loro.

Fece traballare il piede sul pavimento finchè non lo vide alzarsi per andare al buffet, quindi lo imitò, prendendo un piatto e accodandosi con gli altri. Mickey gli lanciò semplicemente una breve occhiata. -Milkovich- lo chiamò. -Passi nella mia tenda stasera?-

-No-

-Mi... -

-Per quanto possa capire, questa faccenda dell'essere tuo amico è abbastanza facoltativa- sbottò. Si versò un po' di purè sbattendo il cucchiaino nel piatto. - E ne ho basta. Non voglio venire da te, non voglio parlarti. Io farò il mio lavoro, tu farai il tuo e ognuno starà fuori dalla strada dell'altro, okay?-

Ian rimase in silenzio e Mickey fece per andarsene. -Non era una richiesta, soldato-

Mickey si rigirò con un mezzo sorriso e fece spallucce. -Fammi rapporto allora-

Ian sarebbe rimasto a fissarlo anche per tutta la sera, ma alcuni uomini avevano cominciato a guardarli di sottecchi e sapeva che la cosa migliore fosse non attirare l'attenzione su di sè o su Mickey.

Tornò a sedersi e attese che gli uomini finissero e si ritirassero per la notte, poi si alzò e si addentrò in mezzo al labirinto di tende dirigendosi verso quella di Mickey, schiarendosi rumorosamente la gola prima di entrare. Varcata la soglia, lo trovò seduto sul letto che fumava e Denny nel bel mezzo di una frase. Non appena ebbe realizzato la sua presenza, il ragazzo si mise sull'attenti e salutò entusiasta.

-Buonasera, signore. E' un piacere vederla e averla nella nostra tenda. C'è qualcosa che possiamo fare per lei, signore?-

-Barber- lo ammonì Ian piegando la testa da un lato. Rivolse uno sguardo a Mickey, rilassato sul letto con una rivista aperta sulle gambe. Ragazze nude, un classico. Tornò a guardare Denny. -Barber, puoi lasciarmi un minuto da solo con Milkovich?-

-Certo signore, certo che posso farlo. Un minuto, più di un minuto o... -

-Trovati solo qualcosa da fare per un po', Barber-

Denny annuì, fece di nuovo il saluto e uscì. Ian sbuffò e scosse la testa, tornando a concentrarsi su Mickey. Non si era mosso se non per sfogliare la rivista. Il suo sguardo scorreva lungo la pagina senza alcun'espressione, ed Ian ebbe il vago sospetto che stesse leggendo davvero l'articolo senza prestare attenzione alle fotografie. Si schiarì la gola e l'uomo non reagì. -Milkovich, dobbiamo parlare-

Nessuna risposta.

-Oppure parlerò io. Mi dispiace di essere stato occupato ieri sera quando sei venuto da me. Cerco sempre di essere disponibile per tutti e... -

-Stai scherzando, vero?-. Lasciò cadere la rivista dalle proprie gambe ignorando la sigaretta che si consumava tra le sue dita, tenendola il più possibile vicina come se avesse paura che Ian potesse rubargliela.

-Sto cercando di avere una conversazione-

-Riguardo a cosa?-

-Riguardo a qualsiasi cosa volessi dirmi la scorsa notte-

Mickey fece un sorriso ironico e si leccò le labbra per nascondere il gesto, fallendo e scoppiando invece in una risata. -Non ti vergogni neanche un po' -

-Io non... -

-Ti stavi scopando Wells- sputò acido. -Non eri "occupato", stavi facendo sesso gay nella tua tenda come se fosse una cosa qualsiasi. Sai che i froci non sono ammessi nell'esercito?-

-Davvero? Non l'ho mai sentito- rispose sarcastico Ian. L'ansia per quella conversazione aveva lasciato posto ad una rabbia profonda. -Vuoi parlare della politica dell'esercito? Bene, parleremo di quello. Tecnicamente sì, le mie preferenze sessuali mi dequalificano dal poter servire il mio Paese, ma lo faccio comunque-

-Non puoi-

-E cosa farai allora? Scriverai una lettera ai miei superiori? Mi farai cacciare? Fallo pure, vai fino in fondo- lo sfidò. -Ma sappi che il vostro nuovo sergente avrà il doppio dei miei anni, sarà molto più severo e non gli importerà niente di te. Vi preparerà per andare a morire per la vostra patria. Non gli importerà se tornerete o no-

-Non voglio che ti importi se tornerò o no-

Ian si fermò per un momento, sentendosi avvampare per la rabbia, e serrò i pugni. - Credi che mi interessi uno stronzo omofobo? Scendi da questo fottuto piedistallo. E' il mio cazzo di lavoro prendermi cura di voi-

-Non ho bisogno di un fottuto babysitter-

-Hai bisogno di qualcuno-

Mickey si raddrizzò e rise in tono derisorio. -Non mi hai sempre detto di avere gli altri uomini lì fuori? Che sono loro la mia famiglia? Tra pochi mesi ci manderai a morire. Non ho bisogno di TE-

Ian deglutì. -Quindi mi denuncerai?-

-Forse-

-Forse?-

Mickey non disse nulla per un po', poi scosse la testa. -Frocio o non frocio, sei la mia unica possibilità per sopravvivere in questa merda di situazione-

-Il che significa?-

-Se resti lontano da me terrò la bocca chiusa-

Ian lo fissò un attimo più a lungo poi annuì appena. Fece per uscire dalla tenda imprecando sottovoce mentre Mickey tornava a mettersi comodo. Era già per metà oltre la soglia quando si rigirò un'altra volta. -Di che cosa volevi parlare ieri sera?-

-Non sono cazzi tuoi -

- Sai, di solito la parte migliore sono le battute sull'entrata dal retro-

Mickey alzò lo sguardo. C'era qualcosa nei suoi occhi insieme ad un bagliore di paura. Ian uscì chiudendo la tenda e lasciandosi alle spalle quello sguardo. Ripensare a quella conversazione lo stordiva. Per quanto volesse tenersi il proprio lavoro, l'idea di dover stare lontano da Mickey era come un mattone nel petto. Mickey era spaventato e non sarebbe stato pronto per andare in guerra se avesse continuato a tenerselo dentro. Che lo odiasse o no, Ian voleva mantenere la parola e farlo tornare a casa vivo.

Ancora preoccupato, tornò nella propria tenda. Era talmente arrabbiato da voler prendere a pugni un muro, ma il pensiero del moro gli scatenava una tempesta di tantissime altre emozioni.

Si grattò il retro della testa ricacciando quei sentimenti nel profondo della propria mente e si sdraiò in branda. Chiuse gli occhi rallentando a poco a poco il respiro, cercando di dormire un po'. 

Paper Shrapnel - Proiettili di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora