Mickey uscì dalla tenda ancora mezzo addormentato per andare in bagno. Aveva ridotto al minimo i dettagli della sua conversazione con Ian, dicendo a Denny di aver parlato dei suoi progressi come soldato. Naturalmente questo aveva portato il ragazzo solo a fare ulteriori congetture su cosa potessero significare quelle domande da parte del sergente, perciò Mickey aveva finto di essersi addormentato dieci minuti dopo.
Attraversò il campo ancora avvolto nel buio che limitava la vista, una mano appoggiata contro alle tende per camminare il più possibile diritto. Ricordi di parole e immagini di cui avrebbe volentieri fatto a meno si insinuavano in continuazione nella sua testa. Le stesse frasi che lo avevano tormentato la notte precedente erano ora diventate un mantra che lo tranquillizzava e lo distraeva da tutto il resto.
"Mi manchi". "Ti voglio bene". "Torna a casa presto".
Se si sforzava abbastanza, poteva far finta che fossero state scritte con la calligrafia di Mandy o sussurrate dalla voce sommessa di sua madre.
Con le palpebre pesanti, non si accorse di Wells che arrivava dalla parte opposta finchè non ci andò a sbattere contro. -Woah!- esclamò l'uomo, alzando le mani per tenerlo in equilibrio. Mickey indietreggiò rapidamente, sfuggendogli. Wells si mise a ridere, l'alito che sapeva di fumo e alcool. -Dove stai andando, Milkovich?-
Mickey gli passò oltre senza dire una parola.
-Dai su, sono andato da lui solo perchè tu non abboccavi-
Mickey si arrestò di colpo e si rigirò sbattendo le palpebre, il sonno spazzato via da quelle parole come un tornado. Il sorrisetto di Wells sembrava illuminare la notte tersa. -Che cosa?-
-So che sei geloso ma non vuol dire che non possiamo essere amici-
Mickey fece un passo verso di lui. - Cosa cazzo hai appena detto?- ringhiò sottovoce.
-Non ho detto niente- mormorò Wells. Di colpo sparì ogni traccia di ebbrezza e il suo sorriso sbilenco si tramutò in qualcosa di più sinistro. -Ho insinuato che ti piaccia prenderlo nel culo, ma non ho detto niente-
Mickey lo spinse con forza e Wells inciampò ruzzolando contro ad una tenda, ma si raddrizzò subito. Mickey si avvicinò, lo sguardo infuocato. Tutte le emozioni provate e i ricordi risalirono in superficie, tutte le parole di suo padre urlate in preda all'alcool, i pugni sollevati in aria. Tutto l'odio che provava per sè stesso e gli impulsi più nascosti uscirono allo scoperto mentre afferrava Wells per il colletto. -Prova a ripeterlo- lo sfidò. Wells aprì la bocca per parlare di nuovo ma Mickey lo colpì sulla mandibola, avvertendo le sue gengive contro alle proprie dita. Lo colpì di nuovo, tenendolo fermo con la mano libera mentre cercava di dimenarsi. Wells riuscì a fare un passo indietro, strappandosi la maglietta per schivare un altro pugno. Ne approfittò e colpì Mickey due volte allo stomaco, quindi quest ultimo lo buttò a terra, spingendogli la testa verso il basso mentre gli sferrava una ginocchiata alle costole. Wells riuscì a rigirarsi e ricambiò con un calcio, facendogli perdere l'equilibrio per poi rincarare la dose con altri due pugni in faccia.
Gli altri uomini cominciarono a riversarsi fuori dalle tende attirati dai loro grugniti rabbiosi, senza bisogno di dover usare altre parole. Mickey lo buttò a terra e gli salì sopra, colpendolo con tutta la forza che aveva in corpo. Temette di essere distratto dal capannello di gente a cui non sembrava importare più di tanto chi vincesse. Rimasero semplicemente a guardare, fischiando compiaciuti ad ogni pugno particolarmente violento.
Wells riuscì a ribellarsi ancora con qualche pugno ma ormai era una maschera di sangue quando una voce risuonò nella notte.
-Ma che cazzo sta succedendo?!- urlò Ian. Afferrò Mickey per il colletto e lo lanciò in mezzo alla folla dietro di lui. Mickey inciampò e riuscì a recuperare l'equilibrio poco prima di finire contro agli uomini, e si ripulì le mani. Teneva lo sguardo mortale ancora puntato su Wells, e quando Ian lo aiutò a rialzarsi, partì di nuovo alla carica.
Ian tese un braccio verso di lui per bloccarlo e Mickey si fermò a pochi millimetri dalle sue dita lunghe e spigolose, ingoiando tutta la propria rabbia. Anche Wells fece per avanzare e Ian lo afferrò per la maglietta, spingendolo indietro un po' più gentilmente rispetto a Mickey. Quest ultimo avanzò di nuovo per protestare ma avvertì una nota di disgusto salirgli in gola.
Ian spostò lo sguardo tra i due, cauto. Il gruppo aveva già cominciato a disperdersi, solo poche persone erano rimaste a guardare. -Per cosa diavolo era questo?- chiese Ian in tono severo.
-Chiedilo a lui- rispose Wells. -E' stato lui a colpirmi per primo-
-Già, adesso è colpa mia, frocio di merda-
-Ti direi di toglierti quel palo dal culo ma penso che ti piaccia-
Mickey fece un passo avanti ma si bloccò di colpo quando le dita di Ian si strinsero attorno al tessuto della sua maglietta, provocandogli come una scossa che lo attraversò in tutto il corpo. Si liberò immediatamente dalla sua presa e sputò per terra. -Non toccarmi, cazzo-
-Oh, ma dai. Smettila di negare ciò che vorresti-
-Sei un fottuto uomo morto-
-Vediamo-
-Pensi che non sappia dove sono le pistole?-
-SILENZIO!- urlò Ian.
Wells sgranò gli occhi e deglutì qualunque fosse la sua risposta. Mickey reagì appena, cercando di nascondere il proprio tremore con un sorriso arrogante. Rabbrividì quando Ian prese un respiro calmo e profondo.
-Siete entrambi due idioti- sibilò. I suoi occhi profondi brillavano nel buio, spostandosi da un uomo all'altro. -Questa squadra e questa guerra non sono un gioco, un triangolo amoroso o una cazzo di orgia. A nessuno frega niente di quello che volete o provate, tantomeno a me. Quindi, se volete scontrarvi su chi sia gay, etero o qualsiasi altra cosa, fatelo quando sarete tornati a casa vostra con le vostre gang nei vostri fottuti quartieri. Per il momento, datevi una calmata-
-Vaffanculo, frocio - sputò Mickey.
Ian fece un passo verso di lui. -Tu o parli o non lo fai, ma se non lo fai non puoi andartene in giro a prendere a pugni chiunque non rispecchi la tua ristretta visione del mondo-
-Ha detto che volevo scoparti-
- "Essere scopato da lui"- lo corresse Wells.
Mickey si mosse nella sua direzione ed Ian lo spinse di nuovo. Sbattè contro ad una tenda e cercò di ritrovare l'equilibrio una seconda volta mentre Ian gli dava le spalle, sbuffando come se avesse appena fatto un tiro di sigaretta. Scosse la testa.
-Tre giri!- urlò. Dalle tende arrivarono dei movimenti ma nulla di più. -Le risse sono contro il codice di condotta dell'esercito e prevedono una punizione- spiegò Ian a voce alta. - Tutti fuori a correre. ORA!-
I soldati uscirono brontolando e si diressero verso la pista, lanciando occhiatacce a Mickey e a Wells. Alcuni andarono a svegliare gli altri nelle tende più lontane, non volendo essere gli unici a dover correre.
-Andate, voi due- ordinò Ian, e Wells sbuffò.
-Sono stato preso a pugni e devo fare tre giri di corsa?-
-Responsabilità collettiva, cadetto- rispose Ian in tono stanco. -Tutti corrono per gli errori di tutti. E siccome hai continuato ad insultare Milkovich, penso sia più che giusto che anche tu ti faccia qualche giro-
Wells sputò per terra e si unì al gruppo, mentre Ian si voltava a guardare Mickey. Lo ispezionò rapidamente, indugiando sui punti in cui perdeva sangue. -Devi andare anche tu-
-No-
-Milkovich... -
-Non provare a dirmi niente. Qualsiasi cosa dirai non vale più per me-. Sputò per terra e gli diede le spalle, tornando nella propria tenda. Era abbastanza sicuro di aver sentito Ian imprecare ma le parole si persero nella notte.
Entrò un paio di minuti dopo e si medicò le ferite sulle nocche. A parte quello, il massimo che Wells era riuscito a fare era stato spaccargli il labbro. Si sedette sulla branda, scosse un pò di volte la mano nonostante il dolore e si raggomitolò su sè stesso chiudendo gli occhi.
Ma l'insonnia ebbe la meglio, tenendolo sveglio per il resto della nottata a ripetersi parole che non avrebbero dovuto significare niente per lui, fino a quando il sole non cominciò a sorgere.
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Paper Shrapnel - Proiettili di carta
FanfictionDurante la Guerra del Vietnam, MIckey viene arruolato e mandato ad addestrarsi sotto al comando del sergente Ian Gallagher. Ian è un giovane sergente istruttore che si preoccupa di conoscere tutti gli arruolati e di farli sentire al sicuro. Ma trova...