Capitolo 30

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Mickey lasciò cadere il foglio. Gli tremavano così tanto le mani che dovette chiuderle a pugno una volta prima di passarsele sul viso. Cercò di concentrarsi sul respiro, inspirando ed espirando pesantemente per trattenere le lacrime in cui rischiava di annegare.

Ian si fece in avanti e le loro ginocchia si toccarono. - Mi dispiace-

- Fanculo-

- Chi è?-

Mickey riuscì ad alzare lo sguardo su di lui scuotendo la testa. Le sue lacrime erano ancora ferme agli angoli degli occhi ma quelle di Ian gli avevano rigato il viso. Vedere il proprio dolore riflesso nel volto innocente di Ian fu come una pugnalata allo stomaco. Alzò la mano e le asciugò con il pollice. Ian gli prese la mano e la trattenne contro al suo viso.

- Iggy- rispose Mickey alla fine.

- Come?-

- Stronzate di guerra. Morto in azione. Un eroe. Probabilmente si guadagnerà una medaglia al valore o una merda simile-

- E' una bella cosa-

Mickey rise sarcastico. - Già, bellissima. Davvero fantastica. Qualcosa di luccicante e di valore che mio padre potrà vendere per comprarsi più alcool mentre mia madre e mia sorella piangono in bagno a notte fonda per non disturbarlo. L'eroe è dovuto partire e andare a farsi uccidere. Probabilmente è saltato davanti a qualcuno che stava per essere colpito e si è fatto esplodere il cervello-. Si sforzò di ridere, una risata amara, il suono rauco contro alla propria gola. Ian piegò appena il viso verso la sua mano e ne baciò il palmo.

Il fiume in piena dietro agli occhi di Mickey esondò.

- Quello stupido idiota di mio fratello- esplose tra le lacrime, cercando di alleviare il dolore con gli insulti. - Quello sapeva a malapena come tenere in mano una pistola. Non sapeva nemmeno colpire la parete di un granaio con un fottuto fucile. Sono sorpreso persino che sia durato una settimana. Io e Mandy scommettevamo. Lei continuava a dire che sarebbe tornato sano e salvo e io le dicevo " Cazzo, Mandy, sarà morto ancora prima di toccare terra".

Chi cazzo permette ad un idiota del genere di stare nell'esercito? Aveva anche i piedi piatti. Probabilmente avrà insultato ogni autorità, si sarà fatto ritardare la partenza con tutte le punizioni che avrà ricevuto. Magari si è fatto anche un mese in prigione per insubordinazione-

Si fermò per riprendere fiato e il respiro gli morì in gola, trasformandosi in un'altra risata. - Gli dicevo sempre: "Ig, ti farai sparare in testa. E non sarà neanche Charlie* a farlo"-.

Abbassò la testa tremando convulsamente, cercando di convincersi che fosse per le risate. Ian gli strinse ancora di più la mano, tenendolo ancorato a terra mentre le lacrime scendevano sul viso. Mickey arricciò il naso sforzandosi di trattenerle. I Milkovich non piangevano. Iggy non avrebbe voluto vederlo piangere.

- Quel fottuto cretino probabilmente vuole una torta- mormorò. - Ha scritto le sue ultime volontà prima di partire e ci ha fatto promettere di non leggerle, e io sono sicuro che sia perchè ha scritto di volere un funerale in casa pieno di torte e di essere sepolto con una torta in faccia. Probabilmente ha anche lasciato scritto di bruciare la cazzo di bandiera-. Questa volta la risata fu autentica, ma venne fuori rauca e il sorriso forzato.

Ian rimase semplicemente immobile a guardarlo, senza dire niente. Le loro ginocchia erano pressate le une contro alle altre, tenendoli bloccati insieme. Mickey chiuse gli occhi e prese un lungo respiro raddrizzando la schiena. Abbassò di nuovo la testa e la fronte aderì contro a quella di Ian. Non si spostò al contatto. Strinse semplicemente più forte la sua mano, cercando di alleviare un po' del suo dolore. Anche Ian aveva le proprie sofferenze con cui fare i conti.

Dopo un po' Mickey indietreggiò. Spostò la sedia e si liberò dalla sua presa. Riuscì a sentire le dita di Ian scivolare via dalle proprie controvoglia, senza volerlo lasciar andare così facilmente.

Si alzò in piedi e cominciò a vagare per la stanza. Scalciò distrattamente la sedia. Avvertiva gli occhi di Ian che lo seguivano in ogni movimento, assicurandosi che non facesse niente di stupido. Non sapeva neanche che cosa avrebbe potuto fare di stupido a dirla tutta.

- Hai della birra?- gli chiese all'improvviso.

Ian sbattè le palpebre. - No-

- Wells ce l'ha-. Ian non disse nulla e Mickey tirò un altro calcio alla sedia. - Iggy lo sapeva-

- Che cosa?-

Mickey gli rivolse una breve occhiata e cerò di sorridere, senza successo. - Tu continuavi a chiedermi come avrei fatto ad andarmene senza che qualcuno mi conoscesse davvero. Iggy lo sapeva. Non disse niente al riguardo ma non penso che fosse molto contento, come mio padre, ma... lo sapeva. E non è che gliene importasse molto, faceva tutte quelle battute su quanto mi sarei divertito in prigione, a come sarei stato felice lì-. Rise di nuovo e inspirò rumorosamente per ricacciare indietro le ultime lacrime. - Parlava in continuazione di James Dean. E non ho mai avuto il coraggio di dirgli che James Dean non è nemmeno il mio tipo-

- E' il mio-

Il sorriso di Mickey crebbe ancora di più quando guardò Ian. - Lo immaginavo-

Anche Ian rise. - Da cosa?-

- Soprattutto dalla tua colossale cotta per me-

- Fottiti-

Mickey buttò fuori una risata e si sedette di fianco a lui sulla branda. - Hai una sigaretta?-

Ian ne prese una dal pacchetto e se la portò alle labbra. La accese, aspirò un tiro e gliela passò. Mickey si leccò il labbro inferiore. - Ancora un po'-. Ian obbedì, sbuffando il fumo dalle narici, e si rigirò la sigaretta tra le labbra. Aspirò un' ultima volta e gliela porse di nuovo.

Mickey la prese. Non aspirò subito, invece assaporando semplicemente Ian sulle proprie labbra per un po'. Era più salato del solito, forse per via delle lacrime che avevano riempito la stanza. Con le spalle pressate una contro l'altra trascorsero la serata continuando a passarsi e ripassarsi la sigaretta. 



NB: *Charlie è il modo con cui gli americani definivano i nemici.  Ancora non mi è molto chiaro se si usi al singolare o al plurale... 

Paper Shrapnel - Proiettili di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora