Quando suonò l'adunata, Mickey si svegliò di soprassalto. Il libro gli sfuggì dalle mani, il pollice che scivolò via dalle pagine mentre cadeva. Aveva ricominciato a leggerlo dall'inizio dopo che Ian si era addormentato per capire meglio la storia. Ora non se la ricordava già più.
Si stiracchiò e tese il collo prima da una parte e poi dall'altra. Aveva la schiena completamente irrigidita. Ogni centimetro del corpo gli doleva per essere rimasto seduto così a lungo sulla sedia di legno. Si alzò in piedi sciogliendo i muscoli un'ultima volta e si voltò a guardare Ian. A quanto pare non si era mosso di un millimetro. Non era nemmeno sicuro che si fosse svegliato.
Diede un lieve colpo con il ginocchio alla branda. Colpì un po' più forte facendo traballare la sua struttura già precaria. Ian borbottò qualcosa di incomprensibile.
- Dai, amico- lo incoraggiò. - Oggi non c'è più nessuno a sostituirti-
Ian emise altri versi indecifrabili e Mickey sospirò. - Alzati-
Niente.
Serrò le labbra e gli adagiò gentilmente una mano sul capo. Gli accarezzò i capelli ramati spostandoli indietro, godendosene a lungo la morbidezza. Era più caldo di quanto ricordasse. - Come ti senti?- gli chiese dolcemente.
Ian inspirò rumorosamente in risposta. Mickey si sedette sul bordo della branda facendola sollevare lievemente da terra e spostò i piedi per riportarla in equilibrio sul pavimento, non prima di aver sentito la schiena calda e solida di Ian aderire per un attimo contro alla sua. Si sentì come attraversato da una scossa elettrica a quel contatto nonostante gli stesse ancora accarezzando la testa, i pensieri che turbinavano come un vortice intorno alla possibilità che Keller fosse stato mandato via troppo presto. Se Ian non si alzava neanche quella mattina, le cose si sarebbero messe male.
Ma Mickey non voleva opprimerlo ancora di più. Si era sentito fiero di lui quando era riuscito a trascorrere anche solo mezza giornata fuori dal letto. E quando era passato persino a giornate intere, lo aveva osservato diventare sempre più debole. Forse quel giorno libero non era stata una buona idea. Forse essere continuamente sul filo del rasoio gli dava la forza per restare in piedi.
Respirò profondamente per non farsi prendere da un attacco di panico. Spostò la mano dai suoi capelli picchiettandolo forte sulla schiena più volte. - Andiamo. Alzati, vestiti, ordinaci di correre, cazzo-
Nessuna risposta.
- Vuoi mandarmi là fuori impreparato e farmi uccidere? O vuoi che torni vivo?-
- Vaffanculo-
Sebbene fosse stato appena un sussurro, sorrise sentendo la voce di Ian echeggiare chiaramente nella tenda.
Ian si rigirò e scalciò via le coperte fulminandolo con lo sguardo. - Scendi dal mio cazzo di letto. E vai a prepararti-
- Lo faccio quando lo farai tu-
- Oggi farò un'ispezione quindi sarebbe meglio che ti pulissi la bava dalla maglietta-
Il sorriso di Mickey si allargò ancora di più mentre si alzava in piedi ed Ian si trascinava fuori dal letto. Prese gli stivali e guardò il moro. - Nel caso non te ne fossi accorto, soldato, quello era un congedo-
Mickey fischiò. - Sembra che qualcuno si sia alzato dalla parte sbagliata del letto-
Ian lo fissò per un momento e abbassò lo sguardo sui propri piedi. -Scusa-. Lo attraversò un brivido, le dita che armeggiavano con i lacci. - Per favore, vai-
Mickey esitò per un momento poi annuì, nonostante Ian non lo stesse nemmeno guardando, e uscì. Tornò alla propria tenda e fu sorpreso di trovarci ancora Denny già completamente vestito che camminava avanti e indietro. - Che succede?- gli chiese.
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Paper Shrapnel - Proiettili di carta
Fiksi PenggemarDurante la Guerra del Vietnam, MIckey viene arruolato e mandato ad addestrarsi sotto al comando del sergente Ian Gallagher. Ian è un giovane sergente istruttore che si preoccupa di conoscere tutti gli arruolati e di farli sentire al sicuro. Ma trova...