Capitolo 18

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Mickey si svegliò lentamente la mattina dopo, stiracchiandosi mentre sentiva crescere dentro di sè un innato senso di terrore. Partì dalla bocca dello stomaco che gorgogliava per la fame, cosa che non gli succedeva dal primo giorno quando aveva saltato i pasti per via della punizione. Si guardò intorno e posò lo sguardo su Denny ancora profondamente addormentato, rannicchiato sotto alle coperte con un sorriso contento sulle labbra. Scosse la testa; la prossima cosa che avrebbe dovuto insegnargli era imparare a dormire con un occhio aperto.

Rotolò su un lato e si alzò in piedi infilandosi una maglietta e un paio di pantaloni. Quando uscì dalla tenda rimase quasi accecato dalla luce del sole. Sbattè le palpebre un paio di volte, ispezionando il campo che si estendeva di fronte a sè. Il primo pensiero fu quello di non aver sentito l'adunata, ma era molto improbabile che fosse successa la stessa cosa a Denny.

Si avvicinò ad un paio di uomini vicino ad una tenda. - Sapete che cosa succede?- chiese. Uno dei due fece spallucce e fu l'altro a rispondere. -Non mi lamento-

Mickey annuì, alzando gli occhi al cielo mentre si allontanava. Alcuni aprirono le loro tende invitando i compagni ad entrare, altri le aprirono e le richiusero immediatamente. Il loro ronfare si udiva tra le viuzze che si snodavano tra gli alloggi.

Continuò a camminare fino alla fine di quel labirinto e scorse qualcuno correre intorno al campo. -Persky!- lo chiamò; l'uomo non rallentò. Mickey imprecò sottovoce e cominciò a seguirlo. Gli ci vollero una decina di minuti per raggiungerlo visto che l'uomo andava sempre più veloce, e un altro paio per riprendere fiato.

-Persky- lo richiamò. -Qualcuno ti ha detto di correre?-

-No. Non ho sentito l'adunata, ho saltato la corsa e quindi mi sono arrangiato-

-Beh, a quanto pare tutti non hanno sentito la sveglia nè hanno corso-

Persky rallentò appena e lo guardò. -Magari abbiamo un giorno libero-

-Lo permettono?-

L'uomo scosse le spalle. -Non senza avvertire ma... non saprei. Il sergente è un tipo strano, magari sta progettando di spararci tutti più tardi-

Mickey non ricambiò il suo sorriso divertito e virò verso le tende. Rallentò fino a fermarsi davanti a quella di Wells e fece per entrare, indugiando. Era la tenda più vicina e le probabilità che Ian si trovasse lì erano tante quante quelle che si trovasse nella propria. E poi così si sarebbe risparmiato un po' di strada invece che arrivare fino alla sua per poi non trovarlo.

Imprecò sottovoce e bussò lievemente contro al supporto di metallo. Niente.

-Siete svegli?- chiamò. Niente.

Si chiuse le mani a coppa sugli occhi e sbirciò attraverso le dita mentre muoveva un passo dentro; scorse la figura di Wells in branda che dormiva con il cuscino stretto al petto e le coperte intorno alla vita. Entrò definitivamente, si avvicinò e tirò un calcio alla branda facendola tremare, ma l'uomo non si mosse.

-Wells-. Dall'altra parte della tenda udì un grugnito di Berns mentre si rigirava ma lo ignorò. Se era in grado di parlare e muoversi come un tronco d'albero, magari era in grado di fare lo stesso quando dormiva. Colpì un'altra volta la branda. -Svegliati-

Ancora niente. Appoggiò un ginocchio sul materasso e lo fece ondeggiare un paio di volte come una barca in mezzo al mare in tempesta. Aspettò che si fermasse e finalmente sentì dei borbottii confusi, insieme a qualche insulto. -Hai visto Ian?-

-Chi?-

Mickey lanciò un'occhiata a Berns. Quell'uomo avrebbe anche potuto essere morto. Scalciò un'altra volta la branda. -Sai, il tizio che te lo mette nel culo- sibilò. Wells brontolò infastidito. - Lo hai visto?-

Paper Shrapnel - Proiettili di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora